Il Corbynismo, come movimento politico, ora è in ascesa e, plausibilmente, arriverà anche al potere. Questo libro ci fornisce una panoramica critica di ciò che è il Corbynismo, al di là di Jeremy Corbyn stesso, collocandolo nel contesto dei movimenti populisti di destra e di sinistra che hanno oramai preso piede in tutto il mondo.
Sinossi dei capitoli del libro:
Capitolo 1 - Spiegare il 2017: l'ascesa e la caduta del populismo dell'austerità
Nel 1° capitolo, spieghiamo il perché della sorprendente performance dei laburisti alle elezioni generali del 2017, con il partito che guadagna 30 seggi, privando Theresa May della sua maggioranza: un risultato, questo, che è andato contro quasi tutte le previsioni. Suggeriamo che la chiave per comprendere questa straordinaria svolta risieda nel processo attraverso il quale il “deficit” è diventato un tema tabù nella politica britannica, e come questo abbia concesso la possibilità, al Partito Laburista di progredire in base alla sua agenda corbynista. Ripercorrere la storia dell'ascesa e del declino del deficit, porta alla luce tutta una serie di importanti intuizioni su quale siano le origini, e il carattere, dell'attuale turbolenza politica nel Regno Unito, e su quale sia la posizione del Corbynismo in tale turbolenza. In particolare, viene rivelato il ruolo cruciale svolto dalla stessa narrazione iniziale dell'austerità, che mostra come, tanto il crudo produttivismo del suo “siamo tutti coinvolti”, quanto la sua opposizione basata sull'anti-austerità, abbiano agito da apripista per le correnti populiste che ne avrebbero seguito la scia e che, alla fine, l'avrebbero sussunta.
Capitolo 2 - I presupposti del Corbynismo: sul bicameralismo
Il capitolo 2° si concentra sul ruolo che, nello sviluppo del corbynismo nel suo complesso, ha svolto la reputazione personale di Corbyn, fatta di incrollabile integrità morale e di preveggenza politica; la reputazione di un uomo che sarebbe sempre stato “dalla parte giusta della storia”. Ciò mostra come la mitologia morale che circonda Corbyn, in quanto individuo, sia radicata nel collasso della tradizione della “sinistra dura” dei laburisti, all'inizio degli anni Novanta e nel successivo processo della romanticizzazione di tale tradizione, insieme alla romanticizzazione dello stesso Tony Benn, che ne è seguita, in particolare sulla scia della leadership di questa sinistra dura nell' opporsi all'invasione dell'Iraq nel 2003.
Capitolo 3 - Dalla parte giusta della storia: la Mitologia Morale del Corbynismo
Nel 3° capitolo, mostriamo in che modo Corbyn sia stato il beneficiario di questo processo di de-storicizzazione e de-politicizzazione, che ha alimentato la narrazione di un “Anno Zero” costruita intorno alla sua candidatura alla leadership laburista, protrattasi fino alle elezioni generali. In questo capitolo si sostiene che la fiducia nell'integrità personale di Corbyn è tale che il contenuto effettivo del suo programma - una piattaforma nazional-populista di protezionismo economico, abbinata a una cruda politica estera isolazionista basata sui “due campi” - è rimasto a lungo inascoltato dai suoi critici e dalla più ampia sinistra liberale. Questa assenza di approfondimento, accompagnata da un processo nel quale alcune scene della lunga carriera politica di Corbyn sono state trasformate in moderne parabole, è stata cruciale sia per comporre una coalizione elettorale, sia per evitare che alcune tensioni e contraddizioni all'interno del movimento stesso venissero a galla.
