Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
lunedì 12 febbraio 2007
The lost week-end 1 e 2
uno
Fa sempre più freddo che altrove, a Perugia. Per fortuna, stavolta, il "più" è abbastanza sopportabile, anche perché l'intervento di Oreste, dapprima previsto per le quattro e mezzo del pomeriggio di venerdì, continua a slittare. E tocca aspettare. Anche solo per poterlo abbracciare, sulle scale, quando arriva. Il tempo di scambiare un paio di parole, e comincia l'intervento, all'aula 4 di scienze politiche. "La rivolta delle banlieu parigine", il tema. Ma è Oreste che parla. E lo fa, come dice lui, "in modo rapsodico". Si passa da Parigi alla Genova dei tempi di Tambroni e della città che insorge contro il previsto congresso del movimento sociale, alla rivolta di Piazza Statuto a Torino. E su internet girà una bella canzone su Piazza Statuto, il testo ispirato ad una poesia di Sante Notarnicola, dice, fra le altre cose. Poi esemplifica la violenza, riferendosi al bel film di Florestano Vancini, "Bronte". Le teste spaccate dei possidenti, contro gli architravi. Gli incartamenti dei municipi dati alle fiamme. E poi Bixio, che viene a spiegare con le esecuzioni che .... non avevano capito, i liberati! Ché non si intendeva quello! Poi parla un comunista russo, passato all'anarchismo, senza esser diventato bolscevico, ed un suo libro sugli intellettuali, contro la politica e il sindacalismo professionale, contro il "funzionarismo". E avanti, passando agli aneddoti. Strappando più di una risata. Oreste Scalzone. Che bisogna portarlo fuori quasi di peso, prima che il custode dell'università, incazzato, ci chiuda tutti dentro!
e due
"Ma sono davvero operai, i "Del Sangre"?" - ebbe a chiedermi, con un pizzico di incredulità, Giorgio Maimone, una sera a cena, a Milano. E sabato sera, alla Cantina Mediterraneo a Frosinone, un'unghia finta al dito medio, testimoniava col suo biancore inconsueto, l'appartenenza di classe di Luca Mirti. Già, un operaio e "tre accordi e la verità". Figuriamoci poi se son due, gli operai (Marco 'Schuster' Lastrucci, l'altro)! Con Woody Guthrie nel cuore, e Bruce Springsteen nelle corde.
Chissà, forse è per questo che, nonostante il loro ultimo disco - "Un nome ad ogni pioggia" - sia finito (correggendo un'amnesia) fra "gli imperdibili del 2006", non sono stati invitati alla consegna dei premi di Bielle!
Magari no. Magari è stato solo un contrattempo organizzativo: ché da quelle parti la mano sinistra non sa mai cosa fa la destra, e viceversa. Colpa della nebbia, forse.
Però da pensare ti viene!
Ti viene da pensare alle porte che si chiudono, e quando si chiudono. Come se fossero cose già viste che non vorresti si ripetessero. Adesso ha un bel progetto, Luca: rimettere sui piedi tutta una serie di canzoni popolori, magari facendo un doppio CD, uno con le versioni originali, l'altro con le stesse canzoni ri-lette, e con nuovi versi ad integrare l'originale. Ho avuto il privilegio di ascoltare, di queste, "tutti mi dicon ... maremma, maremma".
Ma le immagino, questa ed altre canzoni, cantate sul palco da molti. Tutti insieme. Come dovrebbe essere. Luca e Marco, ed il violino di Michele, e le chitarre e le voci di Andrea e di Massimiliano, e anche Davide, con la sua fisarmonica.
Ah, venerdì a Perugia, Oreste ha chiesto più volte, ai ragazzi del centro sociale, se qualcuno avesse una fisarmonica da prestargli. Avrebbe pagato oro, per averne una, per poterne disporre durante la serata. Ad accompagnare quello che gli veniva da cantare, qua e là. Non è che poi sia un "musicista", Oreste! Ma sono sicuro che avrebbe gradito, e di molto, quel che ebbe a dire Luca, tempo fa ad Asciano, ad un tributo ad Alfredo Bandelli alla festa di Liberazione, quando in risposta a chi chiedeva chi fossero i musicisti - ed eravamo una bella tavolata con parecchi non-musicisti - per portare loro da mangiare, ebbe a sbottare:
"Siamo tutti musicisti!"
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
La "canzone che girà già su internet", menzionata da Oreste, è da qualche minuto a questa pagina:
http://www.prato.linux.it/~lmasetti/canzonicontrolaguerra/canzone.php?lang=it&id=5441
La pagina è ancora in costruzione. Direi che, comunque, il testo sta benissimo anche qui, visto che certe cose è bene farle girare sempre di più:
La nostalgia e la memoria
su testo di Sante Notarnicola
Assalti Frontali-Brutopop
da "HSL" (2004/5)
Talvolta vorrei ripercorrere le strade del mio quartiere
e ritrovare vorrei quella generazione che si formò sul testamento di Julius Fucik, colui che sotto la forca scrisse a noi
per noi.
La generazione che correva compatta da papà Cervi a consolarlo
a consolarsi.
Quella generazione che disarmata raccolse la bandiera della Resistenza
prima che la borghesia l'agitasse
oscena.
Vorrei ritrovarmi con gli operai perseguitati da Scelba e da Valletta
quelli dell'Officina Stella Rossa, i licenziati che seppero tenere
e ricordare qui vorrei gli anni Cinquanta
tutti
uno per uno
giorno dopo giorno.
Ricordare gli affanni ricordare la fame ricordare il freddo
il carbone comprato a cinque chili per volta
e il baracchino con la pasta scotta
e null'altro.
Poi gli scontri luglio '60 e gli struggenti ragazzotti di piazza Statuto col selciato tra le mani.
Ripercorrere vorrei tutta via Cuneo, attraversare la Stura, la Dora e tutto il quartiere mio.
Guardare vorrei per una volta ancora la vecchia casa col cesso sul ballatoio
ritrovare per un attimo solo i vent'anni miei, colui che per primo mi chiamò terrone e m'insegnò poi che fare il crumiro era il crimine più grande.
In ultimo vorrei chinarmi assorto sull'elenco angoscioso
di chi non c'è più
e nascondermi vorrei in via Chiusella, la più brutta delle strade
del quartiere mio.
Ricordare anche l'addio violento, feroce
l'ira.
Ma pure ritrovare le radici in questo quartiere piatto come l'anima, vasto come l'orgoglio
amato e vissuto
da quella generazione
la più infelice
la più dura
la più cara.
Posta un commento