venerdì 1 giugno 2018

Stato-fobici

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Comunizzazione o Accelerazionismo - oppure entrambi?
- di Jehu -

Alla superficie, non riesco ad immaginare due idee più inconciliabili della comunizzazione e dell'accelerazionismo. Mentre la prima, la comunizzazione, è stata spesso etichettata come un una variante di estrema sinistra del comunismo, il secondo, l'accelerazionismo, è stato spesso definito come la vera grammatica del neoliberismo, addirittura anche dalla persona che ne ha coniato il termine, Ben Noys.
Ritengo che ci siano delle buone ragioni per poter dire che quest'opinione sia sbagliata. A mio avviso, lungi dall'essere in contrapposizione, le due variati radicali estremiste sono gli ideali complementi, l'una dell'altra. Diamo loro un'occhiata!

Accelerazionismo (così come viene definito da Wikipedia):
«Nella teoria politica e sociale, l'accelerazionismo è l'idea secondo cui, sia il prevalente sistema del capitalismo, sia alcuni processi tecno-sociali che lo hanno storicamente caratterizzato, dovrebbero essere ampliati, riproposti, o accelerati al fine di generare un cambiamento sociale radicale. Alcuni filosofi accelerazionisti contemporanei, assumono come punto di partenza la teoria di Deleuze e Guattari della deterritorializzazione, la quale mira ad identificare, approfondire, e a radicalizzare le forze deterritorializzanti con la prospettiva di superare le contro-tendenze che sopprimono la possibilità di arrivare ad una trasformazione di vasta portata. Più in generale, l'accelerazionismo, può anche fare riferimento, e lo fa di solito in maniera peggiorativa, al sostegno dell'approfondimento del capitalismo, nella convinzione che ciò accelererà le sue tendenze autodistruttive, e alla fine porterà a farlo collassare.»
Quando parlo di accelerazionismo, mi sto riferendo solo a ciò che wikipedia descrive come il senso peggiorativo del termine: un approfondimento del processo di accumulazione capitalista al fine di accelerare le sue tendenze autodistruttive. È a questo che faceva originariamente riferimento Benjamin Noys, quando parlava di accelerazionismo, e che va distinto da quella che è la versione debole dell'accelerazionismo, adottata poi recentemente da autori di sinistra come Srnicek, Williams e Mason.
L'accelerazionismo landiano è una dichiarazione di guerra contro la socialdemocrazia del XX secolo:
«La rivoluzione macchinica deve perciò andare nella direzione opposta alla regolazione socialista; spingendo ancora più avanti la mercatizzazione disinibita dei processi che stanno facendo a pezzi il campo sociale, "ancora più avanti" con "il movimento del mercato, della decodifica e della deterritorializzazione: non avete visto ancora niente"»
Sono questo genere di dichiarazioni che fanno svenire Noys. Landis - spiega Noys - presuppone che esista una fondamentale incompatibilità del mercato e della tecnologia, con il capitalismo: «Voglio sottolineare quanto sia conforme a questi elementi del neoliberismo. Incarna una "stato-fobia", che concorda con la necessità di sottomettere al mercato tutti gli elementi della società... »

Comunizzazione (così come, d'altra parte, viene definita da wikipedia):
«Nella teoria politica comunista, la comunizzazione è il processo di abolizione della proprietà dei mezzi di produzione, i quali, nelle società dominate dal modo capitalistico di produzione, sono di proprietà dei singoli capitalisti, degli Stati, o di altri organismi collettivi... Quindi, le persone avrebbero libero accesso a questi beni, piuttosto che dover scambiare lavoro con denaro, e la distribuzione avverrebbe secondo la massima, "da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni.»
In parole semplici, la tendenza della comunizzazione propone che ora sarebbe possibile superare completamente la fase inferiore del comunismo - quella in cui regna il "ciascuno secondo il suo lavoro" - e mirare direttamente ad una società pienamente comunista. A corollario di questo punto di vista, si unisce quello secondo cui un periodo di transizione, corrispondente alla dittatura del proletariato, non è più necessario.
Il problema con la comunizzazione in quanto strategia consiste nel fatto che fondamentalmente si tratta di un verbo in cerca di un soggetto e di un oggetto! Chi è che che sta comunizzando che cosa?
Per fare un esempio di che cosa intendo quando faccio questa domanda, sappiamo tutti che l'accumulazione capitalista socializza il lavoro. Noi chiamiamo tale processo col nome di “socializzazione”, ed esso sostituisce il lavoro individuale svolto separatamente (produzione mercantile semplice e scambio), con quello cooperativo, con il lavoro direttamente sociale. Nel caso della comunizzazione, tuttavia, non è del tutto chiaro chi e che cosa stia facendo la comunizzazione, e che cosa esattamente stiano comunizzando.
Con ogni probabilità, i comunizzatori non saranno la classe operaia, almeno a breve termine, come spiega Noys:
«Il collasso finale del socialismo attualmente esistente, avvenuto nel 1989, e la diffusa disillusione nei confronti della socialdemocrazia, di sindacati ed altre "tradizionali" affermazioni della resistenza dei lavoratori, non sembrano, quanto meno ancora, aver portato ad una qualche rinascita del modello auto-abolente della negatività proletaria o della "moltitudine", o di "qualsivoglia singolarità", o di altri "nuovi" modelli di lotta.»
A prescindere dai suoi altri difetti - e sono troppi per poterli elencare tutti qui - il comunismo del XX secolo aveva un'idea coerente di quale avrebbe dovuto essere la strada da seguire per arrivare al comunismo: la classe operaia si sarebbe organizzata come classe dominante e avrebbe intrapreso la sua propria emancipazione. La comunizzazione non ne ha nessuna idea.

Accelerazionismo, Comunizzazione e azione
Vorrei suggerire che in tal senso la comunizzazione ha un pel po' di cose in comune con l'accelerazionismo. Non sono non è chiaro che sta facendo la comunizzazione, ma sembra anche che nessuno sembra sapere chi a sua volta stia facendo l'accelerazione. Come ha osservato Land più di una volta - per quanto ne so -, nessuno deve spingere per accelerare l'accumulazione capitalista. Accelerare l'accumulazione, è quello che il capitalismo fa. È quello di cui il capitalismo consiste. E lo fa molto bene.
Ma l'accumulazione capitalistica è un processo inconscio cieco. Perciò sarebbe illogico domandare, come abbiamo fatto prima a proposito della comunizzazione, "Chi sta accelerando che cosa?" Analogamente, anche chiedere chi è che sta comunizzando potrebbe non avere alcun senso. Questo lo dico perché la domanda relativa a chi stia comunizzando la società assume tacitamente che ci sia un agente (politico). Assume che in una miriade di individui esistenti nella società, alcuni siano predisposti, a partire dalla loro posizione all'interno del modo capitalistico di produzione, a comunizzarlo.
Porre la domanda, presuppone anche che questi individui possano scegliere in merito - nel senso che i proletari avrebbero potuto compiere una scelta politica consapevole. Può essere sostenuto che, nel comunismo del XX secolo, avevano questa scelta. Avrebbero potuto votare per sé stessa al potere oppure, in caso di fallimento, organizzare un'insurrezione e prendere il potere con la forza delle armi. Questo era un aspetto della contingenza del concetto di rivoluzione proletaria.
Noi assumiamo che quest'aspetto della scelta, nel XXI secolo prevalga ancora, ma é così? Io credo di no. Ritengo che le cose stiano come asserisce la scuola della comunizzazione. Secondo la scuola della comunizzazione, le forze sociali di produzione sono state sviluppate in misura tale che la società potrebbe già essere immediatamente organizzata secondo il principio del "ciascuno secondo i suoi bisogni". Ciò significa che, per la maggior parte, oggi il lavoro salariato è superfluo per la produzione di ricchezza materiale.
Il fatto di essere superflui per la produzione di ricchezza materiale, non è quel genere di cose su cui i proletari possono votare o che possono essi stessi imporre con la forza delle armi. Chi vuole essere superfluo rispetto alla produzione di ricchezza materiale, in una società in cui la sussistenza consiste nella vendita della tua forza lavoro? I proletari non scelgono di essere superflui, la superfluità è stata imposta nonostante le loro strenue obiezioni. Il processo di accumulazione capitalista ha esso stesso già reso superflua la popolazione dei proletari rispetto alla produzione di ricchezza materiale. Se non altro, i proletari hanno esaurito tutti i mezzi possibili per continuare a rimanere schiavi salariati nonostante la loro reale superfluità.

Tre punti di intersezione
La comunizzazione e l'accelerazionismo non solo si assomigliano l'un l'altra in termini di mancanza di azione, ma fanno anche entrambi a meno delle categorie della politica e dello Stato. Nel caso dell'accelerazionismo, questo rifiuto dello Stato nella società esistente, è stato etichettato da Ben Noys con il nome di stato-fobia. Mentre la comunizzazione viene condannata da molti comunisti "ortodossi" a causa del loro rifiuto dell'idea di dittatura del proletariato dopo che il capitalismo sarà stato abolito.
Presi insieme, accelerazionismo e comunizzazione suggeriscono che non c'è alcun ruolo per lo Stato, per le classi e per la lotta di classe, sia prima che dopo la rivoluzione.
Inoltre, il meccanismo dell'accelerazionismo e il (la mancanza di un) meccanismo per la comunizzazione suggeriscono che ciascuno di essi è condizione per lo sviluppo dell'altro. Accelerare l'accumulazione rende il lavoro vivente superfluo per la produzione di ricchezza materiale, la fa diventare una premessa per il comunismo; mentre la riduzione del lavoro vivente nella produzione di ricchezza materiale accelera l'accumulazione. Si tratta di un ciclo di retroazione nel quale le condizioni per la comunizzazione - il fatto che il lavoro venga reso sempre più superfluo per la produzione di ricchezza materiale - accelerano l'accumulazione capitalistica.
Penso che questi tre punti di intersezione fra comunizzazione e accelerazionismo - assenza di azione, rifiuto dello Stato/politica e meccanismo auto-rafforzante - indicano che stiamo osservando il medesimo processo da prospettive differenti.
Se ho ragione, questo merita ulteriori analisi da parte dei comunisti. Si potrebbe utilizzare una buona sintesi delle due idee, sotto la forma di un strategia realistica per un'azione diretta.

- Jehu - Pubblicato il 5 aprile 2018 su The Real Movement -

fonte: the real movement

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