domenica 1 agosto 2021

Salute

La vita normale
- di Clément Lacroûte -

[In Francia] Il governo ha finalmente scelto di imporre la vaccinazione, ma ovviamente senza dirlo. L'obbligo prende la forma che conosciamo: il «pass sanitario», l'obbligo di mostrare le proprie credenziali sempre più spesso, e dal mese di agosto in poi anche all'entrata di qualsiasi bar.
Le alternative per coloro che non vogliono essere vaccinati si stanno sempre più riducendo: rimanere esclusi da un numero potenzialmente crescente di luoghi, oppure sottoporsi ogni volta al test del tampone, che da ottobre sarà a proprie spese . Qui, a prevalere è la doppia logica dell'imperialismo di esclusione e dello stato di eccezione descritto da Robert Kurz. Proprio lo scorso anno, i media europei deridevano e si prendevano gioco dei metodi di controllo totalitario che erano stati sviluppati in Cina ancor prima della pandemia, e che durante il lockdown avevano consentito di gestire e organizzare il diritto d'ingresso ai luoghi pubblici per mezzo di un colore sugli smartphone dei cittadini. Adesso, l'Occidente «democratico» ha recuperato il proprio ritardo e ha perso i suoi ultimi pudori. Possiamo così vedere come la democrazia di mercato non sia affatto l'opposto del totalitarismo, ma solo un'altra forma dello stato di eccezione.

Tutto questo in nome di che cosa? Del ritorno alla «vita normale».
Dalla fine del mese di agosto in poi, per un bambino di dodici anni, la «vita normale» consisterà nell'accettare di essere controllato all'entrata dei fast-food, dei centri commerciali, dei cinema, dei parchi di divertimento; tutti luoghi privilegiati dell'«autonomia» dei preadolescenti durante il loro tempo libero. Accettare che la loro salute sia un parametro pubblico, non solo accessibile al proprio medico, ma anche a qualsiasi guardia di sicurezza. Accettare che la loro salute - qualunque sia il suo stato reale, il sistema immunitario, il passato di ciascuno e le eventuali co-morbilità - venga trattata rigorosamente allo stesso modo di quella del resto dell'insieme della popolazione adulta. E credere, come instancabilmente ripete il governo francese, che la progressione dell'epidemia sia una sua responsabilità.
Ritornare a una «vita normale». Una vita che ha portato alla continua e costante diminuzione della risposta immunitaria: l'epidemia di AIDS che continua a uccidere in silenzio, senza clamori, l'aumento dei tumori che colpiscono sempre più e sempre più rapidamente, malattie autoimmuni, asma e allergie, per non parlare dei danni psicologici causati dalla «società del lavoro». Una vita che alimenta una catastrofe ecologica che continua ad andare avanti da tanto tempo, una catastrofe che deriva dalle stesse cause e che genera gli stessi effetti sulla «salute»: radioattività dell'aria, ondate di calore soffocanti, aria irrespirabile nelle città... E ora questa malattia che fa sì che donne e uomini di tutto il pianeta possano morire di asfissia.

La «vita normale» è quella che ci ha portato lì. Chi è che vuole davvero ritornarci?
Il presidente francese Macron ha rifiutato l'uso della strategia cosiddetta «zero-covid», sostenendo che una simile strategia funzionerebbe solo nelle isole e nelle dittature; e la Francia non è nessuna delle due. Cos'è allora questo Stato francese e in cosa consistono le sue misure eccezionali? Come descrivere, senza ricadere nella caricatura di un romanzo di fantascienza, questo Stato che ha preteso dei lasciapassare durante il lockdown, durante il coprifuoco, e che ora durante lo stato di emergenza sanitaria questi lasciapassare vengono stabiliti come permanenti? (Qui, va notato che il governo sta effettivamente scommettendo su un'estensione indefinita delle leggi che gli consentirà di adottare questo «lasciapassare sanitario esteso»). Quanti stati che non sono «né isole né dittature» hanno già imposto la vaccinazione contro il covid ai loro cittadini, ai loro bambini?
Qui, diventa indispensabile non andare a ricadere nella ridicola parodia offerta dai cosiddetti «antisistema», i quali sono tutt'al più dei veri e propri neoconservatori. Il pass sanitario non è una stella gialla, e queste persone denunciano innanzitutto l'«apartheid», quando invece non è quello che si vuole stabilire. L'anticapitalismo tronco, il «détournement» del discorso rivoluzionario, per troppo tempo è stato il veicolo scelto dai reazionari per deviare possibili spinte insurrezionali. Il secondo atto della commedia consiste poi nell'accusare ogni discorso realmente critico di «fare il gioco dell'estrema destra».
Tuttavia, si può scegliere di non fare il gioco di nessuno, e di sottrarsi alla caricatura: la Francia e gli Stati europei che gestiscono la sorveglianza sanitaria non sono dittature, ma sono solo Stati moderni. La legge permette loro di instaurare e regolamentare uno «stato d'eccezione» quasi permanente che annulla il diritto e crea l'eccezione totalitaria, la quale a sua volta conferma esattamente la regola democratica. Lo stato di eccezione, accompagnato da diversi meccanismi di esclusione, permette agli stati di proteggere e assicurare la riproduzione del sistema di produzione delle merci. Il lasciapassare sanitario si basa per l'appunto sullo stato di eccezione sanitaria e serve a stabilire un criterio esplicito di esclusione degli individui. O si accetta di dimostrarsi «sani» o si accetta l'esclusione; uno schema questo, che può essere applicato a livello locale, nazionale e internazionale. Per un breve periodo, durante il lockdown, la crisi sanitaria ha sottoposto gli scambi di mercato, la produzione e il lavoro salariato a tale scelta. Ma il movimento continuo del «soggetto automatico» esige però che uno schema del genere venga attuato basandosi sugli individui (che sono solo il supporto della produzione), e non sulla creazione di valore.
Pertanto, non si tratta di opporsi alla vaccinazione in quanto tale. Si tratta di opporsi a ciò che sta distruggendo la salute di tutti noi: la perpetua menzogna di una società che lavora esclusivamente per la produzione di valore e che non si preoccupa di nient'altro. La «salute», della quale ora si parla, riguarda esclusivamente il fatto che quelli che lavorano possano reggersi in piedi in modo da poter continuare a lavorare, senza contaminare gli altri, poiché ciò comporterebbe il rischio di paralizzare determinate linee di produzione. Bisogna che i Criceti tengano duro, in modo che la ruota del capitale possa continuare a girare a vuoto.

- Clément Lacroûte, 20 luglio 2021 - Pubblicato su  Critique de la valeur-dissociation. Repenser une théorie critique du capitalisme

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