venerdì 30 marzo 2018

Prima dei titoli di coda!

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Più che buono, il film di Raoul Peck, riesce a far sì che si possa riuscire a cogliere la situazione e la congiuntura di tutta un'epoca, insieme ai personaggi che in quell'epoca si muovevano, senza indulgere né alla caricatura né alla tentazione di rappresentarli in maniera troppo compiacente.
Weitling, Bakunin, Proudhon, così come gli stessi Marx ed Engels, sono reali e concreti. E reali e concreti sono i meccanismi, la dinamica, che li muovono sulla scena storica.
Come non tener conto degli avvertimenti di Weitling, a proposito della «critica che tutto fagocita e che finisce per fagocitare anche sé stessa»? e sul pericolo di andare a finire per «tagliare le teste degli amici, dopo quelle dei nemici, fino a tagliare la propria, di testa»; oppure, come non sorridere dell'ironia di Bakunin che si stupisce del fatto che Marx possa parlare bene... di qualcuno?
Le contraddizioni (condite da un pizzico di narcisismo) di Engels, l'incapacità (che si accompagna all'arroganza) di Marx a comprendere i meccanismi della "politica" - del resto, su quel terreno, non ne ha mai azzeccata una che fosse una! - finendo per contribuire col Manifesto [e non per niente, sottolinea il film, che avrebbe dovuto essere un "catechismo"] - lui che marxista non è mai stato - alla fondazione del "comunismo" e del marxismo tradizionale; per poi passare la parte rimanente della propria vita a cercare di porre rimedio a quell'enorme errore commesso, scrivendo prima i Gundrisse e poi Il Capitale (senza mai riuscire a finirlo), per farci comprendere quella che è la dinamica del capitale e, di conseguenza, la dinamica delle relazioni sociali che costituiscono e dominano la nostra vita, così come costituivano e dominavano allora la sua. Fino a quando, alla fine, il film ci fa il prezioso regalo di farci comprendere come la colonna sonora di quelle vite - e forse anche della nostra, di vita - non poteva essere altro che quella "Like a Rolling Stone" - il cui titolo, non per niente, riprende un vecchio slogan degli IWW - che accompagna le ultime immagini che scorrono, prima di titoli di coda.

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