lunedì 10 novembre 2025

Il Pollo Fritto e le Barriere Interne del Capitale

La bolla dell'intelligenza artificiale
- Una breve indagine sulle bolle che include la classificazione nell'economia delle bolle finanziarie dell'era neoliberista in declino -
di Tomasz Konicz [***] - Novembre 09, 2025

   A oltre un quarto di secolo dallo scoppio della bolla delle dot-com, quella che vediamo consolidata è una certa normalità. Sanno tutti che il boom dell'industria dell'intelligenza artificiale si è già trasformato in una formazione di bolle, che alla fine porterà inevitabilmente al loro crollo. Ne parlano tutti i principali media [*1], mentre gli oligarchi dell'alta tecnologia ammettono una certa irrazionale esuberanza [*2], laddove istituzioni come l'FMI, o la Banca d'Inghilterra, stanno già facendo suonare dei campanelli d'allarme [*3] mentre i giornali economici si trovano quasi sul punto di scommettere su quale sarà il momento specifico in cui ci sarà la deflazione di tutta questa dinamica speculativa.[*4] Eppure, tuttavia, l'incantesimo non può essere spezzato. Il feticismo del capitale [*5] - che è un auto-movimento prodotto in maniera inconscia dai soggetti del mercato e che devasta tanto la società quanto la natura, nel suo dispiegarsi di ogni genere di contraddizione -  si manifesta così proprio al culmine di quella che è una bolla speculativa. Fino quando scorrono i Trilioni, nessuno degli attori più rilevanti può semplicemente permettersi di andarsene, nessuna istituzione può osare tentare di soffocare questa frenesia di investimento, senza trascinare nell'abisso tutta l'economia;  sebbene l'inevitabile crollo, in seguito finirà così per essere ancora più violento. La corsa speculativa della Tigre, che in un certo qual modo costituisce l'eco distruttiva dell'economia globalizzata, basata sulle bolle speculative [*6] di un''era neoliberista ormai al tramonto, avrà ancora una volta esito negativo: rimane però solo da chiedersi quanto sarà grave. E a tal fine diventa necessario caratterizzare e quantificare tutta questa abbondanza di Intelligenza Artificiale.  Nell'attuale fase finale della globalizzazione guidata dai mercati finanziari, l'attuale bolla dell'IA  ricorda in maniera sorprendente quello che è stato il suo inizio, avvenuto circa un quarto di secolo fa, allorché lo scoppio della bolla delle dot-com, all'inizio del millennio, andò a formare, per mezzo delle azioni di Internet [*7], la prima dinamica speculativa globale (per maggiori informazioni, si veda: "L'IA come spinta finale all'automazione" [*8]). Le scoperte scientifiche e tecniche fanno sorgere negli investitori la speranza di nuovi mercati, di nuovi campi di sfruttamento per il capitale, i quali, alla fine assumono un carattere irrazionale: ci si aspetta troppa crescita e in troppo poco tempo, cosa che alla fine porta a dei cattivi investimenti e all'inevitabile crollo. Tuttavia, tra le due bolle high-tech all'inizio e alla fine dell'economia globale. e il crollo della speculazione immobiliare avvenuto nel 2008 [*9], o la bolla di liquidità delle banche centrali, conclusasi solo nel 2020 con l'impennata dell'inflazione legata alla pandemia, esiste un'importante differenza: tutte le dinamiche speculative hanno alimentato l'economia, ma le bolle high-tech si sono basate su delle vere e proprie trasformazioni economiche, le quali hanno influenzato l'intera economia, e perfino il modo di produzione capitalistico. Senza la rivoluzione informatica, anche il periodo della globalizzazione capitalistica, dal punto di vista organizzativo, semplicemente non sarebbe stato fattibile. L'esuberanza speculativa del 2000, o del 2025, consiste pertanto in un'anticipazione troppo rapida dello sconvolgimento economico reale: mentre l'economia della bolla del 2000-2020 si basava su una politica monetaria espansiva, oltre che sulla pura speculazione sui prezzi [*10], che nella sua fase finale ha prodotto un vero e proprio Capitalismo della Banca Centrale [*11].

Misurazione delle bolle brevi
Probabilmente, i sistemi di Intelligenza Artificiale potrebbero rivoluzionare radicalmente il capitalismo, se solo le contraddizioni interne che ne derivano non lo spingessero a un collasso simile a quello che sta avvenendo in gran parte della periferia del mondo. Pertanto, tuttavia, l'attuale speculazione sull'IA si tradurrà in un crollo che influenzerà l'intera economia, la quale, per avere successo economico, dovrebbe realizzare troppi profitti e in un tempo troppo breve. Per la valutazione di questa speculazione, ci sono due fattori centrali: l'attività di investimento, ivi compresi i relativi prestiti, e gli aumenti di prezzo sui mercati azionari. Ora, il trilione (mille miliardi) è diventata l'unità pratica di misura dell'attuale bolla dell'intelligenza artificiale. Nel dibattito pubblico, sono due le cifre a essere in discussione: secondo Morgan Stanley, gli investimenti fatti dai giganti dell'industria IT nei data center, i quali costituirebbero l'infrastruttura del  tanto sognato capitalismo dell'IA, entro il 2028 dovrebbero ammontare a circa 2,9 trilioni [*12], mentre la società di consulenza gestionale McKinsey prevede, entro il 2023, addirittura un volume di investimenti pari a 6,7 trilioni [*13]. Solo per quest'anno, secondo The Economist, si prevede che l'industria pomperà, nell'infrastruttura di intelligenza artificiale, circa 400 miliardi di dollari [*14], mentre invece i suoi ricavi totali ammontano a solo circa 50 miliardi di dollari [*15]. Affinché questi investimenti possano essere redditizi, le entrate, che quest'anno ammontano a circa il 13% del volume degli investimenti, dovrebbero aumentare in modo esponenziale nel breve termine. L'area di business del settore - l'introduzione di sistemi di intelligenza artificiale nell'economia ai fini della razionalizzazione e dell'aumento della produttività -  è effettivamente in crescita, ma in questo 2025 il suo slancio rallenterà sempre più [*16]. Pertanto, mentre le spese crescono a un ritmo accelerato, la crescita dei ricavi sta rallentando. Ciò è probabilmente dovuto ai numerosi problemi iniziali, e alle inadeguatezze tecniche, la cui soluzione non è affatto certa. I primi risultati fanno riflettere: secondo studi recenti, circa il 95% dei clienti aziendali nel settore dell'intelligenza artificiale ha dichiarato di non aver realizzato profitti extra significativi grazie all'uso di questi sistemi. [*17] Secondo il New York Times, [*18] altri studi sono giunti a conclusioni simili: secondo loro, "a conti fatti", l'80% di tutte le aziende che hanno utilizzato l'"IA generativa" non ha ottenuto alcun beneficio significativo. Oltre a queste difficoltà, che probabilmente potrebbero essere superate grazie a una migliore implementazione, ci sono anche di problemi di scalabilità fondamentali che, secondo gli studi, fanno sì che, ad esempio, i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati nelle aziende di software ristagnino con delle percentuali di successo comprese tra l'1,5 e il 34%. [*19] I modelli linguistici più grandi, più costosi e più complessi non sono necessariamente migliori: ChatGPT-3 è costato 50 milioni, ChatGPT-4 è costato 500 milioni e ChatGPT-5 ha già pompato cinque miliardi senza che questo sia stato accompagnato da dei corrispondenti miglioramenti ai modelli in uso pratico. Ciò non significa che presto non saranno possibili scoperte scientifiche e tecniche che consentiranno un ulteriore impulso allo sviluppo, ma in molti campi, l'uso dell'IA lascia semplicemente molto a desiderare al momento. Il prodotto - che può essere copiato in modo economico e più semplice [*20] - non è (ancora) abbastanza maturo per le molteplici applicazioni. Tuttavia, il boom dei mercati azionari statunitensi è stato guidato quasi interamente dalla bolla dell'intelligenza artificiale, il cui volume, secondo le stime, potrebbe aver raggiunto fino a 17 volte la bolla delle dot-com, e quattro volte la bolla immobiliare. [*21] Si dice che quest'anno, circa l'80% degli aumenti di prezzo sul mercato azionario statunitense sia dovuto al boom del settore dell'intelligenza artificiale.[*22] Dal debutto di ChatGPT nel 2022, il valore del mercato azionario statunitense è cresciuto di ben 21 trilioni di dollari (ovvero 21.000 miliardi di dollari), e ha visto solo dieci aziende informatiche responsabili del 55% di questo aumento speculativo. [*23]

Il boom dell'Intelligenza Artificiale nella "Fase del Pollo fritto"
Il boom dei mercati finanziari, è guidato dai relativi prestiti, ma tuttavia questo non è sostenuto principalmente dagli investitori disposti a correre rischi, come avveniva nel boom delle dot-com. Questa volta, si prevede che saranno soprattutto i giganti dell'IT, come Alphabet, Meta o Microsoft, a farsi carico di oltre la metà degli investimenti previsti nell'infrastruttura dell'intelligenza artificiale. I titani dell'IT, rappresentano circa il 20% del valore di mercato di tutte le società incluse nell'indice S&P 500, ma le loro obbligazioni rappresentano solo il 2% del debito societario degli Stati Uniti [*24]. La cosa significa che questi giganti tecnologici altamente redditizi possono assorbire gli shock finanziari assai meglio dei tanti cliché di Internet finanziati dal capitale di rischio durante il boom delle dot-com che li aveva generati un quarto di secolo fa. D'altra parte, l'onere di un debito, generalmente elevato, accumulato dal settore privato negli Stati Uniti, nel prossimo crollo rischierà di esacerbare la crisi; la quale, alla fine del 2024, aveva già raggiunto un nuovo massimo storico di 8,43 trilioni di dollari [*25]. È probabile che un crollo faccia collassare molte di queste torri del debito. Il fatto che la bolla dell'IA stia raggiungendo la sua fase finale è dimostrato dagli assurdi investimenti circolari e dall'incesto degli investimenti nel settore dell'IA, che sembrano mirare principalmente a simulare il fatturato per mantenere il flusso di investimenti e quindi il boom speculativo. Lo scorso ottobre, l'agenzia di stampa Bloomberg [*26] ha descritto un'opaca ragnatela formata da trilioni di dollari di "accordi circolari" nel settore, in cui i giganti dell'intelligenza artificiale spostano tra di loro delle somme gigantesche per poter finanziare i loro investimenti: nel settembre 2025, ad esempio, Nvidia ha investito circa 100 miliardi in OpenAI al fine di poter così finanziare dei data center da dotare poi di chip Nvidia. Mentre altri colossi come AMD, Oracle e Microsoft sono coinvolti in degli accordi simili, alcuni dei quali si svolgono su diverse stazioni, che simulano le vendite, ma muovono miliardi solo all'interno del settore, e dipendono da dei finanziamenti esterni senza però aprire nuovi mercati e avere nuovi clienti. Il finale di partita non è evidente solo in termini di metodi "creativi" di finanziamento : il Financial Times, ad esempio, ha concluso che la bolla dell'intelligenza artificiale aveva già raggiunto la sua "fase del pollo fritto" dopo che le azioni delle catene di ristoranti di pollo in Corea del Sud, a ottobre erano aumentate fino al 20% [*27]. Il contesto?: Il CEO di Nvidia è stato fotografato in un ristorante specializzato in pollo fritto durante una cena di lavoro con i suoi colleghi di Samsung Electronics e Hyundai Motors.

