Questi giorni di buio di lutti di vergogne
avvicinandomi alla parola fine della stesura
che credo sia quella definitiva, stilato
un "intervento" ecco ore diciotto dell'8 luglio
(...)
Ora che s'è fatto silenzio,
a denti stretti ciao - ma ciao dove
se non su questo pianeta che tu bella
infioravi? Luce succo esalati come
scoppia la melagrana al troppo sole.
Tu clandestina.
( ... )
S'è acceso all'orizzonte il faro
che illumina San Miniato musiva,
le verdi colline del Fiore sulla sera.
Egli ha detto: « Aiutami, insieme daremo
voce e lume alla sua storia. Ci spenderò,
io, nel trascriverla, il resto della vita».
E tu non gioire dagl'inferi
del loro cordoglio, bella, del loro
vecchio cuore ... Sei stata di questo
pianeta Italia molecola impazzita,
nel tuo occhio trapassano a fissarlo,
i suoi lutti recenti le quotidiane sozzure.
Massima la "sopraffazione di classe", certo,
come le lotte operaie le feste la poesia.
Tu, esemplare d'allucinata speranza, stolta
vestale della felicità ché Morte d'entro 'l cor
me tragge un core. « Ma cosa citi? Il referente
è altrove », dài, protesta, «e che squallido epifonèma.»
Natascia ha poi detto: «Era l'allodola venuta
a posarsi sul gàttice infido, così è caduta».
Vasco Pratolini - Il mannello di Natascia - Einaudi
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