venerdì 10 novembre 2023

Tra vilucchi & falaschi…

Mick Hardin è tornato da poco a casa in licenza, convalescente dopo essere rimasto ferito a una gamba per l’esplosione di un ordigno, quando al centro della sua cittadina viene trovato un corpo senza vita. Il cadavere appartiene a Barney Kissick, che si guadagnava da vivere spacciando eroina, e la polizia liquida rapidamente il delitto come un regolamento di conti tra criminali. Ma quando la madre di Barney, una donna dura e indipendente che sembra scolpita nella pietra, gli chiede di indagare, Mick si rende conto quasi immediatamente che dietro l’omicidio si nascondono ragioni ben più complesse. L’indagine lo assorbe e lo porta ben presto a trascurare le questioni personali per gettarsi a corpo morto in un ginepraio, mettendo a rischio la sua stessa vita. Incentrato sui grandi temi della perdita, del dolore, della vendetta, delle sorprese che si nascondono sotto la superficie della vita quotidiana, Una questione di famiglia è un noir dalla forza dirompente, che conferma Offutt come una delle voci più potenti sulla scena letteraria degli Stati Uniti.

(dal risvolto di copertina di: Chris Offutt, "Una questione di famiglia". Mimimum Fax, €18)

Un western noir, anzi green
- di Alberto Anile -

«Era il momento di mettere in una scatola i propri sentimenti e chiuderli a chiave», pensa Mick Hardin dopo aver ricevuto un altro duro colpo dal destino. "Una questione di famiglia", è il secondo romanzo che Chris Offutt da Lexington, Kentucky, dedica al personaggio suo connazionale, militare veterano di Siria e Iraq, impiegato dall'esercito come investigatore. Lo avevamo lasciato in "Le colline della morte", segnato dall'abbandono della moglie, e lo ritroviamo ormai disposto a firmare le carte di divorzio, convalescente sulle patrie montagne per una brutta ferita a una gamba, quando l'uccisione di un uomo (la prima di una serie) lo costringe a riprendere l'attività  di investigatore. Dietro il delitto di agita più di un segreto: commercio di droga, traffico di rifiuti tossici, una vecchia questione legata a una miniera abbandonata... Hardin si tuffa nell'indagine come fosse un Philippe Marlowe interpretato da Clint Eastwood, un uomo laconico e coriaceo che sanguina all'interno, che sa chiudere i sentimenti in una scatola, ma che poi è in grado di far funzionare la testa tanto quanto le armi da fuoco. Intanto la sorella Linda, più volitiva e sboccata dei suoi uomini, fa campagna attiva per farsi rieleggere a sceriffo della contea.

Come negli altri romanzi e racconti di Offutt, tutti pubblicati in Italia da minimum fax con fluida traduzione di Roberto Serrai, la scarna successione dei fatti non viene mai inquinata da retorica o manierismi, anche se dietro le azioni si agitano sentimenti impetuosi. Sarà poi vero che Hardin accetta di indagare sulla morte dello spacciatore Barney Kissick solo perché non gli importa davvero, come dice la madre dell'ucciso? Non sarà perché invece Hardin tenta di rimettere in equilibrio il mondo esterno, visto che quello interno gli appare devastato? Narratore essenziale e stringato, Offutt è bravo anche nei dialoghi eppure la sua rimane una (robusta) voce eminentemente letteraria: hanno provato a farlo scrivere per le serie tv ma in curriculum ha giusto le sceneggiature per due episodi di True Blood e uno di Weeds.

La storia di di dolori e vendette alla base di una "Una questione di famiglia" è interrotta da sprazzi improvvisi di umorismo - che sono sempre sintomo di intelligenza («I Ryan sono così pieni di sé che sono praticamente vuoti»). E in qualche battuta è facile immaginare che Offutt si sia divertito a contrabbandare opinioni personali, come questa definizione sulla televisione: «Gente stupida che fa cose stupide, e tutti pensano che sia divertente o prendono tutto dannatamente sul serio». Ma ad emergere è soprattutto un sottile ambientalismo. Una caratteristica tipica di Offutt è quella di immergere le sue storie nella natura, evocando con precisione scientifica piante, animali e uccelli: menziona con disinvoltura vilucchi e falaschi, tarassachi e doliconici, colibrì e cince bigie. Come uno dei suoi personaggi, anche per Offutt si può dire che «sapeva leggere i boschi come una rivista». Non è pedanteria scientifica ma sincero amore per la natura, e avviso a tutti coloro che sottovalutano il cambiamento climatico. Niente proclami, niente lamentazioni, niente j'accuse, solo una nuda esposizione dei fatti: a Offutt bastano poche righe per descrivere cosa sia il fracking (una tecnica di estrazione del gas naturale esiziale per l'ambiente e il paesaggio), esponendo con chiarezza e brevità ciò per cui altri sprecherebbero pagine di spiegazioni e distinguo.

Sotto l'aspetto di noir in salsa western, le storie di Mick Hardin sono anche e forse soprattutto un grido d'allarme per la vita del pianeta, soffocato metafisicamente dalle miserie dei suoi abitanti. Il passo chiave, quello che forse racchiude meglio di tutti lo spirito del romanzo, arriva quando il protagonista decide di annunciare personalmente ai congiunti la notizia di un'altra uccisione: «Mick guardava dal finestrino, pensando alla primavera, alle colline dove cresceva tutta quella nuova vita, all'energia invisibile che spingeva i boccioli verso il sole. Quella stagione aveva un retrogusto malinconico. Ogni anno la terra si rinnovava, mentre l'umanità diventava sempre più vecchia. La bellezza della natura serviva a nasconderne l'intrinseca brutalità, le persone invece la mettevano a nudo».

- Alberto Anile - Pubblicato su Robinson dell'8 luglio 2023 -

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