L'Esclusiva Congiuntura dell'Intelligenza Artificiale
Una volta scoppiata la bolla, quanto sarà grave la situazione? Questo può essere determinato solo sulla base degli effetti concreti che la bolla ha avuto sull'economia. Quanto l'economia reale è diventata dipendente dalla dinamica speculativa? The Economist, che ha esaminato le conseguenze distruttive di tutte le principali bolle speculative a partire dal XIX secolo, ha concluso che solo il crollo delle compagnie ferroviarie private, avvenuto alla fine del XIX secolo, ha avuto un potenziale distruttivo maggiore di quello dell'attuale bolla dell'IA. [*28] Ciò significa che oggi i centri del tardo capitalismo rischiano di subire scosse ancora più forti di quelle che seguirono allo scoppio della bolla immobiliare del 2008. L'intelligenza artificiale, è ora di gran lunga il motore economico più importante negli Stati Uniti. Quasi tutta la crescita economica reale degli Stati Uniti, nella prima metà del 2025, è attribuibile a «investimenti in data center e in tecnologia di elaborazione software» [*29], secondo le stime degli economisti. Altre stime concludono che il boom dell'intelligenza artificiale quest'anno sarà responsabile di circa il 40% della crescita economica negli Stati Uniti [*30]. La costruzione, la ristrutturazione e l'arredamento delle case, che durante la bolla immobiliare hanno reso il settore delle costruzioni il motore economico, vengono ora sostituite dalla costruzione di data center e dagli investimenti nelle relative infrastrutture. Inoltre, vediamo come la fame ecologicamente disastrosa di energia e di acqua nell'industria dell'intelligenza artificiale, [*31] stia ora alimentando il settore energetico. I settori delle costruzioni e dell'energia, beneficiano molto concretamente dei sogni dell'IA fatti nella Silicon Valley. E, tra l'altro, per un quarto di secolo, è stata questa la base dell'economia globalizzata della bolla : nella loro fase di risalita, le bolle speculative agiscono come motori economici. A tal proposito, anche la gigantesca spesa di trilioni di dollari per l'infrastruttura dell'IA non è resistente agli incidenti, come invece amano sostenere i guru dell'IA, che sostengono che i data center potrebbero essere riutilizzati anche dopo una «tempesta di pulizia del mercato». A differenza della rete ferroviaria, che è sopravvissuta al crollo della speculazione ferroviaria nel 19° secolo, o anche a differenza della rete di cavi ottici, che è stata febbrilmente posata durante la bolla delle dot-com, i data center hanno una durata molto breve, poiché i chip di intelligenza artificiale diventano obsoleti molto rapidamente : basta mezzo decennio per trasformare investimenti miliardari in rifiuti elettronici. Oltre all'attività di investimento alimentata dalla speculazione, l'impennata della domanda nota come "effetto prosperità", che le bolle comportano, ha anche un effetto di stimolo economico. L'aumento dei prezzi delle azioni, come già osservato durante il boom delle dot-com, porta a spese aggiuntive da parte degli azionisti, che si credono sempre più ricchi finché il capitale fittizio in loro possesso conosce solo la strada verso l'alto. La quota di azioni nella ricchezza privata negli Stati Uniti è ora salita a un massimo storico del 35%, [*32] ben al di sopra dei livelli speculativi durante la bolla delle dot-com (30%) e la bolla immobiliare (25%). La componente azionaria più elevata ha quindi un effetto economico più forte sotto forma di una maggiore domanda, al prezzo di un maggiore potenziale distruttivo allo scoppio della bolla. Questo boom della domanda, è già un affare molto esclusivo, poiché l'erosione delle classi medie iniziata con lo scoppio della bolla immobiliare, [*33] la pauperizzazione della società statunitense legata alla crisi è già molto avanzata. Secondo Bloomberg, quasi la metà di tutta la spesa dei consumatori rappresenta ora il decimo più alto della piramide del reddito degli Stati Uniti.[*34] In confronto, negli anni '90 del 20° secolo, la cifra era solo del 36%. Qualsiasi aumento della domanda negli Stati Uniti, è attribuibile al 20% più ricco dei ricchi, mentre l'80% dei percettori di reddito più poveri che guadagnano meno di 175.000 dollari all'anno ha visto il proprio reddito nominale in eccesso eroso dall'inflazione, non contribuendo così alla crescita della domanda interna. Secondo Bloomberg, [*35] è "preoccupante" che una "piccola coorte" di americani stia contribuendo con una "quota sempre più crescente" della spesa dei consumatori, la quale costituisce così uno dei principali motori dell'economia statunitense. Un "crollo delle azioni" comporterebbe pertanto un grave rischio macroeconomico.

Riflessi dell'economia neoliberista basata sulle bolle speculative, e comparsa delle barriere interne del capitale
In effetti, la crescente divisione per quanto riguarda la crescita dei consumi, ricorda la struttura sociale di molti "paesi emergenti" che si trovano nella semi-periferia del sistema globale, dove le classi medie costituiscono la minoranza della popolazione; oggi, sulla scia dell'imminente crisi in corso, è probabile che questa struttura sociale si stabilisca anche nei centri occidentali. Il capitalismo della classe media sta diventando sempre più una questione di minoranza. Anche perché, difficilmente, con le consuete misure di crisi, la politica monetaria statunitense sarà in grado di contrastare il collasso. Dopo la pandemia, dal 2021 in poi, la Fed ha cercato di contrastare la forte impennata dell'inflazione [*36] , allontanandosi da una politica monetaria espansiva, [*37] la quale aveva costituito la base dell'economia della bolla finanziaria globalizzata del 21° secolo. Un simile sconvolgimento inflazionistico, che ha privato la bolla globalizzata e l'economia in deficit della sua base monetaria, ha così costituito lo sfondo della transizione verso l'attuale fase di crisi di stagflazione (stagnazione economica con persistente pressione inflazionistica) [*38]  e di protezionismo. [*39] Quanto meno, in tal modo, la Fed, aumentando i tassi di interesse e riducendo il suo bilancio, [*40] ha frenato l'inflazione ufficiale, ma la Federal Reserve statunitense non può più rispondere alle crisi in arrivo per mezzo di una politica monetaria eccessivamente espansiva, come era invece possibile fare nel 2008 o nel 2020 [*41], senza rischiare un'altra impennata dell'inflazione. Nell'era della stagflazione secolare, l'ambito di applicazione della politica monetaria si è molto ridotto, dal momento che le banche centrali si trovano spesso in una situazione quasi schizofrenica, nella quale l'inflazione spinge ad aumentare i tassi di interesse, mentre allo stesso tempo l'economia stagnante richiede tagli dei tassi di interesse. [*42] L'attuale formazione di bolle, irrazionalmente basata sul reale sconvolgimento dei mezzi di produzione, rappresenta pertanto nient'altro che una mera eco, un riflesso, della globalizzazione neoliberista. Questa speculazione si sta già sviluppando in un contesto socioeconomico ed economico-politico che non dispone più delle possibilità di ritardare la crisi e trasferire la bolla speculativa di cui disponeva il capitalismo globalizzato guidato dai mercati finanziari. Inoltre, la fine della globalizzazione, e il protezionismo massicciamente propagandato e attuato in modo irregolare da Trump [*43], significa che Washington perde il suo status di "rifugio sicuro" in tempi di crisi. Finora, gli Stati Uniti hanno fatto affidamento sugli afflussi di capitali in tempi di crisi, cosa che ha avuto un effetto stabilizzante sull'economia statunitense, con la sua sfera finanziaria dominante. Washington non può più fare affidamento su questo. Infine, attraverso questa bolla dell'IA, si sta inesorabilmente alzando anche la barriera interna del capitale, [*44] che ora appare manifesta e visibile a tutti coloro che vogliono percepirla.[*45] Grazie a questi aumenti di produttività, il capitale si sta liberando della propria sostanza, ovvero del lavoro che crea valore nella produzione di merci. L'ampio utilizzo dell'intelligenza artificiale nell'economia, che al culmine del boom è ancora in fase di stallo e deve affrontare alcune difficoltà iniziali, vedrà molto probabilmente la sua svolta economica nel corso del crollo, il che farà aumentare massicciamente la pressione sull'innovazione e sulla produttività nel contesto della concorrenza spietata causata dalla crisi. Solo gli attori del mercato in grado di aumentare la propria produttività il più rapidamente possibile potranno sperare di sopravvivere alla tempesta purificatrice della crisi imminente, quali che siano i costi per la società (sempre che la crisi imminente porti ancora a un regime di valorizzazione stabile a causa dei crescenti squilibri sociali e ambientali, cosa che non è affatto certa). Anche rispetto a questo, uno sguardo a come abbia avuto inizio l'economia della bolla finanziaria globale è illuminante: dopo lo scoppio della bolla delle dot-com tra il 2000 e il 2003, gli Stati Uniti hanno sperimentato la più grave riduzione dei posti di lavoro nell'industria. quando la forza lavoro industriale negli Stati Uniti si è sciolta da circa 17,2 a 14,3 milioni.[*46] Qualcosa di simile ce lo possiamo ora aspettare nel settore dei servizi.[*47] E in proposito, va detto che è stata l'economia della bolla finanziaria dell'era neoliberista, basata su una montagna di debito in costante crescita, che ha ritardato la contraddizione interna del capitale, che avanzava da decenni attraverso quelli che erano gli effetti economici qui sopra delineati. Ora, l'economia globale in deficit sta barcollando verso il suo punto di origine sistemico, dove sta la sua fine. [*48].

