mercoledì 15 novembre 2023

Autocritica del movimento ambientalista

Il Semaforo Verde
"Le Feu vert, autocritique du mouvement écologique" © Bernard Charbonneau 1980 -

Le Feu vert, propone quella che si rivela come un'esplorazione originale e profonda delle radici che sono alla base della filosofia ambientale e del concetto di Antropocene. Bernard Charbonneau situa la base e la fonte da cui nasce il movimento ecologico nella dialettica tra Natura e Libertà, e nella loro necessaria ma difficile unione contro il sistema totalizzante della società tecnologica che le minaccia entrambe. Utilizzando come metro di misura questa  paradossale tensione, l'autore analizza i modi in cui i concetti di Natura si sono sviluppati a partire dal momento in cui l'industrializzazione è diventata una seconda natura, compromettendo l'originale, che prima, fino al suo avvento era sempre stato dato per scontato. Questo permette a Charbonneau di spiegare come i movimenti e le politiche che pretendono di affrontare la questione abbiano fallito. Tracciando una critica vivace del modo in cui il movimento ambientalista ha preso forma in relazione alla filosofia, alla politica, alla teologia e alla cultura contemporanea, questo libro scritto nel 1980 è rappresentativo di un filone spesso trascurato del pensiero ambientalista francese, ed è uno sguardo indietro al suo primo decennio di vita da parte di un uomo che mezzo secolo prima aveva dato origine all'ecologia politica. Si può dire che Charbonneau abbia preparato la strada a molte delle preoccupazioni attuali del pensiero ambientalista: la tensione tra liberalismo ed ecologismo nella teoria politica verde; la questione più ampia della compatibilità degli imperativi ecologici con le presunte libertà fondamentali del capitalismo; le discussioni su come bilanciare le strutture democratiche esistenti con gli obiettivi ambientali; le tensioni tra strategie radicali e riformiste all'interno dei movimenti verdi; la controversia sui valori fondamentali della politica ecologica in un mondo trasformato dal cambiamento climatico e da tutto quanto che va a picco; e il corretto atteggiamento dei movimenti ambientalisti nei confronti della scienza istituzionale. Oggi, quest'opera innovativa dovrebbe essere al centro dei dibattiti da lui anticipati, fornendo al contempo una prospettiva tempestiva sulle questioni, interconnesse tra loro, relative alla natura e alla libertà umana.

https://www.lechappee.org/collections/poche/le-feu-vert

«Malgrado le apparenze, l’eco-fascismo ha l’avvenire dalla sua parte, e sotto la pressione della necessità potrebbe essere il prodotto di un regime totalitario tanto di sinistra quanto di destra.
In effetti i governi saranno vieppiù costretti ad agire per gestire delle risorse e uno spazio che diventano sempre più rarefatti. Una contabilità esaustiva registrerà, assieme a tutti i costi, i beni un tempo gratuiti utilizzati dall’industria industriale e turistica.

Il mare, il paesaggio e il silenzio diventeranno prodotti regolamentati e fabbricati, e come tali pagati. E la ripartizione di questi beni essenziali verrà regolata a seconda dei casi dalla legge di mercato o dal razionamento che contemplerà l’inevitabile mercato nero. La preservazione del livello di ossigeno necessario alla vita potrà essere garantita solo sacrificando quest’altro fluido vitale: la libertà.

Ma, come in tempi di guerra, la difesa del bene comune, della terra, varrà il sacrificio.
L’azione degli ecologisti ha già cominciato a tessere questa rete di regolamenti fatta di multe e di carcere che proteggerà la natura dal suo sfruttamento incontrollato.

Cos’altro fare? Ciò che ci aspetta, come nell’ultima guerra totale, è probabilmente una miscela di organizzazione tecnocratica e di ritorno all’età della pietra: le intuizioni della fantascienza, sono probabilmente più vicine alla realtà che verrà rispetto alla progressiva pianificazione. Avremo il periodo merovingio gestito dall'elettronica: scarsità, violenza e terrori che possono essere resi sopportabili solo grazie al potere e all'autorità sacra che salveranno il pianeta; o che lo finirà.»

( da: Bernard Charbonneau, "The Green Light. A Self-Critique of the Ecological Movement". Bloomsbury. Pag.82/3 )

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