martedì 15 aprile 2025

L’Alienazione Reale dell’Anticapitalismo feticizzato !!

Note critiche su: Francesca Trivellato, "Ebrei e capitalismo. Storia di una leggenda dimenticata". Editori Laterza; svolte a partire dalla critica dell'antisemitismo moderno in Postone e Kurz
di @Palim Psao

   In "Ebrei e capitalismo. Storia di una leggenda dimenticata". Editori Laterza, 2019 ), la storica Francesca Trivellato decostruisce la genesi storica di un mito: quello relativo a una presunta associazione tra gli ebrei e l'invenzione delle prime forme di capitalismo (come le cambiali e le assicurazioni marittime). Il libro, nel seguire la sua traiettoria testuale e discorsiva, evidenzia quali sono stati i diversi e vari circoli intellettuali e commerciali che hanno trasmesso, trasformato e legittimato quest'idea nell'Europa del XVII e del XVIII secolo. L'analisi che viene svolta rimane pertanto ampiamente empirico-storica (rintracciare le fonti, studiare le reti di trasmissione), diffusionista (in che modo una certa narrazione si sia diffusa e adattata ai diversi contesti), decostruttivista (nel senso che mira a confutare una falsa credenza). Ma tuttavia non propone una teoria critica della forma sociale in via di affermazione, rispetto alla quale un tale "mito" assume via via senso, trovando così la sua irrazionale irrazionale.

Per Moishe Postone, l'antisemitismo moderno non è solamente odio, o mito culturale, ma costituisce una forma di anticapitalismo feticizzato. L'antisemitismo moderno proietta sugli Ebrei le diverse dimensioni astratte, sfuggenti e deterritorializzate di quella che è una relazione di Capitale (denaro, finanza, globalizzazione, ecc.). A tutto questo viene opposto un ideale di lavoro concreto, produttivo, radicato, spesso rappresentato nella "comunità nazionale". Postone insiste sul fatto che, nell’antisemitismo moderno, l'ostilità verso gli "Ebrei" è una forma di ostilità verso il dominio astratto del Capitale, senza che però si inneschi una comprensione critica di tale astrazione reale, la quale funziona come un auto-dominio pratico che, sotto il capitalismo, viene situato nel Lavoro. È questo ciò che Postone chiama "anticapitalismo feticizzato".

  L'antisemitismo (e soprattutto il suo culmine raggiunto nel nazismo) rappresenta una rivolta del concreto ipostatizzato e immanente (lavoro, terra, sangue), che comprende anche il capitale produttivo, che si contrappone a ciò che viene invece percepito come astratto, il denaro, il valore; un astratto che qui viene compreso e visto come se si fosse reincarnato, rebiologizzato nell’ "Ebreo”. È l'intera Nazione, compresi i lavoratori e i capitalisti, che dovrebbe sollevarsi, come un unico corpo, contro il capitalismo cosmopolita e finanziario. Lo slogan che riassume assai bene questa posizione, è quello slogan nazista che contrapponeva lo "schaffendes Kapital" – vale a dire il lavoro produttivo/creativo – allo "raffendes Kapital" –  il capitale rapace.  In questo senso, sappiamo che esiste sempre la possibilità che si radicalizzi una visione dell'Ebreo, il quale viene visto come portatore di tutto ciò che è astratto, come il rappresentante del denaro e del capitale finanziario, e si arrivi poi all'identificazione dell'Ebreo come incarnazione dell'astratto, e quindi di tutto ciò che viene inteso come il Male che distrugge il Bene; Bene, che invece si trova nell'economia sana e produttiva. Tutta la civiltà moderna, è segnata da questo dualismo tra concreto (particolare, diverso) e astratto (universale, generale). La creazione delle Nazioni moderne si basa infatti su questi due poli contraddittori.

   Robert Kurz e la Wertkritik insistono anche sul fatto che l'antisemitismo fa parte del nucleo ideologico del capitalismo in crisi, nel senso che costituisce uno dei modi ideologici di affrontare le sue contraddizioni:  la critica del valore, della merce e del soggetto moderno mostra come le proiezioni antisemite nascano pertanto proprio dalla necessità di dare una cifra a ciò che  nella dominazione capitalistica, è astratto e invisibile. L'ideologia antisemita, come il razzismo – ma in modo diverso – è una cristallizzazione pseudo-concreta della crisi del capitale e dell'impotenza sociale di fronte alle sue logiche autonomizzate.

   Si potrebbe infine argomentare riguardo a ciò che, nel libro, la Trivellato sottovaluta: la funzione sociale dell'antisemitismo moderno in quanto struttura ideologica specifica del capitalismo; il fatto che il mito degli “Ebrei e del Capitale” non nasce soltanto dalla diffusione culturale, ma proviene anche da un bisogno sociale di personificare un dominio astratto; e, infine, del fatto che non si tratta di una semplice narrazione falsificante, quanto piuttosto di una forma di “percezione erronea socialmente necessaria”, una falsa soluzione a una Alienazione reale. In altre parole, laddove Trivellato vede un discorso erroneo storicamente trasmesso, Postone e Kurz vedono quella che, nel capitalismo, è una configurazione strutturale della coscienza sociale, un'ideologia spontanea della merce che assume gli Ebrei come base simbolica.

@Palim Psao - 13/4/2025  -

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