- Tomasz Konicz [***] - Novembre 09, 2025 -

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NOTE:

1 https://www.nytimes.com/2025/10/27/briefing/is-ai-a-bubble.html

2 businessinsider.com/bill-gates-ai-bubble-similar-dot-com-bubble-2025-10

3 https://apnews.com/article/ai-bubble-warnings-bank-of-england-imf-b15e54f6d06992371ee39b27f4e6da3a

4 https://www.ft.com/content/b0038b6f-d83d-4a6a-803a-fa089e2d10ef

5 https://www.konicz.info/2022/10/02/die-subjektlose-herrschaft-des-kapitals-2/

6 https://www.konicz.info/2019/01/28/die-urspruenge-der-krise/

7 https://de.wikipedia.org/wiki/Dotcom-Blase

8 https://francosenia.blogspot.com/2024/04/anche-linformation-tecnology-va-sbattere.html

9 https://www.konicz.info/2006/11/30/keine-weiche-landung/ https://www.konicz.info/2007/03/05/vor-dem-tsunami/

10 https://www.konicz.info/2021/04/13/oekonomie-im-zuckerrausch-weltfinanzsystem-in-einer-gigantischen-liquiditaetsblase/ https://konicz.substack.com/p/gefangen-in-der-liquiditaetsblase

11 https://jungle.world/artikel/2023/03/fahren-auf-sicht

12 https://www.gurufocus.com/news/2989169/aidriven-data-center-investments-to-reach-29-trillion-by-2028

13 https://www.datacenterdynamics.com/en/news/ai-could-drive-67-trillion-investment-in-data-centers-maybe-claims-mckinsey/

14 https://www.economist.com/business/2025/07/31/who-will-pay-for-the-trillion-dollar-ai-boom

15 https://www.economist.com/finance-and-economics/2025/09/07/what-if-the-ai-stockmarket-blows-up

16 https://www.marketwatch.com/livecoverage/stock-market-today-dow-s-p-500-and-nasdaq-set-for-mild-recovery/card/ai-adoption-rate-is-trending-down-for-large-companies-survey-shows-vBosmsYRiO5cy0CQ9O2o?mod=article_inline

17 https://aimagazine.com/news/mit-why-95-of-enterprise-ai-investments-fail-to-deliver

18 https://www.nytimes.com/2025/10/27/briefing/is-ai-a-bubble.html

19 https://www.marketwatch.com/story/the-ai-bubble-is-17-times-the-size-of-the-dot-com-frenzy-this-analyst-argues-046e7c5c

20 https://francosenia.blogspot.com/2025/02/ia-lultima-bolla.html

21 https://www.marketwatch.com/story/the-ai-bubble-is-17-times-the-size-of-the-dot-com-frenzy-this-analyst-argues-046e7c5c

22 https://www.nytimes.com/2025/10/27/briefing/is-ai-a-bubble.html

23 https://www.economist.com/finance-and-economics/2025/09/07/what-if-the-ai-stockmarket-blows-up

24 https://www.economist.com/business/2025/07/31/who-will-pay-for-the-trillion-dollar-ai-boom

25 https://www.investmentexecutive.com/news/research-and-markets/u-s-corporate-debt-hits-record-mark-in-q3-sp/

26 https://www.bloomberg.com/news/features/2025-10-07/openai-s-nvidia-amd-deals-boost-1-trillion-ai-boom-with-circular-deals

27 https://finance.yahoo.com/news/fried-chicken-becomes-part-ai-124658748.html

28 https://www.economist.com/finance-and-economics/2025/09/07/what-if-the-ai-stockmarket-blows-up

29 https://www.wired.com/story/data-center-ai-boom-us-economy-jobs/

30 https://www.economist.com/finance-and-economics/2025/08/18/how-americas-ai-boom-is-squeezing-the-rest-of-the-economy

31 https://jungle.world/artikel/2024/16/kuenstliche-intelligenz-energieverbrauch-klimawandel-mehr-hunger-mehr-durst

32 https://www.investing.com/analysis/equity-ownership-by-households-at-alltime-high-should-investors-be-concerned-200649474

33 https://www.konicz.info/2008/01/23/middle-class-sturzt-ab/

34 https://www.bloomberg.com/news/articles/2025-09-16/top-10-of-earners-drive-a-growing-share-of-us-consumer-spending

35 https://www.bloomberg.com/news/articles/2025-09-16/top-10-of-earners-drive-a-growing-share-of-us-consumer-spending

36 https://www.konicz.info/2021/08/08/dreierlei-inflation/

37 https://www.konicz.info/2023/09/07/geldpolitische-schizophrenie/

38 https://www.konicz.info/2021/11/16/zurueck-zur-stagflation/

39 https://francosenia.blogspot.com/2025/04/cambio-valuta.html

40 https://www.ft.com/content/3cd43bba-35ca-4b23-8c1c-c8aa1824f341

41 https://www.konicz.info/2020/10/27/vergleich-der-krisen-2020-vs-2008/

42 https://www.konicz.info/2023/09/07/geldpolitische-schizophrenie/

43 https://www.nytimes.com/interactive/2025/11/05/business/economy/trump-tariffs-us-imports.html

44 https://www.konicz.info/2025/05/26/trump-an-der-inneren-schranke-des-kapitals/

45 Verstrahlte altlinke Ideologen und postlinke Opportunisten ausgenommen. Siehe: “Der linke Blödheitskoeffizient” https://www.konicz.info/2020/12/09/der-linke-bloedheitskoeffizient/

46 https://www.bls.gov/opub/btn/volume-9/forty-years-of-falling-manufacturing-employment.htm

47 https://www.konicz.info/category/kuenstliche-intelligenz-ki/

48 https://www.konicz.info/2011/12/23/die-krise-kurz-erklart/

venerdì 7 novembre 2025

La critica del Materialismo Storico, e del Capitalismo, in quanto Idealismo Reale

È a partire da metà degli anni '80 in poi, che Robert Kurz rompe con quello che allora - nel contesto della Neue Marx-Lektüre (Nuova lettura di Marx) - veniva chiamato "marxismo tradizionale"; vale a dire, una «specifica comprensione sociologica della socialità e delle formazioni sociali». Detto in altri termini, si trattava di un'interpretazione che aveva eliminato e bandito tutta quella che era allora la critica delle forme sociali capitalistiche (la critica categoriale), che nella critica marxiana del feticismo era esplicita, al punto che nel XX secolo veniva condivisa sia dalle tradizioni marxiste ortodosse che da quelle eterodosse. Va detto che una delle modalità della rivoluzione teorica  - portata avanti da una lettura di Marx che stavolta enfatizzava il valore creato dal lato astratto del lavoro, e dal feticismo della merce -  è stata quella di voltare le spalle al materialismo storico del Marx essoterico e dei marxisti. Qui di seguito un estratto, assai denso sul piano teorico, della critica svolta da Kurz al materialismo storico:

«Vediamo come, a questo punto, stia già diventando evidente il modo in cui il marxismo tradizionale sia rimasto completamente ostaggio e prigioniero do quella che è la vera metafisica dell'era moderna. Vediamo che il suo "materialismo" - il quale non cessa mai di celebrare quel ramo che gli corrisponde e che si trova nella Storia della Filosofia Occidentale - non rappresenta altro che una riflessione affermativa che riguarda uno degli aspetti della relazione di valore (o relazione di capitale), vale a dire una riflessione affermativa su quel materialismo sostanziale proprio della riduzione fisicalista, un materialismo nel quale il mondo naturale appare come se fosse già stato rimodellato dall'astrazione reale capitalistica. Si tratta di quel devastante materialismo che caratterizza una forma feticista di riproduzione che sta distruggendo e schiacciando la biosfera terrestre. Logicamente, nel pensiero marxista, a questo materialismo sostanziale-fisicalista, che vede positivamente una natura rimodellata in modo distruttivo, corrisponde un materialismo sostanziale-sociale del "lavoro", che rappresenta a sua volta quale sia l'agente di un simile rimodellamento. Questo «materialismo» legato all'ontologia marxista del lavoro, con la sua fede in una scienza meccanicistica della natura, è assai lontano dal voler superare l'idealismo formale della tradizione filosofica apparentemente nemica; esattamente come fa il pensiero borghese, di cui esso costituisce in sostanza un prolungamento e un aggiornamento, dove non fa altro che essere complementare a un tale idealismo.

Da questo punto di vista, Hegel non è stato affatto rimesso sui suoi piedi; quei piedi corrono più che mai sulla base delle istruzioni che vengono loro dettate dalla testa, vale a dire dal principio essenziale ideale-formale del capitalismo. Se decifrate nei loro termini sociali, allora le relazioni feticistiche «metafisico-reali» sono sempre simultaneamente anche degli «idealismi reali», esacerbati da un idealismo reale capitalistico, ora per la prima volta immanente: quello del «soggetto automatico», il quale assume le sembianze della valorizzazione del valore; ossia quelle di un looping cibernetico dell'astrazione reale «valore» su sé stessa. Ironia della sorte, il materialismo reale del lavoro e della scienza capitalistica della natura, anziché proporsi come il rovescio dell'idealismo reale della forma-valore, si mostra invece semplicemente come se non fosse altro che la sua manifestazione pratica.

L'astrazione reale del valore rappresenta uno stato e una forma di esistenza che viene assunta dalla prassi astratta-reale del lavoro, e viceversa; ed è proprio per questo che il lavoro astratto costituisce il modo in cui il principio sociale non materiale essenziale, si impadronisce in maniera terrificante del mondo materiale. L'«idealismo oggettivo» propugnato da Hegel, rimane pertanto, in un certo senso, persino più pertinente del «materialismo oggettivo» del pensiero marxista; con la differenza che Hegel concepiva l'idealismo reale capitalistico in termini apologetici, ovvero come movimento positivo di auto-mediazione dell'essenza astratta-reale, la cui negatività, e spietata distruttività, vengono in tal modo del tutto ignorate. Quanto al materialismo marxista, anche quando esso riesce ad aprirsi la strada verso la critica – benché si tratti sempre di una critica sostanzialmente monca e ostinatamente aggrappata all'immanenza –, ciò avviene proprio per il fatto che esso ignora il carattere specifico dell'astrazione sociale reale.

In quanto astrazione, il valore (o il lavoro astratto) continua in qualche modo a passare per essere una cosa che viene pensata, e quindi come se fosse un'idealità (negativa). Solo che in questo caso tale idealità non è né soggettiva né semplicemente riflessiva; non si tratta di un'idealità fatta di astrazioni puramente nomologiche (del linguaggio o del pensiero), bensì, al contrario, si tratta di un'idealità oggettivata da quelli che sono dei processi storici, e che viene «materializzata» a partire da una prassi coercitiva. Se vogliamo criticare appieno la sostanzialità negativa della relazione feticistica capitalista, non serve rimettere sui suoi piedi l'idealismo oggettivo hegeliano: si tratta piuttosto di tagliare quella testa che costituisce l'astrazione reale. Solo questo finirebbe per concretizzarsi finalmente  in una prassi liberatoria, la quale trascenderebbe per davvero l'esistente e che, anziché continuare a rimodellare in modo compulsivo sia il mondo degli uomini che quello della natura, riuscirebbe a distruggere il principio fondamentale di tale prassi distruttiva.»

