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mercoledì 30 ottobre 2024

Tutte le capre diventano giardiniere !!

Sostenibilità per tutti [*1]
- di Robert Kurz -

Il movimento per la pace finì quando la cantante Nicole cantò "A Little Peace" e Ronald Reagan e la sua famiglia si unirono alla catena umana. Oggi, tutti i produttori di armi e tutti i torturatori sono a favore di «un po' di pace» e, ovviamente, per la democrazia. La stessa cosa vale anche per il movimento socio-ecologico e per il vago concetto di "sostenibilità", che si ferma a un soffio da una critica fondamentale del calcolo economico. Da quando la modernità ha subito un restyling postmoderno, tutto sta andando bene proprio perché ogni cosa non significa più nulla. Nel rumore di fondo della macchina del mercato globale, è tutto indifferente: espresso in prezzi monetari, ogni cosa che è vivente in questo mondo, sembra possedere la medesima intercambiabile qualità. E la libertà non è altro che comprendere la necessità di adattarsi al mercato; Orwell non avrebbe avuto nemmeno bisogno di inventare una "neolingua". Quello che si diffonde è un vorace discorso plastico, che si appropria di tutti i concetti e appiattisce tutte le differenze nel mentre che parla di "individualità" e di "diversità". Ogni critica sociale viene inghiottita per poi essere trasformata in un oggetto di mercato da mettere accanto alle carte di credito, ai salva-slip e ai telefoni cellulari. In tal modo, la politica e i media preparano la zuppa dello spirito del tempo, in cui quelle che sono le ultime parole d'ordine ora devono nuotare per essere vendute, sebbene non abbiano più sostanza di quanto ne abbia una "zuppa di pollo" di Knorr, o di quanto vero pollo contenga una zuppa di Maggi. Sembra che il termine plastico, "sostenibilità", sia stato coniato su misura proprio per questo "discorso" del fast food. Questa nuova parola si adatta perfettamente alla fusione tra gli interessi del mercato e la cagnara della responsabilità ecologica, al fine di introdurre nei meccanismi infiniti del giornalismo degli antipasti un prodotto che sia commestibile per tutti. La "sostenibilità" rende facile il presentarsi come figura sociale ed ecologica, senza però mettere in discussione l'ordine sociale dominante e la sua economizzazione del mondo da parte dell'azienda. Nel frattempo, persino ogni bambino sa che la razionalità economica esternalizza costantemente i costi: verso la società nel suo complesso, verso il futuro, e appunto anche vero la natura. È stato dimostrato che è praticamente impossibile reintegrare questi costi sociali ed ecologici esternalizzati nel bilancio economico grazie alla regolamentazione politica. Ma avremmo dovuto saperlo prima, dal momento che l'essenza dell'economia aziendale risiede proprio in questo particolare calcolo che vede solo l'interesse dell'autoconservazione economica, e non ha letteralmente nulla a che fare con tutto il resto. Chi nel mondo non fa casino, viene punito dai mercati. In ogni caso, continuare a organizzare la società secondo un principio che esclude sistematicamente i costi sociali ed ecologici che ne derivano, per poterli poi reintegrare a posteriori, sarebbe una procedura del tutto assurda. Perché invece non utilizzare le risorse dell'azienda in modo ragionevole fin da subito? Purtroppo, questo buon senso può essere mobilitato solo a condizione che la società ponga fine al sistema del cieco calcolo economico. Tuttavia, non dobbiamo toccare il fondo. Per i vincitori del mercato globale, il dibattito socio-ecologico degli anni '70 e '80 è stato chiaramente un bene di lusso. Ma ora non ridiamo più. E ciò avviene proprio in un momento in cui il dumping ecologico e la deregolamentazione sociale stanno accelerando la crisi nella quale sta facendo carriera la "sostenibilità". Così, questa "sostenibilità" diventa il nome che assume la capitolazione della critica socio-ecologica della società. Più velocemente scompaiono le foreste tropicali, più l'acqua potabile diventa inquinata, più drammaticamente aumentano la disoccupazione e la povertà di massa, e più diffuso si fa l'impegno per la "sostenibilità". Ecco perché perfino un radicale anticonformista del mercato, qual è il presidente della Federazione delle industrie tedesche, Olaf Henkel, finisce per essere all'origine del dibattito sulla sostenibilità. Tutte le capre diventano giardinieri, e la microeconomia trionfante distrugge il mondo in maniera sostenibile!

- Robert Kurz, gennaio 2000 -

Fonte: Exit!

[*1] Nota dell'editore: questo testo è apparso per la prima volta in: "Politische Ökologie", nel gennaio 2000, a p. 10. Tuttavia il testo potrebbe essere stato scritto oggi; solo i nomi di alcune persone sarebbero stati diversi, e sarebbe stata aggiunto il concetto di "catastrofe climatica".

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