lunedì 2 luglio 2012

Lenin, anche!

CiligaAnte

E' il 1926, quando Ante Ciliga, croato, arriva a Mosca. E ci arriva da bolscevico, ma ben presto comincia a rendersi conto che qualcosa è andato storto. Comincia a frequentare l'Opposizione Trotskista, fino a convincersi che "la loro visione non era molto diversa da quella della Burocrazia Stalinista; erano leggermente più umani e più gentili, tutto qui". A ben guardare, in effetti, i piani quinquennali stalinisti, di collettivizzazione e industrializzazione forzata, erano presi direttamente dal Programma dell'Opposizione. In sostanza, tutto quello che i trotskisti volevano era un cambiamento al vertice dello Stato Sovietico, in quanto pensavano di riuscire a fare uno Stalinismo migliore di quello che faceva Stalin.


"Ecco la sostanza delle mie dichiarazioni: se il primo stadio della rivoluzione russa, quello di Lenin, ci insegna in quale modo si deve agire, il secondo, quello di Stalin ci insegna in qual modo non si deve agire. Il piano quinquennale [ossia lo sfruttamento inumano degli uomini nelle fabbriche fortemente voluto da Zinov'ev ed attuato da Stalin, nda] è progressista, ma non socialista. Se si dovesse giudicare in base al numero delle fabbriche, il socialismo sarebbe realizzato da un pezzo in America. Il socialismo non è una fabbrica; è un sistema di relazioni fra gli uomini. Queste relazioni, quali sono in Russia, non hanno niente di socialista. La collettivizzazione non è una lotta fra socialismo e capitalismo, ma un duello tra il grosso capitale dello Stato e il piccolo capitale privato. La lotta di Stalin contro la destra è attenuata da un gran numero di compromessi: è la lotta del centro contro l’ala destra. Stalin finirà con l’intendersi con la destra, come Kautsky si è inteso con Bernstein [l'opportunista Karl Kautsky rinnega il marxismo e si scaglia contro i bolscevichi, nda]; invece la sua rottura con la sinistra è definitiva, come fu definitiva la rottura di Kautsky con Rosa Luxemburg e Liebknecht [capi rivoluzionari tedeschi assassinati dai socialdemocratici nel 1919, nda]. Quanto a Trotsky, egli è ben lontano dal valore di Lenin, ma è di gran lunga superiore a Stalin. Nel campo della politica estera, accusavo gli staliniani di condurre il movimento operaio dei Paesi capitalisti da una sconfitta all’altra e di trattare operai e comunisti stranieri non come eguali e fratelli, ma come servitori e valletti."

(...)

"O tutte le rivoluzioni contemporanee realizzeranno il completo socialismo, oppure, un giorno, diventeranno inevitabilmente anti-proletarie, anti-socialiste. Esse diventeranno contro-rivoluzioni. "Né Dio, né padroni", diceva una voce che saliva dal profondo del mio subconscio, ma non per questo meno udibile, meno ferma, meno imperiosa. Il ritratto di Lenin, sul tavolo della mia cella, venne strappato in mille pezzi, e gettato nel cestino della carta straccia...

La cella era scura. Fuori, era scesa la notte. Gli Urali e le steppe erano sprofondati in un silenzio inquietante. E io ero malato e avevo la morte nel cuore. Da sei mesi non riuscivo ad aprire la bocca per parlare, non riuscivo a scrivere una sola parola, sulla politica, sulle mie nuove conclusioni a  proposito del grande leader rivoluzionario, ero così depresso, per quanto avevo sofferto nel separarmi per sempre da quei miti di Lenin che avevo amato così tanto."


da: Ante Ciliga - Nel paese della grande menzogna. URSS 1926-1935 - (1938)

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