( Robert Kurz, da "La sostanza del capitale", Parigi, L'Echappée, 2019, p. 43-44.)

fonte @Palim Psao

Il preludio teorico alla sconfitta…

Se da una parte, ne "La società dello spettacolo" (§ 94) - facendo riferimento, riguardo alla Spagna del 1936, all'azione della CNT e della FAI - Guy Debord scriveva che «Nel 1936 l'anarchismo ha realmente condotto una rivoluzione sociale e l'abbozzo, il più avanzato che mai si sia visto, di un potere proletario», per poi sottolineare immediatamente subito dopo come «il movimento anarchico organizzato si è dimostrato incapace di estendere le mezze-vittorie della rivoluzione e anche solo di difenderle.  I suoi capi riconosciuti sono divenuti ministri, e ostaggi dello Stato borghese che distruggeva la rivoluzione per perdere la guerra civile.»; dall'altra va però sottolineato come, nel 1979, traducesse dal castigliano con Alice Becker,il testo anonimo "Protesta davanti ai libertari del presente e del futuro sulle capitolazioni del 1937" scritto da un membro incontrollato della Colonna di Ferro. Questo classico della Critica di quella che è stata un'immagine, in gran parte mitizzata, della Rivoluzione spagnola, soprattutto durante il periodo successivo alla seconda guerra mondiale, costituisce una messa in discussione, da parte di un miliziano anarchico, delle politiche dei dirigenti della CNT e della FAI durante la guerra civile: vale a dire, della partecipazione al governo, dell'accettazione della militarizzazione delle milizie, dell'abbandono dei collettivi agricoli libertari istituiti nelle regioni che in Aragona erano state liberate dagli anarchici,  e infine della rinuncia a confrontarsi apertamente e militarmente con il terrore stalinista, che reprimeva la rivoluzione al fine di imporre una strategia di coalizione con la borghesia repubblicana. I discorsi sul silenzio e sull'atteggiamento timido o riservato della direzione della CNT nei confronti delle esperienze di comunismo libertario che fiorirono durante la “breve estate dell'anarchia” si moltiplicarono a partire dagli anni '70-'80. Si veda recentemente la trilogia, in tre volumi, dei Giménologues, "Les Chemins du communisme libertaire en Espagne 1868-1937"(Edizioni Divergences) che ripercorre in dettaglio la storia della rivoluzione spagnola, i primi abbozzi del comunismo libertario nelle comunità aragonesi, l'anticapitalismo tronco che ha segnato profondamente il movimento operaio, le sue tendenze contraddittorie e l'integrazione di un'intera ala anarco-sindacalista nel campo della modernizzazione di mercato, tecnofila e industriale: il preludio teorico alla sconfitta.

fonte @Palim Psao

giovedì 6 novembre 2025

Differenze...: Kurz, Castoriadis e l'Unione Sovietica !!

   Per Kurz, il nucleo del capitalismo non consiste, semplicemente, nella proprietà privata, oppure nell'esistenza e nella presenza della borghesia, quanto, piuttosto nella produzione generalizzata di merci, nella centralità del lavoro astratto (in quanto astrazione reale), e nel feticismo (in quanto inversione reale), così come nella ricerca infinita della crescita e della produttività.
Tuttavia, l'Unione Sovietica aveva conservato e stabilito tutti questi elementi, e lo aveva fatto nella forma di quella che apparve come un'accumulazione socialista primitiva; e così facendo aveva cercato, in un modo che era sia accelerato che autoritario, di stabilire tutte le forme fondamentali di socializzazione di una vita capitalistica, mediate dal valore, dal lavoro, dal denaro e dallo Stato. Ciò che cambiava, era solo il fatto che era lo Stato che veniva a svolgere il ruolo di capitalista collettivo, di imprenditore di quella che appariva a tutti gli effetti come una modernizzazione in ritardo. Pertanto, il bolscevismo finì per essere ossessionato dall'industrializzazione (vedi, i piani quinquennali, le macchine, ecc.), così come dal feticismo e dalla disciplina del lavoro. La classe operaia non si era affatto emancipata: ma era stata piuttosto assoggettata a un apparato statale, il quale si era incaricato di farla produrre sempre di più, e di realizzare così, attraverso e grazie alla mediazione burocratica - e non più attraverso il mercato -  quella che era la relazione-feticcio del Capitale: che finiva così per essere un soggetto automatico di una valorizzazione che veniva riprodotta da tutti. Kurz parla perciò di un "socialismo del lavoro", il quale ha riprodotto, alla fine, la solita logica capitalistica, ma in un'altra forma. Per Robert Kurz, il lavoro non è affatto una realtà naturale, o neutra. Il lavoro, è una forma sociale, specifica del capitalismo: la forma di attività preformata dal fine astratto in sé del denaro. Esso. è l'attività della moltiplicazione del denaro che avviene attraverso la produzione di merci. La rivoluzione sovietica ha così stabilito, e ha preservato, la centralità del lavoro, e così facendo ha pertanto preservato anche il Capitale (facendolo però senza che ci fosse il quadro della competizione e della concorrenza tra degli attori privati; cosa che invece è centrale nelle dinamiche immanenti del capitalismo e della sua costrizione alla produttività, e quindi in quelle della sua crisi e del suo crollo specifico). L'URSS non ha abolito il capitale, poiché non ha abolito il lavoro astratto.

   A differenza di Kurz e della Wertkritik, per Castoriadis invece il lavoro non è di per sé un problema. Castoriadis non tematizza la nozione di lavoro astratto, o quella di astrazione reale che si trova in Marx. Il problema, per Castoriadis, è chi organizza il lavoro, e in quale quadro di potere tale tematizzazione avviene. L'obiettivo è l'autogestione e l'autonomia dei lavoratori, e non l'abolizione della forma lavoro. Castoriadis non vede il lavoro come una forma storica legata al capitalismo, ma come se fosse un'attività umana, da riorganizzare democraticamente.

Per Kurz, la sfida è: abolire il lavoro. Per Castoriadis la sfida è: autogestire il lavoro.

fonte: @palim psao

martedì 4 novembre 2025

Una vecchia signora indegna…

Lettera a Lola
- di Freddy Gomez -

   Arriva sempre un'età in cui l'età viene a ricordati l'età che hai. Non importa quanti calci dai quel barattolo che continui imperterrito a far rotolare lungo la strada, mentre pensi a qualcos'altro, come se niente fosse, ma il semaforo continua a essere lì, e ora lampeggia. A me è successo quando c'era ancora il movimento dei Gilet Gialli, mentre sugli Champs-Élysées cercavo di unirmi a un gruppo di giovani compagni che venivano inondati di gas lacrimogeni. Mi trovavo in rue La Boétie, all'incrocio con gli Champs-Elysées.
- «Dove stai andando, nonno?», mi disse un omone sulla quarantina col suo gilet giallo, prendendomi per un braccio. Stava controllando gli ingressi al campo di battaglia.
- «Sugli Champs-Elysées», risposi (sforzandomi di non aggiungere «Idiota»), «vado a raggiungere i miei amici.»
- «Non ci pensare nemmeno, nonno. Stanno sparando da tutte le parti. Abbiamo soprattutto bisogno di combattenti, là fuori
- «E tu allora cosa fai qui?» - « Impedisco a tipi come te di andare al massacro.» Due volte "nonno" in tre minuti, rappresenta un grande significante che mi è arrivato in piena faccia: «Vista la tua età, tu non servi a niente». Per la miseria, ero furioso!

    A pensarci bene, Lola, questa è stata la prima volta in cui mi sono sentito veramente vecchio. Tutt'a un tratto, di colpo. Vecchio agli occhi di un altro, probabilmente di un bravo ragazzo, facente parte del mio stesso campo, premuroso, ma tuttavia privo di qualsiasi eleganza linguistica nel formulare le sue lodevoli intenzioni. Un gilet giallo, insomma, rozzo e grossolano. Come piacciono a me. A parte lui. Alla fine, sono poi tornato indietro per unirmi a un corteo che si stava dirigendo verso Place de l'Opéra, dove si stava svolgendo un altro raduno. Questo però era tranquillo, colto ed ecologista. Alternativo (da cima a fondo) in breve. In ogni caso, senza rischi. Ci si annoiava a morte. Sono riuscito a avere notizie della mia banda degli Champs. Stavano bene, i giovani, ed era questo l'importante. E io, vecchietto, mi sono addormentato all'improvviso, come per fuggire in dei sogni che non sono arrivati. Quando ero giovane, Lola, a me i vecchi piacevano. Spesso, i miei anziani erano anarchici spagnoli. Ovvio, provengo da lì. È la mia matrice. Per molti versi, a parte il fisico, trovavo che loro fossero più giovani di noi. E con quello che ai miei occhi era un vantaggio, innegabile: avevano vissuto i tempi della più estrema sconfitta – la disfatta della rivoluzione spagnola del 1936, e della "bella estate dell'anarchia" – senza mai abbandonare e tradire i loro sogni di emancipazione. Ci credevano ancora, e sempre. E questo malgrado tutti i tradimenti e nonostante il mondo fosse andato avanti. Ci credevano perché era la loro vita di esuli a esigerlo. O bere o affogare. Sono stati loro la mia Università; una Scuola di Resistenza. Assai più di quanto lo sia stata l'altra, in ogni caso, quella vera, quella in cui, da studente di storia, ho vissuto il tempo dei simulacri del dopo 68.

   La tua esperienza, Lola, quella che tu dispieghi in tutti i tuoi libri [*1], è singolare, lo è naturalmente, come lo sei tu stessa, voce di un'estrema sinistra della quale hai fondato il pensiero e che coincide piuttosto bene con gli apolidi dell'appartenenza, con coloro che sono al di fuori delle identità fisse, e con quelli che sono i disertori delle avanguardie militanti e dei loro seguaci. Questa dissidenza - con i suoi contorni incerti - è, in sé e quasi per natura, un mondo di solidarietà in miniatura. Ci si conosce, ci si frequenta, si litiga tra noi, ma lo si fa, né più né meno, quanto lo si faceva negli "ambiti liberi" di quella che era un'anarchia sperimentale all'inizio del XX secolo, dove l'amore libero, il veganesimo e il neo-malthusianesimo dovevano gettare le basi di un anarchismo naturista di cui, ancora oggi, risuonano, seppur attenuati, alcuni echi. A dimostrazione che, delle vecchie battaglie del  passato, non si perde mai nulla, del tutto. E questo uno dei fili conduttori che compongono l'ossatura del vostro "manifesto della disobbedienza senile", il quale ha il pregio di affrontare dei temi poco divertenti, come la vecchiaia, la dipendenza, l'imminenza della morte, facendolo senza mai cadere nel patetico, o nella nevrosi.A tal proposito, il tuo libro, "Invecchiare senza tempi morti, morire senza ostacoli", è un successo. A volte ridiamo perfino, e francamente, va detto che non è certo cosa da poco: vi si impara molto, e ci piace notare che - da Debord a Lasch - i vostri riferimenti sono quelli giusti.

