mercoledì 30 gennaio 2008

Utopie



"Lontano, verso l'orlo della galassia, c'è l'Ammasso Alastor, una spirale di trentamila stelle vivissime, in un volume irregolare dal diametro di venti-trenta anni luce. La regione spaziale circostante è buisa, occupata soltanto da poche stelle eremite. Per chi lo guarda dall'esterno, Alastor è uno spettacolo sfolgorante di torrenti di stelle, di reticoli luminose, di noduli scintillanti. Nubi di polvere stanno in sospensione in quello splendore: le stelle che vi sono immerse brillano di una luce color ruggine, rosa, o ambra affumicata. Stelle buie vagano invisibili tra un milione di frammenti subplanetari di ferro, di scorie e di ghiaccio, i cosiddetti "starmenti". Nell'ammasso sono sparsi tremila pianeti abitati, con una popolazione umana che ammonta approssimativamente a cinque trilioni di persone. I mondi sono diversi, e lo sono anche le popolazioni: tuttavia, hanno in comune la lingua, e tutti si sottomettono all'autorità del Connatic, residente a Lusz, sul pianeta Numenes".

Si sa, ed è oramai uno dei più logori luoghi comuni, che le utopie - in quanto tali - coltivano nel loro estrinsecarsi uno stretto rapporto di parentela con tutte le attività marginali degli umani civilizzati, come il bricolage o gli hobbies del week-end. Si sa, certo, ma nessuno, prima che Jack Vance cominciasse a scrivere le sue storie, era riuscito davvero a dimostrarlo. Le utopie, non appena assumono una forma qualsiasi (non importa se letteraria o pratica) cominciano subito a contraddire il loro proprio spirito e a trasformarsi in bolge infernali impraticabili e ingiovevoli, in lavori forzati. In Vance, nelle sue opere, invece, esse affiorano quasi gentilmente, senza fatica, dai tic e dalle fissazioni di cui gli esseri umani sono ostaggio.
L'Ammasso Alastor - cui Vance ha dedicato più di un romanzo - è il luogo geometrico dello spirito dell'utopia. Qui l'utopia si realizza nella massima libertà di indulgere ad un terribile e paradossale "travestitismo sociale". Gli amanti del surf, per dirne una, possono trovare un pianeta dove tutto è imperniato e ruota attorno al surf. E così per tutti gli altri, dai pescatori di trote ai cercatori di funghi ai vari collezionisti di non importa cosa. Un pianeta perfino per quelli che rubano nei supermercati, è possibile!
Poi, al limite estremo, ci saranno i sadici che avranno a disposizione il pianeta dei masochisti; ma anche viceversa. Ingabbiati nella loro eccentricità, eppure gli abitanti dei pianeti dell'Ammasso Alastor conoscono il senso della libertà.
Presumibilmente reazionario, Vance procedeva dal modello, per lui negativo, della società americana degli anni sessanta e settanta, con un occhio all'espandersi delle ideologie dai campus universitari al palcosenico sociale. Buddisti zen, vegetariani, terroristi, vagabondi, hippies, ideologi della vita campestre e ideologi della condizione urbana, Vance vede nella diversità americana il complesso dei "tic" che formano il quadro clinico della nevrosi contemporanea.
L'Ammasso Alastor presagisce il mondo nuovo, dove anche quelli che non hanno nulla di eccentrico, alla fine, potrebbero mostrare come anche questa sia una sorta di eccentricità, di cui non vergognarsi.
Del resto, alla faccia del credersi reazionario da parte di Vance, lo stesso Marx, in una delle sue rare escursioni nella definizione in positivo del comunismo, aveva affermato che la società libera e senza classi sarebbe stata quella dove il rapporto fra lavoro e tempo libero viene rovesciato. Su Wyst (Alastor 933) si lavora due giorni la settimana e i rimanenti cinque si trascorrono nell'ozio, "ballando, cantando, spettegolando, amoreggiando, andando in barca sul fiume e consumando il tempo in quella che è la principale occupazione degli abitanti di Arrabus: guardare la gente che passa".
Sul pianeta Trullion (Alastor 2262), la vita consiste nell'andare in barca tutto il giorno e a giocare una sorta di football locale, l'hassade. Su Marune (Alastor 933) regna una sorta di feudalesimo bigotto e sessuofobo che, però, una volta l'anno si scatena in orgie (piuttosto banali, per la verità). Il dato inquietante è che, dietro tutti questi frammenti di vita quasi stupida e innocua, sembra che ci sia qualcosa di istintuale, di profondo e di insopprimibile, oltre la linea d'ombra dello sguardo. L'Ammasso Alastor, dipinto con colori sgargianti, cinesizzante, bizantino ed elaborato, non è un mondo tranquillo!
In questo sistema che può apparire, all'osservatore superficiale, pacifico e placido, si aggira in incognito il Connatic, cercamdo - senza trovarlo - un eccesso davvero deplorevole. Egli sa che dovunque gli esseri umani lottano per assicurarsi un vantaggio, là esiste lo squilibrio; il tessuto sociale si tende e tende a lacerarsi. La sua funzione è quella di alleviare le tensioni sociale, una volta riconosciutele. Talvolta apporta migliorie, talvolta adotta tecniche diversive, talvolta ricorre alla forza....
Che serie televesiva che ne verrebbe!

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