venerdì 6 luglio 2012

C’è posta per te!

REGINALD

A vederlo non lo avresti mai pensato! Distinto, un perfetto marito e padre, edoardiano, i baffi ben curati, il vestito stirato. Insomma, un ragioniere assolutamente rispettabile. Nel quotidiano, osservava tutte le regole del vivere civile: non calpestava le aiuole, si asteneva dallo sputare per strada ed evitava di appoggiare i piedi sui sedili del treno. Un cittadino modello, insomma. Ma dentro W. Reginald Bray si nascondeva uno spiritello birichino e burlone. Volendo, un indizio lo si poteva trovare, la vicinanza a quella cassetta della posta di color rosso, fuori della sua residenza di Forest Hill, un sobborgo verdeggiante di Londra. Era ben posizionata quella cassetta, soprattutto se si pensava ad un uomo il cui hobby - ma forse il suo unico reale interesse - era quello di testare il sistema postale, fino al suo limite estremo. Bene, per fare questo, si dilettava ad incollare delle etichette, con sopra scritto un indirizzo, agli oggetti più disparati, e poi li spediva. Un vecchio calzino, un mezzo sigaro ciancicato, qualsiasi cosa che fosse abbastanza piccola e sottile da poter essere fatta scivolare, anonimamente, nella buca delle lettere. Altri oggetti, più ingombranti, come, ad esempio, una padella per friggere o un cappello a cilindro, aveva dovuto portarli fino all'ufficio postale. Lì. erano stati appoggiati sul bancone, senza una busta, una scatola, per dissimularli. Perché Bray, a dirla tutta, non si vergognava affatto del suo passatempo, ed arrivò a spedire fino a 32 mila oggetti, in questa maniera. Finché, ad un certo punto incorse nell'ira di Hitler!
Ma procediamo con metodo, e anticipiamo solo il fatto che quest'uomo arrivò a postare non solo il cane di famiglia ma, addirittura, sé stesso!
Bray era nato nel 1879, proprio a Forest Hill, figlio di Edmund Bray, impiegato in uno studio legale, e di sua mogli Mary. Ma, per essere precisi, questa storia comincia ancora quarant'anni prima della sua nascita, con l'introduzione del rivoluzionario sistema postale inglese del cosiddetto "penny postage". Prima di allora, l'affrancatura variava, determinata dal peso dell'oggetto spedito e dalla distanza che l'oggetto stesso doveva viaggiare. Dopo anni di campagne, ispirate da Rowland Hill, si decise di adottare un sistema per cui qualsiasi oggetto di peso fino a mezza oncia poteva essere consegnato ovunque, nel Regno Unito, per il costo di un penny, prepagato dal mittente.
Ben presto, spedire lettere divenne quasi una moda, e in seguito all'introduzione del famoso francobollo "Penny Black", nacque una vera e propria mania per le buste decorate in modo elaborato, per impressionare amici e conoscenti. Questa moda era al suo apice, quando Bray iniziò a collezionare francobolli, con la passione di uno scolaretto, e, con ogni probabilità, questo lo rese curioso circa cosa potesse essere trasportato per mezzo del servizio postale. Così, nel 1898, comprò una copia della Guida degli Uffici Postali, e cominciò a leggere le regole che governavano questo per lui affascinante sistema. Bray considerò queste regole come delle vere e proprie sfide.
Ad esempio, un decreto stabiliva che "lettere devono essere recapitate all'indirizzo in calce". Bray cominciò a inventare rompicapi per i postini, tipo scrivere l'indirizzo al contrario. Le lettere venivano consegnate, nonostante ciò, anche quelle che contenevano l'indirizzo scritto all'interno di alcuni righi di versi poetici.
Altri, come quello indirizzato esclusivamente a "The Resident - London" tornarono al mittente (che Bray aveva sempre cura di accludere). La stessa cosa accadde alla cartolina per "Santa Claus Esq" e alla lettera indirizzata "Al proprietario del più importante Hotel del mondo, sulla strada fra Santa Cruz e santa Jose, California".
Bray sperava in una qualche comunicazione da parte dell'ufficio postale, ma la posta che tornava indietro a Forest Hill recava un semplice timbro, con su scritto "insufficiently addressed" oppure "contrary to regulations".
A volte, c'erano anche delle note, da parte del postino, che mostrava apprezzamento per la follia di Bray. Ad esempio, la cartolina indirizzata a "The Resident - Bournemouth", tornò indietrò con :

Pursuing this game
We hope there are not many
However, for your hobby
You will have to pay a penny.

reginald1

Il fatto che la maggior parte delle lettere e cartoline venivano consegnate, spinse Bray a farsi più audace e di passare agli oggetti, e non solo. Arrivò persino a spedire un teschio di coniglio, con l'indirizzo scritto lungo l'osso nasale e i francobolli collocati sul retro. Venne recapitato!
Bray era particolarmente affascinato dalle regole che presiedevano allo spedire creature vive. Scoprendo che avrebbe potuto postare da un'ape ad un elefante, si risolse a stare in mezzo e di separarsi per un po' dal suo fedele Irish Terrier, Bob.
A pag. 37 della Guida, sotto un paragrafo dal titolo "Servizi eccezionali espressi", si poteva leggere che: "un cane, dotato di regolare collare e guinzaglio, può essere spedito all'indirizzo dietro pagamento di una tassa di chilometraggio". E così, il 10 febbraio del 1900, lui e Bob si presentarono all'ufficio postale per testare tale regola.
Bob venne inviato e tornò alla sua casa di famiglia appena sei minuti più tardi.
Forte di questo successo, Bray decise di mettere alla prova una altra regola, quella che spiegava che "una persona può essere condotta da un messaggero espresso a qualsiasi indirizzo, dietro pagamento di una tariffa chilometrica".
Spiegò poi, in un articolo di giornale, che aveva trovato questa regola particolarmente utile quando una notte molto nebbiosa non era riuscito a trovare la casa di un amico, per cui, invece di vagare per ore, aveva spedito sé stesso, e così venne consegnato in pochi minuti.
Ma la passione di Bray si estendeva a tutti gli aspetti legati al servizio postale, compresa la possibilità di scrivere a persone famose, chiedendone l'autografo. Di questo Bray teneva traccia in un diario, dove annotava anche quando non riceveva una risposta. Così sappiamo che Charlie Chaplin e Lawrence Olivier acconsentirono, mentre rifiutarono Winston Churchill e Adolf Hitler.
Era il 1934, e il rifiuto di Hitler di essere aggiunto alla collezione di Bray era stato formulato in modo educato dal suo ufficio, dove forse pensavano di aver chiuso così la questione. Non avevano fatto i conti con la perseveranza di Bray che mandò altre quattro richieste. Più Hitler rifiutava, più Bray diventava determinato, finché non gli arrivò una lettera esasperata in cui c'era scritto che "il nostro leader è sommerso di lavoro e la imploriamo dallo spedirci altre richieste". A questo punto Bray abbozzò, anche perché il prezzo dell'affrancatura per la Germania cominciava a non valere il divertimento di avere irritato Hitler, che non imparò da questa lezione a prendere sul serio l'inglesità che Bray, con la sua eccentricità, rappresentava.

fonte: The Englishman Who Posted Himself by John Tingey (Princeton Architectural Press, £14.99)

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