   È vero, Lola, che leggendoti ho pensato spesso, come hai fatto tu, a "La Vieille Dame indigne", di René Allio [*2], a questa Madame Bertini – magnificamente interpretata da Sylvie – che, alla morte del marito, e a sessant'anni, vende, con grande dispiacere dei suoi eredi, l'azienda di famiglia ormai fallita, e, buttando via tutti i suoi averi, compra un'auto e parte per un'avventura insieme alla cameriera di un bar con la quale è diventata amica, e con un calzolaio con una forte inclinazione libertaria. In questo film, c'è quel medesimo spirito di libertà che si attacca alle suole di chi cammina controvento. «Chi può decidere» - scrivi - «dei nostri presunti diritti e doveri di “anziani”? Che una nonna si occupi dei suoi nipoti solo quando e come vuole o per niente, che un nonno si cimenti in prove sportive, che si indossino ancora giacche di pelle, jeans attillati, gonne corte e capelli lunghi, che ci si sposti ancora in bicicletta o in moto, che si beva alcol e si assumano droghe, che si partecipi a manifestazioni, a picchetti o a sit-in, che si sia ancora in grado di rubare nei supermercati o di frodare gli aiuti statali; ecco, questo sì che è uno vero scandalo!» (pagg. 38-39). Insomma, tutto piuttosto che essere nella categoria dei "buoni vecchi" sottomessi, decorativi, ordinati, educati e come se si scusassero sempre per essere ancora lì. La vecchiaia può anche essere un'opportunità, l'occasione per mandare al diavolo gli adulti in buona salute, dinamici e poliedrici, il cui unico e poco invidiabile talento è quello di saper camminare velocemente a testa bassa, con lo sguardo fisso sui loro schermi del nulla. Superata la frontiera della necessità, ovvero del lavoro alienante e del veleno mentale che questo induce, l'inattivo attivo – ad esempio, il pensionato che manifesta – avrà sempre un vantaggio rispetto all'inattivo compulsivo (per eccellenza, il quarantenne in giacca e cravatta, stretta quanto il suo universo mentale) dal momento che egli vede il mondo e la propria vita con gli occhi della curiosità e con lo sguardo dell'infanzia. Come te, Lola, quando ci regali, come viatico, questa citazione di Brel, tratta da La Chanson des vieux amants (1967):
«C'è  voluto molto talento, per essere invecchiati senza diventare adulti.»

   E poi c'è tutto il resto che spesso fa rabbrividire, ma anche sorridere, grazie alla tua penna vivace, iconoclastica e tagliente. Come se, nella tua testa da ribelle senza età, l'importante fosse non cedere mai alle chiacchiere comuni, al miserabilismo, alle religioni e alle loro elemosine spirituali. Il resto è rappresentato dalla povertà in cui vivono alcuni anziani, dalla dittatura delle apparenze, dagli amori e dalla barriera dell'età, dalla morte in libertà. Commoventi, Lola, sono le pagine che dedichi a tuo padre Génia, ottantacinque anni, e a tua madre Aliocha, ottantanove, che hai accompagnato con orgoglio fino alla fine nella loro volontà di suicidio assistito. Oggi porti avanti questa lotta impegnandoti nell'associazione Ultime Liberté. Al punto da «militarvi», tu, la scandalosa, che hai sempre disprezzato il militante come stadio supremo dell'alienazione.

   «L'infanzia e la giovinezza» - scrivi nella conclusione del tuo libro - «sono costellate di tappe iniziatiche fatte di apprendimento e scoperta. Se si sa tenere gli occhi e la mente ben aperti [...], in realtà l'iniziazione non ha mai fine».
E tu lo scrivi e lo dimostri ogni giorno con il tuo impegno. Grazie a te, Lola, e un bacio da Black Vioque.

- Freddy GOMEZ - Pubblicato il 3/11/2025  su A Contretemps -

LOLA MIESSEROFF, " VIEILLIR SANS TEMPS MORT, MOURIR SANS ENTRAVES. Manifeste de désobéissance sénile". Libertalia, 2025, 104 p.

NOTE:

[1] "Voyage en outre-gauche" (2018), "Fille à pédés" (2019), "Davaï !" (2022), tutti e tre editi da Libertalia.

[2] Film uscito nel 1965, ispirato a un racconto di Bertolt Brecht. In italiano: "Una vecchia signora indegna"

lunedì 3 novembre 2025

Il Segno distintivo dell’Individuo !!

Il modo in cui Shlomo Sand ha inventato sé stesso
- di Brigitte Stora -

   È stato nel 2008 che lo storico israeliano Shlomo Sand si è fatto conoscere grazie alla pubblicazione di un libro dal titolo evocativo: "L'invenzione del popolo ebraico". Più tardi, avrebbe scritto anche: "Come è stata inventata la Terra di Israele", e poi, infine, "Come ho smesso di essere ebreo", aggiungendo: «Trovando difficile sopportare che le leggi israeliane mi impongano l'appartenenza a un gruppo etnico fittizio, e ancora più difficile il sopportare di apparire al resto del mondo come il membro di un club di funzionari eletti, desidero dimettermi e smettere di considerarmi un ebreo». Osiamo sperare che l'uomo, nato nel 1946 in un campo in Germania, si fermi lì, e che non ci fornisca i mezzi per porre fine a questa impostura... C'è da ridere di questo, e vien da chiedersi perché mai tanta energia nel negare tutto questo... che non esiste. Se un autore scrive un libro sul suo odio per i Pink Floyd, per esempio, se considera che questa band sia un bluff, plagiaria e assai poco interessante, c'è da scommettere che di certo non riceverà un'accoglienza strepitosa. Semplicemente perché chi ama i Pink Floyd non lo comprerà, e chi non li ama non si dedicherà di certo a leggere un libro su di loro... Così, analogamente, si può prendere un altro gruppo musicale, o un altro popolo, e il risultato sarà sempre più o meno lo stesso; ma con gli ebrei, a quanto pare è diverso, visto che questo popolo suscita una passione triste, e un libro scritto da un ideologo che vuole spiegare come esso non esista, ha invece suscitato quella che sembra una vera e propria mania. Più di 200.000 libri venduti, sono un successo enorme. E lo è anche per quello che c'è scritto nel libro, arrivando così a essere forse questo il fenomeno più inquietante. «Libro coraggioso», titola la rivista "L'Histoire", «decostruzione di una storia mitica», «la fine di un tabù». Evidentemente, a quanto pare, l'auto-annullamento è una passione. E in realtà questo best seller è davvero divertente. In poche centinaia di pagine molto indigeribili, Shlomo Sand raccoglie e mette in fila tutta una serie di dati storici e ideologici, e il suo verdetto è irrevocabile: non esiste alcun popolo ebreo, perché non c'è nessuna etnia ebraica. La prova sarebbe quella che la maggior parte degli ebrei sono convertiti, e pertanto non hanno alcuna legittimità per poter rivendicare una storia di duemila anni! La sua conclusione, e il suo punto di partenza, finiscono per dimostrare che i discendenti degli antichi ebrei probabilmente sono  i palestinesi di oggi, e quindi sono loro a essere più legittimi, in questa terra degli israeliani. L'etnia in quanto tale da sé sola è legittima: «accidenti, quella non può mentire», «la terra non mente» ed è essa che appartiene al gruppo etnico! E ad adottare questa strana lettura, non sono Maurras, Barrès o Bouteldja, ma uno storico israeliano! Questo saggio, essenzialmente polemico, è tuttavia costruito a partire da un approccio storico; per lo storico si tratta di dimostrare un a priori ideologico, facendolo attraverso e grazie alla Storia. Questo libro avrebbe potuto passare inosservato, ma tuttavia si può scommettere che esistono anche altre opere, sul medesimo tema, che affrontano per esempio la questione della verità scientifica dei popoli francesi, curdi o kirghisi, ma che difficilmente avrebbero suscitato così tanta passione. Qui, per pudore, non ci soffermeremo sui siti islamisti, negazionisti, e francamente antisemiti, i quali riportano questo "scoop". Lo stupore (se più o meno esiste ancora!) proviene piuttosto dall'accoglienza che, a sinistra, alcune persone hanno riservato a Shlomo Sand. Questi progressisti di "Le Monde diplomatique", tra cui Polítis, Mediapart e altri famosi programmi di "France Inter", non la finiscono mai di lodare questo libro, in quanto prova inconfutabile di una menzogna storica! Avremmo anche potuto smettere di preoccuparci, o semplicemente potevamo riderci sopra; insomma, per questi difensori dell'immigrazione e del meticciato, è l'etnia quella che costituisce il popolo e la nazione e, di conseguenza,  anche la sua legittimità! Come può uno storico israeliano adottare, sulla propria storia, il punto di vista dei suoi stessi nemici? Dove, e come, si trovano codesti "ethnos" di cui si parla nel sionismo e nell'ebraismo? Senza dubbio, così facendo, lo storico, accecato dal proprio risentimento, ora ascolta solo i nemici del suo popolo, ma lo fa guardandosi nello specchio distorto dell'Altro, e finendo così per rischiare di fallire o, peggio ancora, di ignorare noi stessi.

   La maggior parte delle nazioni moderne, sono state costituite politicamente al di fuori, e contro le idee di etnia. L'idea repubblicana, in gran parte è servita a plasmare tanto la nazione francese quanto l'identità francese. E qui, come altrove, si tratta soprattutto di costruzioni intellettuali, politiche e spirituali. La storia dell'umanità, è prima di tutto quella delle sue idee. Tuttavia, è proprio a partire da un'idea, e da un testo che è nato il popolo ebraico. Così, nella Torah, Abramo appare come il primo ad aver ricevuto il messaggio del Dio d'Israele, ma Abramo è nato a Ur in Caldea, nell'antica Mesopotamia, ecco che allora Dio gli chiede di lasciare il suo proprio paese, il suo villaggio, la sua famiglia e di andare, per lui (da lui), nella terra che Dio gli mostrerà. Ed è in questa partenza, in questo divenire e in questo esilio che Abramo diventa il primo ebreo, "Ivrit"; il primo traghettatore. Più tardi, sarebbe stato il popolo ebraico a nascere da sé solo. Anche in quel caso, infatti, viveva in schiavitù in Egitto e ha dovuto partire, attraversare le acque del Mar Rosso per poter tornare libero e portatore di una legge, ma questa libertà e questa terra non gli sono state concesse su una terra, bensì nel deserto. Ancora una volta, il popolo ebraico costruisce sé stesso nella partenza prima, e poi nell'esilio, nel non-luogo (nel vuoto del deserto), e attorno a un'idea: la parola, il testo, la legge prima ancora che lo Stato. Convertito: Abramo, ha convertito gli Ebrei usciti dall'Egitto; su questo non c'è dubbio. Partire, seguire un progetto, inventarsi, forse tutto questo non è altro che la Storia condensata di tutta l'umanità. La questione non consiste nella veridicità storica della Torah. E se l'archeologia biblica esprime dei seri dubbi circa l'autenticità dell'esodo, quella narrazione, e la sua commemorazione nella festa di Pesach (Pasqua) continuano ancora a essere affascinanti. Piuttosto, si tratta di cercare di comprendere in che modo e su che cosa ha funzionato un immaginario collettivo grazie al quale si è formato un popolo, un popolo eterogeneo di tutte le etnie, un popolo universale che porta il marchio e che tramanda le tracce di un libro. E questo perché, in tutto il mondo, dall'India al Marocco, passando per l'Etiopia o per la Polonia, ci sono stati gruppi umani, etnicamente molto diversi, che hanno celebrato questo passaggio, questa storia, che hanno dato ai propri figli (e anche a Shlomo) i nomi di personaggi biblici (che non sono affatto lontani dai nomi biblici). Tzipora, la moglie di Mosè, Ruth, e molte donne non ebree, nella Bibbia, giocheranno un ruolo fondamentale; lo stesso ruolo che viene assegnato al popolo ebraico: un popolo di contrabbandieri, di trafficanti, che ne trasmette il nome. Gli ebrei non sono legati a un gruppo etnico, ma a un Testo e a una Lingua. Inoltre, la vera costituzione della nazione ebraica in Palestina (una rinascita secondo alcuni) è legata innanzitutto alla sua lingua: l'ebraico, modernizzata, e in parte reinventata. In Israele, l'ebraico ha preceduto la nazione. La maggior parte degli israeliani proviene da mondi che sono ora ormai scomparsi. E questa nostalgia non può essere completamente curata né con un inno né in una bandiera. I loro genitori hanno assunto, il più delle volte attraverso l'ostilità degli altri, quella che era e continua a essere la loro discrepanza, la loro appartenenza plurale, precursori di un'identità plurale e moderna. In mezzo agli altri e separati. Nell'ebraismo l'alterità è concentrata nel rapporto con il divino, all'origine della vita c'è la separazione, ed è essa la condizione dell'alleanza. Per i terzomondisti, riconoscere l'alterità è forse un'impossibilità ontologica, ed è probabilmente per questo che il nome stesso di Israele pone loro un simile problema. Tuttavia, il discorso non verte sull'annullamento della collettività, bensì sulla sua condizione. Il segno distintivo dell'individuo non è proprio del giudaismo, ma è il paradigma della condizione umana, senza il cui riconoscimento non esiste altro che il totalitarismo. Che i nemici del "significante ebraico", e del nome di Israele, non possano sopportare l'ostinazione di esistere da parte di un popolo mille volte minacciato, e che quello stesso popolo trasferisca in uno Stato le critiche che un tempo venivano rivolte agli ebrei, tutto ciò è nell'ordine delle cose, ma il fatto che Shlomo Sand, israeliano di sinistra e ateo, non sia particolarmente preoccupato per il successo del suo libro lascia perplessi. Nel 2015, dopo l'omicidio del team di Charlie Hebdo, Shlomo Sand scrisse di aver visto in quel giornale «un odio manipolatorio volto a sedurre molti lettori, ovviamente non musulmani». L'odio era dalla parte dei morti...E il suo aveva finito per emergere, osceno, sotto la patina ideologica.

