martedì 17 giugno 2025

«Noi, non abbiamo paura della BOMBA» ?!!???

L'attacco di Israele all'Iran, ma non solo
- di T.C.I. -

Israele ha attaccato l’Iran nella notte del 13 giugno. Forti bombardamenti a Teheran e in altre sette città e colpiti sei siti nucleari, che rappresentano il vero obiettivo dell’assalto. Al momento si lamentano “solo” pochi morti, 79, e 350 feriti. Tra le vittime, il capo delle guardie della rivoluzione Salami, il capo delle forze armate Bagheri e due scienziati del programma per l’arricchimento dell’uranio. Come si nota, gli obiettivi umani e strumentali sono stati individuati per tempo, colpiti ed affondati. Secondo le dichiarazioni del governo israeliano l’attacco non è stato un episodio “necessario” ma un vero e proprio atto di guerra che durerà a lungo. L’iniziativa israeliana giunge dopo che l’esercito di Netanyahu ha reciso tutti i tentacoli jihadisti legati a Teheran: Hamas, Hezbollah,il governo alawita di Bashar el Assad in Siria e altri gruppi in Iraq. Nelle operazioni militari precedenti Tel Aviv aveva distrutto i sistemi difensivi iraniani, il resto dell’indebolimento lo hanno fatto le sanzioni. Questo era il momento di attaccare e questo è stato fatto. Inizialmente Trump ha dichiarato di non saperne nulla dell’attacco, per poi correggere il tiro, come al solito, ammettendo (fonte Fox News) “di essere stato avvisato in anticipo da Israele dei raid compiuti contro i siti nucleari”. Lo stesso Netanyahu in una dichiarazione video ammetteva: “*Senza il loro appoggio [degli USA, ndr] forse non avremmo lanciato l'attacco” (espresso.it). Infine, sempre Trump, completava la dichiarazione con: ''L'Iran non può avere la bomba nucleare''. Come da programma, il duo imperialista israeliano-americano ha chiuso il cerchio nella ridefinizione dei rapporti di forza in Medio oriente, anche se la questione bellica non è ancora finita. Il che la dice lunga sul fatto che Israele ha colpito al cuore il suo mortale nemico mentre Trump ha lasciato che ciò accadesse con l’obiettivo di indebolire l’Iran, il suo programma nucleare e, per legge transitiva, i suoi alleati russi e cinesi. La Russia riceve da Teheran gli equipaggiamenti bellici di droni, mentre la Cina acquista dall’Iran il 90% del suo petrolio, in più l’Iran forma la terza componente della triade imperialista orientale accanto a Russi e Cina. E’ più che evidente che la mossa di Israele sia stata concordata con Trump e che si siano valutate anche le conseguenze sui rapporti imperialistici internazionali.

    Tutti parlano di pace ma gli episodi di guerra si moltiplicano minacciando un conflitto globale. Anche il progetto di accordi tra Cina e Usa sui dazi e sulle esportazioni cinesi verso l’America, sono sull’orlo del fallimento. Netanyahu afferma che l’attacco si è reso necessario per la sua sopravvivenza, Trump lo appoggia per costringere la repubblica degli ayatollah ad addivenire ad un accordo sul nucleare per la “pace” nel mondo, mentre entrambi sono alla base della crisi del Medio oriente. Iran, Russia e Cina da tempo, con le loro navi da guerra, stazionano all’ingresso del Mar Rosso sostenendo gli Houthi e mostrando i muscoli in una delle aree nodali delle vie di commercializzazione marittima. Siamo solo agli inizi perché certamente l’Iran, con l’appoggio diretto o mediato di Russia e Cina, risponderà a Israele (come infatti ha cominciato a fare con centinaia di razzi e droni), rischiando di mettere ulteriormente in crisi l’intera area geografico-politica, comprensiva degli Emirati arabi, della Arabia Saudita e dei BRICS, di cui fanno parte, oltre all’Iran, la Cina, la Russia, il Brasile e L’india. Mentre Israele, nel quasi silenzio totale dell’Occidente, porta a compimento la sua opera di genocidio e di pulizia etnica. Mentre Usa e Cina si confrontano con un enorme dispiegamento di forze navali nello stretto di Taiwan. Mentre la Russia continua a colpire l’Ucraina nel tentativo di strappare più territori possibili a Kiev, gli Stati Uniti hanno pronti i piani per invadere Panama e Groenlandia. "Credo che gli americani vogliano che il Pentagono abbia piani pronti per qualsiasi cosa", ha detto il segretario alla Difesa Pete Hegseth, rispondendo alla domanda di un deputato durante un'audizione alla Camera, dunque “non escludendo un'azione militare per invadere Panama e la Groenlandia, verso le quali Donald Trump più volte ha espresso mire espansionistiche”. (Adnkronos)

    Lo scenario delle tensioni imperialistiche sta diventando sempre più inquietante. Le aree coinvolte in conflitti si allargano, gli interessi economici diventano ancor più imprescindibili, le lotte dei dazi, quelle finanziarie e di rifinanziamento bellico, Europa compresa, crescono geometricamente. Le menzogne pacifiste si sgretolano di fronte alla barbarie delle guerre in atto. La crisi economica che è alla base di tutti questi fenomeni non tende a diminuire e, proprio per questo, gli unici investimenti che l’economia capitalista è in grado di fare vanno verso le industrie belliche. Siamo in presenza di una economia che, per sopravvivere, è costretta a tagliare le previdenze sociali, a mantenere i salari i più bassi possibili, a contenere le spese per le pensioni e per la sanità. In altri termini questa economia in crisi ha bisogno di finanziare gli strumenti della guerra per conquistare spazi economici, aree di materie prime ed energetiche. Ha altresì bisogno di controllare le vie di commercializzazione, di dominare i mari come i cieli, fino allo spazio. Ha bisogno di distruggere per ricostruire e, soprattutto, ha bisogno che il proletariato internazionale continui ad essere una duttile arma nelle sue mani sporche di sangue. Quando allora il popolo internazionale dei proletari rialzerà la testa per fermare questa disumana mattanza, che viene perpetrata in nome di interessi imperialistici così palesi da nascondersi dietro le solite vetuste ideologie del nazionalismo, della difesa degli interessi economici nazionali per il “bene collettivo”, in nome del dio di turno o della sopravvivenza minacciata? Quando la classe ritroverà la strada dei suoi interessi che sono alternativi e inconciliabili con quelli del capitale? Quando uscirà dalla ragnatela borghese che l'imbriglia, quando si organizzerà politicamente e strategicamente nel suo partito rivoluzionario? Quando la barbarie capitalista farà esplodere le sue contraddizioni sociali? Ma nulla avviene per spontaneità, per idealistici meccanicismi o per “voleri divini”. Perché questo “quando” possa arrivare, bisogna lavorarci anche se contro corrente e a partire da subito.

- Tendenza Comunista Internazionalista - 14 giugno 2025 - fonte: https://www.leftcom.org/it/about-us -

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