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mercoledì 24 aprile 2024

C'era molta foschia, nebbia, fumo o non so cosa...

Cristina Rivera Garza, nel suo libro "Había mucha neblina o humo o no sé qué" - un'indagine narrativa e saggistica su Juan Rulfo - mette in risalto, innanzitutto, il ruolo di lavoratore che Rulfo svolgeva; ossia le attività in cui si impegnava per ottenere denaro, mantenere la famiglia, etc. e, parallelamente, anche la sua disponibilità (che talvolta diventava quasi una necessità) a viaggiare per tutto il territorio interno del Messico. Su questo punto specifico, il Rulfo di Rivera Garza si avvicina (confondendosi) al Nikolai Leskov di Walter Benjamin, vale a dire, colui che compare nel suo saggio sul "narratore" (sullo "storyteller") dal momento che anche Leskov collegava lo svolgimento del proprio lavoro quotidiano alla letteratura : Rulfo & Leskov, viaggiando per lavoro (il primo era agente di vendita per la compagnia Goodrich-Euzkadi, il secondo faceva il commesso viaggiatore) ascoltavano delle storie, e di conseguenza entravano in contatto con quelle persone anonime in cui incappavano lungo la strada (e trasformando, poi, ciò che ascoltavano in scrittura, in narrativa, in un'opera). Pur tuttavia, l'approccio di Cristina Rivera Garza non è però tanto rivolto a Leskov e a Benjamin, quanto piuttosto a Kafka: Rulfo, come Kafka, viaggia costantemente per lavoro, e da questo confronto emerge un secondo asse di interesse: la tecnica & la tecnologia, le innovazioni nei dispositivi e nelle protesi, qualcosa che si può ritrovare anche in Kafka (il suo interesse per il cinema, per la macchina da scrivere Oliver 5 che usava per il lavoro), e anche in Rulfo. Così, Rivera Garza scrive che nel corso della sua vita Rulfo ha scattato più di settemila foto, di cui solo 500 sono state pubblicate (la pubblicazione del primo racconto di Rulfo è del 1945; la pubblicazione delle sue prime foto, del 1949, ha avuto inizio con una Leica 4 x 4 e successivamente ha proseguito anche con ben tre Rolleiflex 6 x 6, una delle quali era sta acquistata in Germania. Va detto, che l'attività fotografica di Rulfo, che era iniziata ben prima di quella letteraria, continuerà anche dopo il 1955, allorché avrebbe abbandonato la letteratura.

fonte: Um túnel no fim da luz

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