- Brigitte Stora - 24 Luglio 2017 -  fonte: @Palim Psao

domenica 2 novembre 2025

Contro il Divieto di Pensare !!

Adorno, una critica a "l'impegno" di Sartre

Theodor W Adorno disapprovava quella concezione dell'impegno che - secondo Sartre - metteva il pensiero e l'arte al servizio della diffusione di un messaggio politico.
Dopo la seconda guerra mondiale, Jean-Paul Sartre (1905-1980) si affermò come figura intellettuale di rilievo, irradiandosi ben oltre la Francia, e arrivando a toccare una gioventù che voleva aprire a un mondo nuovo, e forse lontano dai compromessi politici di alcuni dei loro genitori. Ed egli aveva affermato con forza che l'impegno, la capacità di scegliere da che parte stare - anche nell'arte -  era decisiva. D'altra parte, invece,Teodoro Adorno (1903-1969), disapprova la concezione che Sartre ha dell'impegno, e si identifica invece in una forma di impegno in quello che egli chiama "critica"; un approccio che non sia subordinato alle esigenze dell'azione pratica. L'aura di Sartre, era talmente grande che, nel 1962, il filosofo tedesco Theodor Adorno scrisse un testo critico intitolato "Impegno". In esso, Adorno difendeva le opere d'arte cosiddette "autonome", difficili da classificare troppo in fretta e che danno spunti di riflessione, rifiutando ingiunzioni all'azione che a volte, egli sostiene, "vietano di pensare". In particolare, egli dichiara che: «Lo scrittore è soggetto a un obbligo che è quello della cosa, e non quello della scelta», vale a dire, quello delle dolorose contraddizioni della realtà e del desiderio di aprire un percorso utopico al suo interno, lontano dalle facilitazioni che i grandi discorsi sull'impegno presuppongono. Solo così, secondo Adorno, si può creare un'arte veramente critica. In che modo la "critica" può essere considerata una forma di impegno? E più precisamente, in che modo, nell'opera di Adorno, è la questione della forma a essere coinvolta? Questo problema, lo ritroviamo in due suoi importanti testi: "Resignation" (1968) e "Commitment" (1962). In Resignation, Adorno si oppone a un approccio che consisterebbe nell'affidarsi a una totalità che sarebbe legata - in altre parole -  a una teoria globale, la quale dovrebbe essere essa a guidare la pratica. Allo stesso modo, in "Engagement", egli critica proprio l'opera d'arte che si mette al servizio di un messaggio, e che quindi cede a una totalità inesauribile. In entrambi i casi, il pericolo sarebbe quello di cadere in una chiusura, e a seconda dei casi la posta in gioco è ben diversa.
In proposito, Michèle Cohen-Halimi evoca il viaggio di Adorno verso l'esilio negli Stati Uniti, durante la Seconda Guerra Mondiale, avvenuto piuttosto tardi, nel 1937-38, e che lo porta in California. Laggiù conduce un lavoro collettivo molto importante sui pregiudizi antisemiti e razzisti, che lo porta a mobilitare un intero gruppo di ricercatori, sociologi, filosofi, economisti, psicologi, i quali studiano e interrogano quasi 2000 cittadini americani. Egli cerca di definire quale possa essere il potenziale fascista; vale a dire, come, in sostanza, l'ideologia fascista possa venir resa accettabile. Tornò in Germania nell'ottobre del 1949; un ritorno che non era affatto scontato, dice. Aveva la nazionalità americana, c'è anche da dire che gli ci è voluto molto tempo per ottenere un posto di insegnante, «e per molto tempo, di fronte alla possibilità di un'ondata neofascista in Germania, aveva pensato di ripiegare sulla Francia.». Gli ci volle molto per ottenere una cattedra, tanto che alcuni suoi colleghi dissero che «gli era stata concessa dietro compenso, e non per le sue qualità scientifiche». La solitudine di Adorno è immensa. Gilles Moutot ricorda che, con il suo insegnamento, alla fine degli anni '60 Adorno aveva lasciato il segno negli studenti, e nel 1968-69 era molto attento al movimento e alle proteste studentesche, e venne criticato da un certo numero di loro per il suo "radicalismo insufficiente": i suoi studenti lo rimproveravano di non essere abbastanza radicale e di non sostenere - come diceva all'inizio del testo "Resignation" - quelle che riteneva esse "azioni spettacolari e violente". "Resignation", è infatti  un testo del 1968. In fondo, il rimprovero a cui si è esposto è quello secondo cui si ritiene che egli non voglia trarre le conclusioni pratiche da quella teoria critica della società che egli incarna.

Références sonores
Archive. Jean-Paul Sartre, “Conférence sur l’écrivain” à la Sorbonne, le 30 novembre 1946
Texte. Jean-Paul Sartre, Qu’est-ce que la littérature ?  (1948)
Texte. Theodor W. Adorno, “Engagement” (1962), dans Notes sur la littérature, trad. par Sybille Muller, Flammarion, 1984, p. 291.
Extrait de l’Acte Ier de la pièce En attendant Godot (écrite en 1948 et publiée en 1952) de Samuel Beckett, mise en scène de Roger Blin, le 25 février 1979. Avec Jean-Paul Roussillon dans le rôle d’Estragon et Michel Aumont dans le rôle de Vladimir.
Extrait du 5ème tableau de la pièce Les Mains sales (1948) de Jean-Paul Sartre pour la Chaîne Nationale, le 16 décembre 1951. Avec André Luguet dans le rôle de Hoederer et Michel Vitold dans le rôle de Hugo.
Texte. Theodor W. Adorno, “Résignation” (1968), trad. par Nicole Gabriel, Antonia Birnbaum et Michel Métayer, dans la revue Tumultes, n° 17/18, 2002. Initialement prononcé par Adorno à l’occasion d’une allocution radiophonique en 1968.
Chanson. “I want to sit where Sartre sat” de Paul James Frantz (2009).

fonte: radiofrance

sabato 1 novembre 2025

La Reindustrializzazione della “Racket Alliance” !!!

Horst Wessel reinventato
- Osservazioni sul passaggio degli Stati Uniti alla fascistizzazione aperta -
di Tomasz Konicz
  [***]

«Stiamo andando a ucciderli. Praticamente, saranno morti.» (Donald Trump) [*1]

  L'assassinio del fascista Charlie Kirk – è questo il modo corretto di definirlo – avvenuto nel settembre 2025, segna un punto di svolta nel processo di fascistizzazione degli Stati Uniti, nel quale gli sforzi per stabilire un'egemonia del discorso di destra sono stati sostituiti da una repressione aperta. I discorsi che fa la destra, sulla libertà di espressione, che per anni hanno legittimato la disinibizione e l'imbarbarimento del discorso pubblico, stanno ora cedendo il passo alla tendenza a sopprimere apertamente tutte le opinioni dissidenti. L'amministrazione Trump, non solo vuole mettere a tacere le singole voci critiche, ma intende arrivare a controllare i mass media, che ora vanno messi in riga, così come devono essere attuati quegli attacchi - che ben presto avranno inizio -  ai movimenti e alle organizzazioni sia di sinistra che liberali che presto inizieranno. La repressione imminente, prende le mosse dalla lotta egemonica condotta con successo dalla destra in questi ultimi anni. La solidità dell'egemonia della destra è evidente già solo per il fatto che il fascista Kirk – che tra l'altro, letteralmente, rimpiangeva la schiavitù negli Stati Uniti [*2] – viene ormai definito dai media mainstream come se fosse stato un “attivista conservatore”. Gli omicidi, ormai dimenticati, dei deputati democratici del Minnesota, uccisi da un fanatico antiabortista di destra, si contrappongono al lutto nazionale decretato per il fascista Kirk. Per non parlare delle reazioni di Trump all'omicidio dell'antifascista Heather Heyer durante la sua prima presidenza nell'estate del 2017, sfociate in degli sprezzanti commenti presidenziali e in accuse indirette [*3], mentre ora si sta invece instaurando un sistema di delazione, che di fatto impone divieti di lavoro a tutti coloro che non vogliono mostrare simpatia per questo uomo di destra, il quale per tutta la propria vita, nella peggiore tradizione fascista, ha condannato, come opera del diavolo, ogni minimo sentimento di empatia. [*4] E, chiaramente va detto anche che lo scherno, l'esultanza, la gioia maligna con cui la sinistra radicale ha accompagnato l'omicidio di Kirk – ucciso in presenza dei suoi figli – è di per sé un segno del degrado pre-fascista. È riprovevole non solo per la semplice empatia umana, che non deve essere negata dal fascismo, ma anche per quelle che sono semplici considerazioni politiche: la destra statunitense sta costruendo un martire, un Horst Wessel, la cui morte violenta sarà il catalizzatore della fascistizzazione aperta degli Stati Uniti. Definendo il movimento di base decentralizzato “Antifa” come una “organizzazione terroristica”, il fascismo non solo vuole criminalizzare il movimento antifascista, ma crea anche delle opzioni di repressione, il più possibile vaghe, che possono colpire tutti i possibili gruppi e movimenti di opposizione. E tuttavia questa "Racket Alliance", che viene ancora abitualmente indicata come "l'amministrazione Trump", è ben consapevole delle proprie bugie e fantasie circa il presunto "terrorismo di sinistra", il quale dovrebbe tenere in una morsa gli Stati Uniti. Subito dopo l'attacco a Kirk, il Dipartimento di Giustizia ha rimosso dal suo sito web il suo studio sulla violenza estremista negli Stati Uniti [*5], secondo il quale, negli ultimi decenni, ben tre quarti di tutti gli atti politici di violenza erano attribuibili alla destra statunitense. Il dispiegamento della Guardia Nazionale nelle città controllate dai Democratici (Chicago, Portland), non ha alcun legame razionale con le proteste e con gli scontri localizzati nel corso dei quali le comunità di migranti disperati vengono provocate dalle molestie quotidiane messe in atto da parte delle squadre di cattura dell'ICE. Il giro di vite, viene accompagnato da delle purghe messe in atto nell'apparato statale, il quale è ormai saturo di estremisti di destra, o di opportunisti obbedienti a Trump. [*6] Nell'FBI, che è ora gestita dal clown del terrore di Trump, Kash Patel, nelle diverse ondate, sono stati licenziati [*7] gli investigatori che avevano indagato sul tentativo di colpo di Stato da parte di Trump del 2021. L'odiata autorità per l'immigrazione, ICE, che si sta trasformando in una milizia extra-legale, de facto legata al presidente, sotto la guida dell'estremista di destra Stephen Miller [*8], ha subito delle epurazioni simili, che hanno riguardato la sua leadership, nell'ottobre 2025, oltre a essere teatro di vaste nuove assunzioni [*9]. L'obiettivo, qui è quello di eliminare tutte le forze che si frappongono a un'escalation degli attacchi terroristici fascisti [*10] messi in atto nei quartieri, e sui settori della popolazione, dominati dai migranti e dai poveri. Il sistema giudiziario – che è stato a lungo dominato dalla destra americana [*11]– ora, sotto il procuratore generale Pam Bondi, funziona come strumento diretto del potere di Trump, volto a eliminare gli oppositori del presidente per mezzo di impeachment. Si tratta di una campagna di vendetta, che è caratteristica delle oligarchie autoritarie, nella quale la funzione dello Stato in quanto "capitalista collettivo ideale" viene sempre più erosa, nel mentre che degenera, in preda ai racket e alle reti oligarchiche che lo strumentalizzano per i loro interessi particolari. Anche l'esercito sta per essere allineato alla linea fascista dell'amministrazione Trump, la quale ora sta propagandando pubblicamente il suo intervento contro il cosiddetto “nemico interno[*12] . Le prime dimissioni di alti ufficiali militari sono già in corso, proprio in relazione all'azione illegale dell'esercito statunitense nella sua escalation contro il Venezuela.[*13]

