"Aggrotta le sopracciglia e ti verrà in mente uno stratagemma!".
E' il 4 luglio del 1789 e il marchese de Sade, prigioniero alla Bastiglia, si sporge da una finestra e arringa il popolo. Sotto la prigione, si è radunata una piccola folla. "Accorrete" - grida il marchese - "qui si sgozzano i prigionieri!". Nella stessa giornata, Sade, nudo come un verme e con una pistola puntata alla gola, viene trasferito in quell'ospizio di Charenton che lo accoglierà poi di nuovo, dal 1803, per ospitarlo fino alla morte. Dieci giorni dopo, il 14 luglio 1789, finalmente il popolo invaderà la Bastiglia. Dentro, non ci sono prigionieri; c'è solo la biblioteca del marchese de Sade, compreso il manoscritto de "Le 120 giornate di Sodoma", appena terminato e che per molti anni si crederà perduto. Nessun prigioniero da liberare. La rivoluzione è iniziata, praticamente, da una menzogna. Una menzogna tale solo in apparenza. E, forse, nemmeno, in apparenza. Era il gesto teatrale capace di rappresentare la realtà vera, della Bastiglia, di Parigi e della Francia, e innescare quel movimento di popolo che si continuerà a ricordare e a festeggiare.
Aggrotta le sopracciglia, e ti verrà in mente uno stratagemma! Lo spirito rivoluzionario attua un rovesciamento dei fatti e dei pensieri, si autoalimenta dalla capacità di creare dal niente, di inventare, di fingere i presupposti, di scatenare gli effetti da cause inesistenti, quasi alieni.
1 commento:
indomabile fiducia.
Posta un commento