martedì 9 febbraio 2010

Settari!



T.C. (1568-1639)

I.
Dal repertorio di un filosofo

Il mondo è animal grande, e noi star intra lui, come i vermi nel nostro corpo.
E però trovansi infiniti altri mondi fuor di questo e innumeri stelle abitate.
Teniam due principi fisici che muovon la natura: lo caldo e lo freddo.
Una materia inanimata sensibile non saria.
Pur li cadaveri patiscono sensazioni e risenteno li mota dell'anima.
Apparizioni sovrannaturali non ve ne sono.
La sensualità della nuda natura è il solo sacramento e il solo segreto.
Non vi è podestà senza conoscenza, né conoscenza senza sensazione.
Lo stato è creatura artifiziale, una macchina che li uomini costruiron d'altri uomini.
Prima s'ha da distruggere e dismettere, poi s'ha da costruire e seminare.

II.
Trentanove pareri

Un uomo pericoloso un agente dei turchi un comunista utopico un megalomane frate questuante un profeta del lavaggio del cervello un socioingegnere un apocalittico purosangue un efferato traditore un burocrate visionario un agente del papa un maniaco dell'ordine un santo prodigioso un volgare opportunista un sognatore astrologico un rivoluzionario della cultura un paranoico un focoso riformatore del mondo un gelido razionalista un sagace teorico un agente degli spagnoli un tipico seguace del chiliasmo un fanatico della scienza un clericale maniaco ossessivo un universalista tardogotico un progressista di quelli descritti nei libri un eretico autoritario un folle illuminista un sadomasochista esaltato un mostro di disonestà un agente dei francesi un intrigante scolastico avventuriero sciamano martire precursore settario precursore stregone precursore poliziotto.

III.
Per Sentito Dire

Sarebbe stato un bambino prodigio e un rabbino errante lo avrebbe istruito nell'arte di Raimondo Lullo;
in tal guisa egli sarebbe nello spazio di due settimane divenuto partecipe delle fonti di ogni sapere;
ciò nondimeno egli avrebbe attirato a sé, per via della sua sottigliezza d'ingegno, invidia, odio e persecuzioni;
un vegliardo che egli gettò in terra durante una lite, pare lo abbia accusato di negromanzia;
a causa della sua franchezza egli sarebbe stato sin dai tempi più remoti persona sospetta agli spagnoli;
dicono anche che fosse stato incriminato per eresia, e che i suoi manoscritti gli fosser stati rubati onde essere consegnati all'Inquisizione;
finalmente egli si è, con ogni verisimilitudine, messo alla testa di un manipolo di preti insoddisfatti, monaci e banditi, al fine di massacrare tutti gli spagnoli e di sobillare la popolazione di Napoli;
gli si imputano reati di lesa maestà;
si dice che egli avesse assunto il nome di un Nuovo Messia e che si fosse fatto proclamare re di Calabria;
pare inoltre che si fosse accordato con una flotta di miscredenti onde fondare una repubblica indipendente;
che tuttavia uno dei congiurati l'avesse tradito;
che tosto dopo l'arresto, benché lo si sottoponesse sette volte alla tortura, non avesse confessato bensì simulato un delirio;
egli sarebbe rimasto prigioniero nel Castel Sant'Elmo per quasimente trnt'anni ed avrebbe in codesto periodo redatto oltre trenta fascicoli;
liberato da vecchio, avrebbe messo una buona parola in favore di Galileo e si sarebbe quindi recato a visitare Descartes in Olanda;
inoltre corre voce che il re di Francia gli avesse assegnato una pensione;
sarebbe poi morto in pace all'età di settantun'anni;
dopo la sua morte dicono che il sole si oscurasse;
lo avrebbero seppellito nel chiostro di Saint-Jacques a Parigi ma i giacobini, che a quel luogo debbono il loro nome, avrebbero pare, molto tempo dopo, disperso al vento i suoi resti.

IV.
Progetto di una costituzione per la Repubblica di Napoli

§ 1. Capo di tutti in spirituale e temporale è un Metafisico ché s'appella Sole.
§ 2. Di quante virtù noi abbiamo è composto il governo dello stato; a ogni offiziale compete la tutela di una virtù.
§ 3. Senza del Metafisico nulla si fa.
§ 4. E' pena della vita far cosa contra li offiziali maggiori.
§ 5. L'istituto della proprietà è abolito.
§ 6. Tutte cose son communi, ma stan in man di offiziali le dispense.
§ 7. A tavola li offiziali hanno miglior parte.
§ 8. Non c'è difetto che consenta all'uomo l'ozio.
§ 9. Non tocca faticar quattro ore al giorno per uno.
§10. La distinzione tra opre materiali e speculative è abolita.
§11. Li offiziali han podestà di battere li negligenti e li disobbedienti.
§12. Il governo dello stato è conforme a principi scientifici.
§13. Scienza e meccanica sviluppansi pel bene dello stato.
§14. Nell'edificar la città s'ha da obedire le regole della matematica.
§15. D'obligo è la scola per tutti. L'educazione è politecnica.
§16. Nelle cose di governo vale il principio di criticaq e d'autocritica.
§17. Nulla femina si sottopone al maschio.
§18. L'istituto della famiglia è abolito.
§19. E' pena della vita imbellettarsi la faccia.
§20. E' pena della vita trovarsi in sodomia.
§21. La generazione è ben pubblico, non privato.
§22. Non ci si pone al coito, se non secondo le regole e dopo i controlli, né senza far parola al prencipe offiziale.

V.
Della biologia del settario

Il settario vive entro lo stato come il verme a nastro nel corpo d'un animal grande.
Si distingue il settario armato da quello inerme; questi s'ancora solo a mezzo di ventose, quegli s'aggrappa all'ospite anche con gli uncini.
Il settario è cieco e sordo.
Il suo sentiero è a tal punto governato dal caso, che egli deve necessariamente appartenere alla razza d'animali più prolifera; e perciò un settario è probabile che abbia foltissima progenie.
Il settario genera attraverso i proglottidi liberi, le uova, le larve, le spinnule, il poro, le sferule, la bisaccia, il cirro.
La cura è in ogni caso ardua poiché, se la testa del settario resta, tosto le ricresce appresso un nuovo corpo.
Contro il settario i metodi segreti sono sempre sprecati.


H.M. ENZENSBERGER - Mausoleum -

Nessun commento: