In "Crepuscolo degli idoli" di Nietzsche, e negli appunti del traduttore Paulo César de Souza, a colpire è anche il ricorrere di alcuni animali: nella sezione finale del libro, "Quel che devo agli antichi", Nietzsche parla di Christian August Lobeck (1781 – 1860), un filologo classico tedesco, il quale, «con la dignitosa sicurezza di un verme rinsecchito tra i libri s’insinuò strisciando in questo mondo di misteriosi stati interiori e si persuase di agire scientificamente per il fatto di essere frivolo e infantile fino alla nausea» (p. 104-105). Nelle sue note, il traduttore ci informa che Nietzsche «allude all'espressione Bücherwurm ("verme dei libri", "falena"), termine che i tedeschi usano anche per designare coloro che sono dediti alla lettura o al collezionismo di libri» (p. 129, n. 153).
Già nel prologo del libro, però, c'è l'importante apparizione di un animale; o quanto meno di una metafora che poggia sull'immagine di un animale: Nietzsche scrive: « Porre qui una buona volta domande con il martello, e forse udire per tutta risposta quel famoso suono cavo che parla dai visceri enfiati – quale delizia per uno che ha altri orecchi dietro gli orecchi, – per me vecchio psicologo e acchiappatopi, per il quale proprio quel che vorrebbe starsene in silenzio deve gridar forte . . . » (pagg. 7-8). Nelle note, il traduttore ci informa che il termine «adescatore» è, nell'originale, "Rattenfänger", "cacciatore di topi": «Nietzsche si riferisce al pifferaio magico di Hamelin (Rattenfänger von Hameln, in tedesco), personaggio di una nota favola medievale. Con l'eccezione dei traduttori inglese e italiano, che usarono invece pifferaio magico e incantatore, gli altri tradussero l'espressione letteralmente. Nietzsche la usa anche in "Al di là del bene e del male", sezioni 205 e 295, e ne "La Gaia scienza, sezione 340"» (p. 112, n. 4).
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