Ampliamento della zona di repressione
In tal modo, la repressione si espande parallelamente al consolidamento del potere nell'apparato statale – prima sono stati i migranti e gli "illegali", ora tocca all'opposizione finire nel mirino – e non si tratta nemmeno esclusivamente della sinistra, ma anche semplicemente di quei movimenti, e gruppi liberali, non di destra, che ora sono sulla lista nera, persino insieme a quelle strutture conservatrici capitalistiche-democratiche, come la Fondazione Soros. Il ritorno del comico Jimmy Kimmel, che è stato licenziato dal gruppo Disney su istruzioni dell'amministrazione Trump, e che è tornato in onda dopo una campagna di boicottaggio, rappresenta una vittoria simbolica di Pirro. Il suo spettacolo non è importante, ha detto Kimmel al suo ritorno, il fattore decisivo è se la libertà di espressione durerà. E in un certo senso ha ragione. Ciò che è importante è il controllo sull'apparato mediatico e sull'industria culturale tardo-capitalista; e qui la trasformazione autoritaria sta avvenendo a una velocità vertiginosa. L'uomo di Trump a capo dell'autorità di regolamentazione dei media FCC, Brendan Carr, ha chiarito quali sono le nuove regole del gioco quando ha minacciato di revocare le licenze per le emittenti che trasmettono programmi critici nei confronti di Trump. Anche Trump è dello stesso parere, e vuole esplicitamente che la cronaca negativa sia punita con la revoca delle licenze dei media.[*14] Questa minaccia continuerà ad avere un suo effetto: le società dei media faranno attenzione a ridurre al minimo i comportamenti dannosi per le imprese, e tali comportamenti verranno sempre più associati alle critiche a Trump. I professionisti dei media, smetteranno semplicemente di comportarsi in modo dannoso per la loro carriera, cosa che porterà a estendere i soliti riflessi, fino all'autocensura – che uccide qualsiasi critica al sistema nel settore dei media – per tutto ciò che riguarda la persona del "presidente". La censura, prospera sulla minaccia ai membri della classe media, che hanno qualcosa da perdere, non sull'uso permanente di misure coercitive. Tuttavia, il fattore decisivo sono gli sconvolgimenti che l'industria culturale tardo-capitalista negli Stati Uniti sta affrontando. Sullo sfondo si profilano, sul mercato dei media statunitensi, giganteschi processi di concentrazione, che potrebbero consegnarlo quasi completamente al controllo della destra statunitense.Si sta delineando chiaramente una struttura oligarchica di proprietà e potere, simile a quella che conosciamo in Russia, Ucraina, Ungheria o nella Cina capitalista di Stato. L'impero di estrema destra, Fox News, del miliardario reazionario Rupert Murdoch [*15] potrebbe presto avere un concorrente nel miliardario tecnologico Larry Ellison, amico di Trump,[*16] il quale grazie ai suoi contatti diretti con la Casa Bianca ha ottime prospettive di ampliare il proprio conglomerato aziendale (che comprende CBS, Paramount e Skydance) con CNN, HBO/Warner Bros. e quote di TikTok. Ellison, sta già facendo spostare a destra l'emittente CBS [*17] e sta chiudendo il programma critico nei confronti di Trump, "The Late Show with Stephen Colbert" [*18], in modo non dissimile dai divieti ideologici (nessuna critica ai “mercati liberi”) che il proprietario del Washington Post (WP), Jeff Bezos, ha imposto al quotidiano di punta della stampa statunitense nel momento in cui Trump è salito al potere. [*19] Nel frattempo, il Washington Post, nei suoi commenti legittima i lavori di demolizione, di Trump, dell'ala est della Casa Bianca, finanziati tra l'altro da Amazon. [*20]

Capitalismo di Stato oligarchico?
Negli Stati Uniti, l'egemonia del discorso di destra è stata pertanto in gran parte completata, nel momento in cui le richieste centrali della destra – come quello di sigillare i movimenti dei rifugiati – sono diventate mainstream, vale a dire, una cosa condivisa anche da icone post-sinistra come Bernie Sanders. [*21] Da tempo ormai gran parte del dibattito politico negli Stati Uniti si svolge all'interno della destra sempre più frammentata; il che rende comprensibili le ipotesi secondo cui il fascista Charlie Kirk sarebbe stato assassinato dai concorrenti racket di estrema destra, apertamente antisemiti e fascisti [*22], come i Groypers [*23]. L'antisemitismo, in quanto manifestazione ideologica del feticismo sociale che si manifesta a causa della crisi, a partire da Israele fino al complesso di Epstein, nella destra americana costituisce tanto la linea di fronte ideologica decisiva , quanto il ponte trasversale verso la post-sinistra regressiva, personificata da figure come Marjorie Taylor Greene. [*24] In quelle che sono le fasi più manifeste di crisi, le tendenze verso il capitalismo di Stato prendono in genere il sopravvento, e questo perché lo Stato deve utilizzare le sue risorse e i suoi mezzi di potere al fine di sostenere e mantenere il vacillante processo di valorizzazione. Ciò accade indipendentemente dalla colorazione politica delle élite funzionali, e il che spiega, ad esempio, i parallelismi, nella politica economica degli anni '30, tra la Germania nazista e gli Stati Uniti di Roosevelt. Negli Stati Uniti, questa tendenza alla crisi sembra oggi aver luogo, nel 21° secolo, sotto forma di capitalismo di stato oligarchico. Quello che è in atto costituisce un intreccio tra oligarchia e Stato, dove i contatti personali, la fedeltà politica, le responsabilità politiche e le tangenti diventano decisive per poter stabilire il corso della politica economica. Quello che sta venendo sempre più alla ribalta, è lo Stato, ma allo stesso tempo questo Stato sta perdendo la sua funzione di "capitalista collettivo ideale" - quello che aveva come massima l'ottimizzazione del processo di valorizzazione a favore della società nel suo insieme, per mezzo della legislazione - diventando  invece ora sempre più preda di racket, cricche, ecc. La formazione autoritaria e l'erosione dello Stato, sono solo due facce della stessa medaglia. Il racket, protegge anche il suo popolo: dall'apparato statale, Trump non solo ha perseguitato i suoi oppositori personali, ma ha anche avuto un numero record di seguaci che sono stati graziati, e ha anche archiviato tutti i casi contro i suoi alleati corrotti, come l'ex capo dell'ICE Tom Homan. [*25] Non si tratta solo degli sforzi per la “reindustrializzazione” degli Stati Uniti, promossi dallo Stato, e delle partecipazioni statali, talvolta dirette a favore dei giganti economici in difficoltà, come Intel [*26]: la Casa Bianca sta anche assumendo il controllo politico su strumenti di regolamentazione che in precedenza funzionavano in modo deliberatamente neutrale. Oltre all'autorità di regolamentazione dei media FCC, che ora esercita pressioni politiche minacciando la revoca delle licenze, si tratta soprattutto della FTC, la Commissione federale per il commercio, i cui poteri di intervento e di vigilanza potrebbero essere strumentalizzati in futuro a fini di potere politico.[*27] La FTC, i cui compiti includono la protezione dei consumatori e della concorrenza - in particolare l'approvazione delle fusioni - veniva gestita in maniera apartitica. Trump, ha recentemente revocato la composizione apartitica della direzione dell'autorità, che aveva sempre visto la presenza di repubblicani e democratici, e l'ha sostituita con persone di sua fiducia. Ora, la Casa Bianca può intervenire direttamente nei processi di concentrazione di capitale negli Stati Uniti, e il che spiega le molte generose donazioni da parte dei titani dell'economia statunitense ai ridicoli progetti di costruzione di Trump, che scivolano in quello che ha il sapore di uno stile dolciario neo-stalinista, [*28] così come spiega i generosi accordi in tutte le cause legali del presidente degli Stati Uniti contro la CBS o Google. Per il successo economico negli Stati Uniti è ormai essenziale avere un buon filo diretto con la Casa Bianca, che vale milioni o miliardi di dollari, e il che non a caso ricorda le strutture di potere oligarchiche che prevalgono in Russia o in Cina. A ciò si aggiunge la corruzione diretta, nella quale i membri del clan Trump – fedeli al motto autoritario "Lo Stato, sono io" – espandono il proprio potere economico e politico, ricorrendo ai miliardi dei dispotismi a loro alleati nel Golfo. Electronic Arts, uno dei più grandi e controversi produttori di giochi al mondo, è ora stata rilevata da un conglomerato di fondi di investimento, in cui sono coinvolti il regime saudita e il genero di Trump, Jared Kushner. [*29] Affari, geopolitica e divulgazione dell'ideologia fascista - verso la quale la tossica cultura dei videogiochi è particolarmente ricettiva - convergono in accordi di questo tipo.

