giovedì 23 agosto 2018

Molluschi Pigri!

conchiglie

Una nuova ricerca suggerisce che l'evoluzione favorirebbe la "sopravvivenza del più pigro"
- University of Kansas - 21 agosto 2018 -

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Una nuova ricerca ad ampio raggio, svolta sui fossili e sui gasteropodi esistente nell'Oceano Atlantico, suggerisce che la pigrizia potrebbe essere una strategia fruttuosa per la sopravvivenza degli individui, delle specie e perfino per le comunità di specie. I risultati della ricerca svolta da un gruppo di ricercatori dell'Università del Kansas, sono stati recentemente pubblicati negli Atti della Royal Society B.
Osservando un periodo di tempo durato all'incirca 5 milioni di anni, e che va dal medio-Pliocene fino al tempo presente, i ricercatori hanno analizzato il metabolismo di 299 specie - vale a dire, la quantità di energia di cui l'organismo ha bisogno per poter vivere la sua vita quotidiana - ed hanno rilevato che un tasso metabolico più alto è stato un indicatore attendibile della probabilità di estinzione della specie.
«Ci siamo chiesti, "Si potrebbe pronosticare la probabilità di estinzione di una specie, sulla base dell'utilizzo di energia da parte di un organismo?"» - ha detto Luke Strotz, ricercatore post-dottorato presso il "KU's Biodiversity Institute and Natural History Museum", che è il principale autore della tesi. «Abbiamo trovato una differenza fra le specie di molluschi che si sono estinte negli ultimi 5 milioni di anni, e quelle specie che sono ancora in giro al giorno d'oggi. Quelle che si sono estinte tendono ad avere un tasso metabolico più alto, rispetto a quelle che sono ancora viventi. Quelle specie che richiedono un minore sostentamento energetico, sembra che abbiano più probabilità di sopravvivere, rispetto a quegli organismi con un tasso metabolico più alto.»

Coautori della ricerca, sono stati Julien Kimmig del KU, e collection manager presso il Biodiversity Institute, Bruce Lieberman, professore di ecologia e biologo evolutivo, e Erin Saupe della Oxford University.
«Per gli animali, nel lungo periodo, forse, quella che si rivela come la migliore strategia evolutiva è l'apatia e l'indolenza - più il tasso metabolico è basso, più è probabile che la specie cui appartieni sopravviva», ha detto Lieberman. «Anziché la "sopravvivenza del più forte", forse, una miglior metafora per la storia della vita, potrebbe essere quella della "sopravvivenza del più pigro" o, quanto meno, la "sopravvivenza del più lento".» I ricercatori hanno affermato che il loro lavoro potrebbe avere delle implicazioni importanti al fine di prevedere quali specie potrebbero essere destinate a sparire a breve termine, a fronte degli imminenti cambiamenti climatici.
«In un certo senso, quello che stiamo osservando è un potenziale indicatore che prevede la probabilità di estinzione», ha detto Strotz. «A livello di specie, il tasso metabolico non è l'unica cosa importante al fine dell'estinzione - in gioco ci sono molti altri fattori. Ma questi risultati ci dicono che il tasso metabolico di un organismo è una componente della probabilità di estinzione. Con un tasso metabolico più alto, una specie ha maggiori probabilità di estinzione. Quindi, si tratta di un altro attrezzo nella cassetta degli attrezzi. Ciò aumenterà la nostra comprensione del meccanismo che governa l'estinzione, e ci aiuterà a determinare meglio la probabilità che una specie ha di estinguersi.»

Il team ha scoperto che un più alto tasso metabolico era un indicatore migliore della probabilità di estinzione, specialmente quando le specie erano confinate in un habitat più piccolo, e lo era meno quando una specie era diffusa in una più ampia area geografica dell'oceano.
«Abbiamo trovato che le specie distribuite in maniera più ampia, non mostrano la stessa relazione fra estinzione e tasso metabolico che intrattengono le specie che hanno una distribuzione più ristretta», ha detto Strotz. «La dimensione dell'insieme è una componente importante della probabilità di estinzione, e le specie che hanno una distribuzione ristretta sembrano molto più propense ad estinguersi. Se sei poco distribuito ed hai un alto tasso metabolico, a quel punto la tua probabilità di estinguerti è assai alta.»
Il team ha riscontrato anche che il tasso metabolico complessivo per le comunità di specie rimane stabile, e questo anche se le singole specie appaiono e scompaiono all'interno della comunità.
«Abbiamo scoperto che se osserviamo le comunità nel loro complesso, e tutte le specie che costituiscono tali comunità, il tasso metabolico medio della comunità tende a rimanere invariato nel tempo», ha detto Strotz. «Sembra che nella comunità ci sia una stasi a livello energetico. Nei termini dell'utilizzo dell'energia, si sviluppano nuove specie - ovvero, cresce l'abbondanza di quelle che sono ancora in giro - per tagliare il dispendio inutile, nella misura in cui altre specie si estinguono. Questa è stata una sorpresa, in quanto ci si aspetta che il tasso metabolico a livello di comunità cambi nel tempo. Invece, per questi bivalvi e gasteropodi, nonostante numerose estinzioni, il dispendio medio di energia rimane lo stesso nel corso di milioni di anni».

Strotz ha detto di aver usato i molluschi per studiare il fenomeno del contributo dato dal metabolismo al tasso di estinzione a causa dell'ampiezza dei dati disponibili che abbiamo riguardo le specie viventi ed estinte.
«Abbiamo bisogno di una quantità di dati assai grande, con molte specie e molte occorrenze», ha detto. «Molte di queste specie di bivalvi e gasteropodi sono ancora viventi, per cui un bel po' dei dati di cui avevamo bisogno per poter fare questa ricerca possono provenire dalle nostre conoscenze della fisiologia dei bivalvi e dei gasteropodi viventi. La ragione per cui abbiamo scelto l'Atlantico occidentale come area di studio, è perché disponiamo di un'eccellente mole di dati che registrano la distribuzione, in questa regione, sia di fossili che di molluschi viventi. Ho fatto uso di un bel po' di materiale fossile proveniente da collezioni degli Stati Uniti».
Secondo il gruppo di ricerca, il proseguimento di questa linea di ricerca darà quello di stabilire in che misura il tasso metabolico abbia un'influenza sul tasso di estinzione di altri tipi di animali.
«Vedremo in che modo questi risultati possono essere generalizzabili ad altri gruppi, per lo meno, all'interno del regno marino», ha detto Strotz.
«Alcuni dei prossimi passi, saranno quelli di estendere la ricerca ad altri gruppi, per vedere se il risultato è coerente con alcune cose che conosciamo a proposito degli altri gruppi. La questione è sapere se si tratti di un fenomeno che riguarda solo i molluschi. Se esiste qualcosa che possa giustificare - data la dimensione di questo set di dati, e l'enorme quantità di tempo coperta - il fatto che sia generalizzabile. Ma dobbiamo dimostrare se questo si può applicare ai vertebrati. Oltre che al mare, si può applicare alla terra?»

(Per avere più informazioni: Metabolic rates, climate and macroevolution: A case study using Neogene molluscs, Proceedings of the Royal Society B)

Fonte: University of Kansas

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