Capitolo 4 - Riprendere il controllo: il Corbynismo in un Paese solo
Nel quarto capitolo, cerchiamo di contrastare questa interpretazione romantica e storicamente revisionista del Corbynismo, esaminando le premesse teoriche della tradizione di Tony Benn che sono state riprese dal suo successore. Lo facciamo confrontando la “Strategia economica alternativa”, proposta da Benn come soluzione alla crisi del capitalismo britannico a metà degli anni Settanta con il documento “Modelli alternativi di proprietà”, commissionato da John McDonnell nel 2017. Questo raffronto getta una luce sull'ambivalenza mostrata dalla leadership laburista nei confronti della prospettiva di una “hard Brexit” ; l'uscita dal mercato unico europeo e dall'unione doganale. Il capitolo si colloca in relazione alle visioni contemporanee dello Stato, e in particolare dello Stato-nazione, che si sono allontanate dalle tradizioni di sinistra di solidarietà transnazionale. Il capitolo contrappone la teoria del capitalismo, che sta alla base della visione di Benn-Corbyn del “socialismo in un solo Paese”, a una comprensione critica marxiana del capitalismo visto come un sistema globale storicamente specifico, costituito dal “lavoro socialmente mediato”. Suggeriamo che il mancato riconoscimento delle forme astratte di dominio sociale prodotte da tale sistema, sia alla base della recente svolta del Corbynismo verso delle soluzioni protezionistiche sposate dai movimenti nazionalisti sia di destra che di sinistra. Il capitolo indica alcune delle possibili conseguenze negative di tale svolta.
Capitolo 5 - «Le cose possono cambiare e cambieranno»: Classe, Postcapitalismo e Populismo di sinistra
Nel V capitolo, analizziamo criticamente la mobilitazione che il Corbynismo opera attraverso la nozione populista di “popolo”, e gli aspetti nei quali questa si contrappone a una mancanza di analisi di classe in cui si elidono le relazioni antagonistiche a favore di una concettualizzazione, priva di contraddizioni, del modo in cui il potere inevitabilmente andrà a vantaggio del soggetto popolare. Suggeriamo che una comprensione marxista ortodossa della classe, del valore e della storia induce il corbynismo - sia nella sua forma più tradizionale, qui rappresentata dal lavoro di Ralph Miliband, sia nella sua più fresca iterazione postcapitalista - a calcolare strategicamente male le possibilità di un'incipiente liberazione presente nell'attuale stato di cose. Il mancato riconoscimento del carattere negativo, mediato e intrinsecamente contraddittorio della società di classe - nella quale l'attività intrapresa dai lavoratori per garantire la loro sopravvivenza quotidiana produce le forme che poi arrivano a dominarli - porta alla falsa presunzione per cui l'antagonismo sociale possa essere risolto con la creazione di un “popolo” non contraddittorio, protetto dalle pressioni del mercato mondiale dallo Stato-nazione e dalle misure tecnocratiche.
Capitolo 6 - Il sistema truccato: Corbynismo e teoria del complotto
Nel capitolo 6°, esploriamo in che modo il Corbynismo si sia strutturato intorno a una critica tronca della società capitalista, vista come un “sistema truccato”; e come la cosa possa facilmente scadere in una sorta di complottismo teorico. Nel capitolo, si sostiene che la facilità con cui il tropo del “sistema truccato” sia passato lungo tutto lo spettro politico - da Bernie Sanders, a Donald Trump e poi a Corbyn – e ci indica una preoccupante ambivalenza politica. Tanto nelle sue formulazioni di destra, quanto in quelle di sinistra, il concetto di “sistema truccato” non coglie né la classe né il capitalismo in quanto forme sociali antagoniste, mediate e contraddittorie; ma presenta la società capitalistica come se fosse un processo di produzione relativamente semplice e naturale, il quale sarebbe stato dirottato dall'intervento illegittimo degli “estrattori di ricchezza”, della finanza internazionale, e del settore bancario. Mostriamo, in questo capitolo, in che modo questa critica tronca del “sistema truccato” si colleghi a idee simili a quelle che circolano intorno all'ascesa di Trump e della Brexit: ad esempio, l'opposizione al “globalismo” e il ripiegamento sullo Stato-nazione, assunto come orizzonte dell'attività politica. Mostriamo come tutto questo possa sfociare in teorie cospirative antisemite, soprattutto se combinate con il “campismo” riflessivo di quelle che sono delle forme contemporanee di “antimperialismo”.
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