Fascismo o galera
La corruzione evidente, che assume persino forme monetarie sotto forma di una valuta meme Trump, [*30] una rottamazione autoritaria pubblicamente propagandata sui resti della democrazia tardo-capitalista: l'alleanza racket Trump dentro e fuori le spoglie della Casa Bianca ha definitivamente superato il Rubicone in direzione del fascismo, non si può più tornare indietro. Questo significa che i detentori del potere a Washington non possono più permettersi di perdere le prossime elezioni, se non vogliono rischiare di finire semplicemente in galera (solo Trump gode di ampia immunità grazie alla Corte costituzionale statunitense, dominata dalla destra). Da un lato, si stanno intensificando gli sforzi già in atto per manipolare i risultati elettorali, che si traducono nella ridefinizione dei collegi elettorali in base alle maggioranze repubblicane. Con il sostegno giuridico della Corte costituzionale reazionaria [*31], questa ristrutturazione, che avviene soprattutto negli Stati repubblicani, e che prevede la frammentazione dei collegi elettorali democratici e la loro integrazione in quelli repubblicani, porterà i democratici a dover vincere con “due o tre punti percentuali” (New York Times) [*32] affinché possano effettivamente riconquistare la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti. In un certo senso, vediamo attualmente in corso quella che è una corsa autoritaria contro il tempo, dapprima fino alle elezioni di medio termine del 2026, con Trump che vuole tenere aperte tutte le opzioni, nel caso il cosiddetto "gerrymandering" [*33] non dovrebbe bastare per mantenere la maggioranza repubblicana a Washington. Gli annunci pubblici del dispiegamento dell'esercito a livello nazionale, che Trump ha imposto alla leadership militare riunita in Virginia, [*34] gli attacchi provocatori da parte di milizie ICE, in gran parte di estrema destra, [*35] nei distretti dei migranti, il dispiegamento legalmente controverso e contestato della Guardia Nazionale nelle città democratiche:  questa militarizzazione e radicalizzazione della politica interna prepara il terreno per distorcere o addirittura impedire lo svolgimento di libere elezioni nel 2026. La crisi, l'escalation, deve essere provocata, se necessario, in modo da impedire con la forza una perdita di potere nel corso delle elezioni, nel caso in cui le maggioranze di destra non dovessero concretizzarsi a causa del rapido deterioramento della situazione sociale della maggioranza della popolazione. Ancora una volta, lo stato di emergenza farebbe da levatrice al fascismo, come si può vedere negli attacchi della Casa Bianca a città democratiche come Chicago [*36] o Portland [*37]: i discorsi di Trump su una guerra civile, in cui parla di "città in fiamme"; queste sono, da un lato, le solite fantasie di terrore proiettivo dell'estrema destra, dove la volontà di mantenere il capitale nel terrore si riflette anche nella sua crisi esistenziale. Se necessario, una crisi, o dei conflitti, verranno provocati con la forza al fine di trasformare in realtà le apparenti illusioni. Oltre all'escalation contro il "nemico interno", c'è anche il collaudato metodo imperialista dell'escalation militare esterna, che Trump sta perseguendo come parte della sua strategia pan-americana di dominio contro il Venezuela. Anche qui, il fascismo porta all'estremo i metodi imperialisti della crisi, opera consapevolmente e apertamente in un vuoto giuridico, dove egli fa a malapena uno sforzo per mascherare i suoi obiettivi imperialisti, nel vuoto discorso della democrazia e dei diritti umani, mentre propaga consapevolmente la brutalità e la disumanizzazione. [*38]  Ma l'ideologia fascista, così come personificata da Trump, con le sue bizzarre teorie del complotto, contiene anche parti di realtà distorta. I discorsi su uno stato di guerra e di caos nelle città americane, causato dagli Antifa e dai migranti, riflettono il processo di crisi a cui il fascismo fornisce la sua risposta terroristica sistemica. La miseria, l'emarginazione legata alla crisi, producono la violenza corrispondente, la formazione del racket nelle baraccopoli, la quale dà origine anche a una guerra civile anomica di bassa intensità negli Stati Uniti. I fine settimana a Chicago sono micidiali, [*39] molti quartieri poveri ricordano il Terzo Mondo. Ed è questa effettiva erosione sociale a essere reificata e personificata dall'ideologia fascista in quelle che sono le sue immagini nemiche (migranti, persone di sinistra, liberali, ecc.). Il processo di crisi socio-ecologica in cui si trova il capitalismo, spiega il fenomeno Trump: è già scritto sui ridicoli cappellini rossi di questo movimento fascista, che vuole solo rendere di nuovo grande l'America perché, dopo decenni di deindustrializzazione e disgregazione sociale, da 40 anni non è più grande. Il fascismo è essenzialmente la forma di crisi terroristica del governo fascista, motivo per cui il termine fascismo riflette adeguatamente il carattere del movimento MAGA. Non si tratta di una semplice oligarchia, né di un nuovo bonapartismo o qualcosa di simile: la crisi sistemica in cui versa il capitale sta dando slancio al fascismo come estremismo di centro nel XXI secolo, proprio come accadde negli anni '30 del XX secolo dopo il crollo del 1929. E anche il discorso di Trump sulla guerra civile, è più di una semplice proiezione fascista: esso riflette l'inevitabile lotta per la trasformazione, nella quale il sistema mondiale tardo-capitalista entra nella sua agonia. Non si può tornare alla democrazia borghese, allo stato sociale o assistenziale, allo stato costituzionale, alla globalizzazione o alla "società aperta" liberale, perché il processo di crisi è irreversibile. C'è solo l'opzione della lotta per la trasformazione emancipatoria, per ciò che verrà dopo il crollo del dominio senza soggetti del capitale.

- Tomasz Konicz - Pubblicato il 1° Novembre 2025 su Tomasz’s Newsletter -

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NOTE:

1 https://www.huffpost.com/entry/donald-trump-vow-killing-people_n_68fb2fcbe4b0bc7dc61f89e9

2 https://news.cbgist.com/did-you-know-charlie-kirk-once-said-black-people-were-better-off-in-slavery-and-subjugation/

3 https://www.konicz.info/2017/08/16/donald-trump-rastet-aus/

4 https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2025/06/toxic-empathy-weakness/683355/

5 https://eu.usatoday.com/story/news/politics/2025/09/17/doj-removes-study-on-far-right-attacks/86206037007/

6 https://francosenia.blogspot.com/2025/02/il-mein-kampf-per-lo-stato-profondo.html

7 https://eu.usatoday.com/story/news/politics/2025/08/07/fbi-ousts-leaders-who-investigated-trump/85564709007/

8 https://newrepublic.com/article/199373/stephen-miller-erupts-manic-fascist-rant-and-reveals-big-weakness https://www.commoncause.org/articles/top-5-most-awful-things-you-need-to-know-about-stephen-miller/

9 https://www.newsweek.com/ice-leadership-shakeup-as-trump-admin-pushes-to-ramp-up-deportations-10949028

10 https://edition.cnn.com/2025/10/03/us/chicago-apartment-ice-raid

11 https://www.konicz.info/2021/12/25/amerikas-justizkrieg/

12 https://www.npr.org/2025/10/01/nx-s1-5558336/trump-says-u-s-military-should-be-used-to-fight-the-enemy-within

13 https://www.msn.com/en-us/news/politics/top-admiral-s-retirement-sets-of-alarm-bells-over-caribbean-boat-strikes/ar-AA1OLpzL

14 https://www.npr.org/2025/09/19/nx-s1-5545845/trump-suggests-government-could-take-licenses-of-networks-that-are-critical-of-him

15 https://www.konicz.info/2013/01/19/die-erste-macht-im-staate/

16 https://uslive.com/larry-ellison-media-takeover/

17 https://www.npr.org/2025/09/12/nx-s1-5537152/cbs-news-ellison-steps-appease-trump

18 https://www.theguardian.com/tv-and-radio/2025/jul/18/stephen-colbert-late-show-celebrities-react

19 https://www.theguardian.com/commentisfree/2025/feb/26/jeff-bezos-washington-post-opinion

20 https://variety.com/2025/digital/news/jeff-bezos-washington-post-defends-trump-demolition-white-house-east-wing-ballroom-1236561444/

21 https://www.foxnews.com/politics/sanders-praises-trump-slams-biden-border-you've-got-have-borders-period https://www.theguardian.com/us-news/2025/mar/24/bernie-sanders-trump-biden-immigration

22 https://jewishpublicaffairs.org/homepage-news/the-jerusalem-post-a-neo-nazi-touts-his-movements-success-at-a-conservative-organization-gathering/

23 https://www.forbes.com/sites/tylerroush/2025/09/13/what-is-a-groyper-nick-fuentes-says-his-followers-framed-in-charlie-kirk-shooting/

24 https://nymag.com/intelligencer/article/marjorie-taylor-greene-qanon-wildfires-space-laser-rothschild-execute.html

25 https://www.reuters.com/world/us/trump-aide-homan-accepted-50000-bribery-sting-operation-sources-say-2025-09-21/

26 https://www.forbes.com/sites/michaelcannivet/2025/08/31/washington-just-bought-a-chunk-of-intel-but-you-cant-buy-innovation/

27 https://arstechnica.com/tech-policy/2025/04/trump-cements-control-of-federal-trade-commission-with-3-0-republican-advantage/?comments-page=1#comments

28 https://www.bbc.com/news/articles/cy7e8lv176go

29 https://eu.usatoday.com/story/tech/2025/09/29/ea-electronic-arts-aquired-jared-kushner-saudi-arabia/86417253007/

30 https://www.bbc.com/news/articles/ckgjgyyqgvyo

31 https://www.nytimes.com/2025/10/15/upshot/supreme-court-voting-rights-gerrymander.html

32 https://www.nytimes.com/2025/08/31/upshot/redistricting-analysis-2026-midterms.html

33 https://de.wikipedia.org/wiki/Gerrymandering

34 https://abcnews.go.com/Politics/trump-directs-generals-defend-us-war/story?id=126087035

35  https://www.youtube.com/watch?v=mal4YSFXvCA

36 https://time.com/7324132/trump-pritzker-johnson-chicago-jail/

37 https://www.politifact.com/factchecks/2025/oct/07/donald-trump/Portland-ICE-arrest-burning-ground/

38 https://www.yahoo.com/news/articles/trump-says-going-continue-killing-031410977.html

39 https://abc7chicago.com/post/chicago-shootings-weekend-gun-violence-across-city-police-department/17767313/

40 https://www.konicz.info/2025/06/01/jd-vance-verstehen/

41 https://www.konicz.info/2022/10/12/emanzipation-in-der-krise/

42 https://www.konicz.info/2025/06/01/den-transformationskampf-aufnehmen/