«L'uomo propone e dispone. Sta soltanto in lui appartenersi interamente, cioè mantenere allo stato anarchico la banda di giorno in giorno più temibile dei suoi desideri. La poesia glielo insegna. Essa porta in sé il compenso perfetto delle miserie che sopportiamo. Può essere anche un'ordinatrice, se soltanto, sotto il colpo di una delusione meno intima, ci lasciamo andare a prenderla sul tragico. Venga un tempo in cui essa decreti la fine del denaro e spessi da sola il pane del cielo per la terra! Ci saranno ancora delle assemblee sulle pubbliche piazze, e dei "movimenti" cui non avete sperato di prendere parte. Addio selezioni assurde, sogni d'abisso, rivalità, lunghe pazienze, fuga delle stagioni, ordine artificiale delle idee, rampa del pericolo, tempo per tutto! Che ci si dia soltanto la pena di "praticare" la poesia».
André Breton, Manifesto del Surrealismo (1924)
Liberté (1942) di Paul Éluard
Sui miei quaderni di scuola Sulla mia scrivania e sugli alberi. Sulle sabbie di neve, Scrivo il tuo nome.
Sulle pagine che ho letto, su tutte le pagine bianche di pietra, sangue, carta o cenere, scrivo il tuo nome.
Sulle immagini d'oro, sulle armi dei guerrieri, sulla corona del re scrivo il tuo nome.
Sulla giungla e sul deserto. Sul nido e sui rovi. Sull'eco della mia infanzia, scrivo il tuo nome.
Su tutte le mie sciarpe azzurre. Sulle umide paludi illuminate dal sole.
Sul lago vivente del chiaro di luna, scrivo il tuo nome.
Sui campi, all'orizzonte. Sulle ali degli uccelli E sul mulino delle ombre, scrivo il tuo nome.
Ad ogni soffio dell'alba. Sul mare, sulle barche. Sulla cima demenziale della montagna, scrivo il tuo nome.
Sulla spuma delle nuvole. Sul sudore della tempesta. Sulla pioggia densa e sulla pianura, scrivo il tuo nome.
Sulle figure tremolanti. Sulle campane dei colori. Sulla verità naturale, scrivo il tuo nome.
Sulle alte vie. Sulle strade dispiegate. Sulla piazza affollata, scrivo il tuo nome.
Sulla lampada che è accesa. Sulla lampada che non è. Sui miei pensieri riuniti, scrivo il tuo nome.
Su un frutto tagliato in due. Nel mio specchio e nella mia camera.
Sul mio letto, una conchiglia vuota scrivo il tuo nome.
Sul mio cane, dal cuore grande e avido. Sulle sue orecchie dritte. Sulle sue zampe maldestre, scrivo il tuo nome.
Sul chiavistello della mia porta. Su quegli oggetti familiari. Sui torrenti di un buon fuoco, scrivo il tuo nome.
Sull'armonia della carne, sui volti dei miei amici, su ogni mano tesa scrivo il tuo nome. Sulla finestra delle sorprese.
Su un paio di labbra in attesa, in uno stato molto più profondo del silenzio, scrivo il tuo nome.
Sui miei nascondigli sbriciolati. Sui miei fari sommersi. Sui miei muri e sulla mia noia, scrivo il tuo nome.
Sull'astrazione senza desiderio. Sulla nuda solitudine. Sulle marce della morte, scrivo il tuo nome.
E per mancanza di una parola, rinnovo la mia vita, perché sono nato per conoscerti- Per darti un nome.
Paul Èluard - su Poésie et vérité 1942 (raccolta clandestina)
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