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giovedì 1 marzo 2007
inediti
Celebrazioni! Anche se, a volte, il termine sembra - come dire - un po' sconveniente. Si celebrano i trent'anni del "1977", e ci sono i soliti che si scandalizzano perché qualcuno celebra (e qui ci sta, il celebrare!) la ricorrenza della cacciata di Lama dalla "Sapienza". Mentre, da un'altra parte, leggo che si stanno "celebrando" i venticinque anni dalla morte di Philip K. Dick!! E del resto non c'è di che stupirsene. In un'epoca in cui si applaudono i cadaveri ai funerali, strappando il commento di Montalbano che chiosa "e si vede che sono contenti, che il morto si sia levato dai cabasisi!", non c'è proprio di che stupirsene. Certo, però, che è un grosso sculo essere morti. Questi ti celebrano, ti fanno a pezzetti, per venderti meglio. E poi, trovano sempre qualche inedito! Ma dove cazzo li prendono tutti questi inediti? Secondo me, li carpiscono al defunto quando è ancora in vita. Avvantagiandosene. Ce la vedo Dori Ghezzi che rubava nastri e partiture, magari quando Fabrizio De André era un po' alticcio. Che non si sa mai, potranno far comodo un giorno! Oppure - come si chiama l'esecutore testamentario di Dick? Ah già! - Paul Williams che nottetempo andava a casa del suo protetto, magari quando era sotto l'effetto di una o due pasticche di troppo, e frugava nei cassetti alla ricerca di qualche vecchio manoscritto dimenticato, o messo via perché l'autore s'era reso conto di aver scritto un troiao. Ed ecco che, puff, come per incanto, appena arriva il giorno della "celebrazione", ecco che spuntano fuori. Manoscritti inediti, registrazioni di concerti, vecchie ballate incise su nastri a due piste. E sì, c'è proprio di che celebrare! Per qualcuno.
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