giovedì 31 ottobre 2024

Guadagnare denaro anche nel tempo libero…

La dittatura del tempo astratto
Sulla crisi comune del lavoro e del tempo libero -
di Robert Kurz

Fin dall'Illuminismo, la modernità capitalista è sempre stata vista come se fosse la punta di diamante del progresso. Il passato premoderno era presumibilmente dominato dalla fame, dalla miseria, dalla schiavitù e dal lavoro forzato. La verità, però, è esattamente l'opposto: è stata proprio la stessa modernità capitalistica che, a partire dal XVI secolo, ha esteso la giornata lavorativa, spingendola ai limiti di ciò che è fisicamente sopportabile. Ed è stato solo gradualmente, e a costo di aspre lotte sociali, che la giornata lavorativa cominciò a essere nuovamente ridotta, a partire dalla fine del XIX secolo. Molte società premoderne non erano consapevoli dell'astrazione del "lavoro", laddove il termine si riferiva a un'attività svolta in uno stato di dipendenza, o di non emancipazione. Metaforicamente, il lavoro era pertanto sinonimo di sofferenza e di miseria. Del resto, non esisteva una denominazione generale per quelle che sono le attività concrete del «processo di metabolismo con la natura» (Marx), dalla produzione agricola all'arte. Il denaro cessava di essere un mero mezzo, per diventare un fine astratto in sé stesso (trasformazione del denaro in altro denaro). Dal momento che, così facendo, tutte le attività produttive andarono a riferirsi all'astrazione comune del denaro, la moderna categoria del lavoro, a sua volta. emerse sotto forma di una generalizzazione sociale astratta, cui veniva subordinata la totalità della vita. La trasmutazione automatica del denaro in più denaro, aveva richiesto la trasformazione del lavoro in più lavoro. Questo carattere insaziabile del «soggetto automatico» (Marx) rendeva impossibile tradurre le crescenti forze produttive nell'ottenimento di meno lavoro (cosa che ha anche causato il fallimento di teorie come quella di Jean Fourastié [N.d.E.: L'economista Jean Fourastié (1907-1990) è il padre dell'espressione “Les Trente Glorieuses”, titolo del suo libro sull'eccezionale crescita del dopoguerra]).

L'astrazione delle attività concrete a favore dell'astrazione del denaro, ha anche astratto il tempo di questo nuovo "lavoro". Questa dittatura del tempo astratto, rafforzata dalla concorrenza anonima, ha trasformato le attività del «processo di metabolismo con la natura» in uno spazio funzionale astratto, vale a dire, in capitale separato dal resto della vita. Quindi, "lavoro" e habitat, "lavoro" e vita privata, "lavoro" e cultura, ecc. sono stati tutti tra di essi dissociati. In tal modo, è nata la moderna separazione e il dualismo tra il "lavoro" e il "tempo libero". Nelle società premoderne, anche in quelle con scarse risorse, lo scopo della produzione non era mai un obiettivo astratto di per sé, quanto piuttosto il piacere e l'otium. Questa nozione antica e medievale di otium, non può essere confusa con il tempo libero moderno. L'otium non era una frazione della vita, isolata dal processo dell'attività che invece doveva essere volta al profitto, ma esso era presente financo nei pori e nelle nicchie dell'attività produttiva stessa. Detto in termini moderni, era questo il motivo per cui la giornata “lavorativa” non solo era più breve, ma era anche meno densa. Dal suo canto, la famiglia borghese diventa uno spazio funzionale complementare alla vita privata, creando così quello che sarebbe stato lo sfondo delle sfere capitalistiche. Da un lato, questo spazio personale viene oggi considerato come la sfera privata della tenerezza e dell'intimità, ma, dall'altro lato, viene anche a essere secondario e di scarso valore, proprio perché esso non è lo spazio sociale in cui «si guadagna denaro». Così, nel processo di modernizzazione, questo spazio ambiguo nella società è stato assegnato, obbligatoriamente, insieme a tutte le attività che vi si svolgono, alla metà femminile. Erano le donne le responsabili della casa e della famiglia, e di tante altre "attività" immateriali, come "l'amore", la "devozione", ecc.

Già nel XX secolo, si verificava il fenomeno del doppio fardello: come gli uomini, anche le donne dovevano, ora, «guadagnare denaro» e, allo stesso tempo, erano obbligate a farsi carico della sfera personale della casa. In tal modo, con l'eccezione delle donne delle classi superiori e di alcune professioniste, la partecipazione delle donne al tempo libero capitalistico è rimasta estremamente modesta. Dall'altro lato, l'utopia di una continua riduzione della giornata lavorativa, e di un aumento del tempo libero, è fallita sotto diversi aspetti. Anche nelle metropoli occidentali, la giornata lavorativa effettiva è stata ridotta solo in una certa misura; ben lontana dall'aumento della produttività. Ma il fallimento dell'utopia del tempo libero si è verificato soprattutto in termini di contenuti. Nella misura in cui questo semplice avanzo dell'esistenza è aumentato, esso è stato immediatamente occupato dalle finalità proprie del capitale: le industrie culturali e del tempo libero sono arrivate a occupare e colonizzare il tempo faticosamente conquistato e concesso al di fuori dello spazio funzionale astratto. Dal momento che il "lavoro" manca, a priori, di emancipazione, anche il "tempo libero", a sua volta, dev'essere reso dipendente. Esso, non consiste in un tempo liberato, proprio a partire dal fatto che diventa uno spazio funzionale secondario del capitale. Non si tratta pertanto di libero svago, nella sua accezione antica, ma di tempo che dev'essere reso funzionale al consumo permanente di merce. Ironia della sorte, per il consumatore, il tempo libero è diventato il proseguimento del lavoro con altri mezzi. Non solo nel momento in cui "guadagna" denaro, ma anche quando lo spende, l'uomo capitalista è sempre un "lavoratore". In tal modo, la dittatura del tempo astratto ha occupato anche il tempo libero.

- Robert Kurz - Testo pubblicato nella Folha de São Paulo, ottobre 1999.

    - Testo presentato al V Congresso Mondiale del Tempo Libero, São Paulo, 1999, è una sintesi parziale del testo "Die Dikatur der abstrakten Zeit", Amburgo 1999 -

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