venerdì 29 dicembre 2017

Secessioni...

americanwar

«Nella luce vermiglia del crepuscolo, i Chestnut entrarono in quell’immensa favela fatta di tende che, fino alla notte del grande massacro, sarebbe diventata la loro città.» Quando scoppia la guerra civile, nel 2074, Sarat Chestnut ha solo sei anni, eppure sa già perfettamente che il petrolio è fuorilegge, che metà della Louisiana, dove vive, è sommersa dalle acque del mare e che i Corvi, minacciosi droni che solcano il cielo, non sono lì per proteggere lei e i suoi fratelli. Il giorno in cui la guerra arriva a lambire la loro casa, la famiglia fugge nel cuore del territorio dei Rossi, i secessionisti, fino a Camp Patience, un immenso accampamento per le decine di migliaia di profughi del Sud.È qui che Sarat diventerà adolescente e poi donna, abbandonando i giochi da maschiaccio e i sogni da bambina per scoprirsi improvvisamente troppo adulta. È qui che incontrerà un misterioso uomo, Gaines, che le aprirà gli occhi sulle ingiustizie che la sua gente subisce per mano dei soldati Blu dell’Unione. Ed è sempre qui, dopo il terribile massacro che spazzerà via le ultime speranze di una vita normale, che Sarat imparerà il sapore della violenza e della vendetta. American War è uno spaccato crudele e senza riserve sull’incommensurabile rovina che la guerra porta nella vita di una nazione, di una comunità, di una famiglia, di un singolo individuo. L’esordio di Omar El Akkad, «intenso e terrificante» come lo ha definito il Washington Post, ci mostra un futuro molto vicino, un paesaggio immaginato eppure sempre più realistico, lo scatto vivido, inquietante, di cosa potrebbe accadere se gli Stati Uniti usassero su se stessi le loro devastanti politiche, contro gli americani le armi dei loro eserciti.

(dal risvolto di copertina di: Omar El Akkad: American War, Rizzoli, pagg. 448, euro 22.)

La Seconda guerra civile americana si svolse negli anni compresi tra il 2074 e il 2095. Fu combattuta tra l'Unione e gli Stati secessionisti del Mississippi, dell'Alabama, della Georgia e della South Carolina (nonché del Texas, prima dell'annessione al Messico). La causa principale del conflitto fu l'opposizione sudista alla legge sul Futuro sostenibile, che vietava l'uso dei combustibili fossili in tutto il territorio degli Stati Uniti. La legge, sostenuta dal presidente Daniel Ki, era in parte una risposta ai drammatici effetti degli sconvolgimenti climatici registrati nei decenni precedenti, all'importanza economica sempre minore dei combustibili fossili, e al drammatico deragliamento di un treno cisterna per il trasporto di petrolio, avvenuto a Williston, North Dakota, nel 2069. Tra i principali eventi che portarono all'inizio delle ostilità ricordiamo l'assassinio del presidente Ki, avvenuto a Jackson, Mississippi, nel dicembre del 2073, per mano dell'attentatrice suicida Julia Templestowe, e l'uccisione di alcuni manifestanti sudisti nel corso di una sparatoria davanti alla base militare di Fort Jackson, South Carolina, nel marzo del 2074. Gli Stati secessionisti (uniti sotto la bandiera del «Libero Stato del Sud») dichiararono l'indipendenza il primo ottobre del 2074, data che molti fanno coincidere con l'inizio ufficiale della guerra. In seguito a una serie di importanti vittorie militari dell'Unione, nel corso dei primi cinque anni di conflitto - soprattutto nel Texas orientale e lungo i confini settentrionali di Mississippi, Alabama e Georgia (la cosiddetta «Linea mag») - gli scontri si ridussero sensibilmente. Ciononostante, alcuni gruppi di ribelli insurrezionalisti, in parte sostenuti da agenti segreti stranieri e sabotatori antiamericani, continuarono a cimentarsi in azioni di guerriglia per altri cinque anni. Dopo un estenuante processo di negoziazione, conclusosi ampiamente a favore dell'Unione, la fine della guerra venne ufficializzata con la Cerimonia del Giorno della riunificazione, celebrata nella capitale federale di Columbus, Ohio, il 3 luglio del 2095. In quell'occasione, un terrorista secessionista riuscì a varcare la frontiera, introducendosi nei territori del Nord e liberando un agente biologico (il cosiddetto «Morbo della riunificazione») che scatenò un'epidemia a livello nazionale. Gli effetti dell'epidemia, che stando alle stime ha causato circa centodieci milioni di morti, si avvertirono in buona parte del Paese nel corso dei dieci anni successivi. L'identità del terrorista responsabile resta a tutt'oggi sconosciuta.

- Tratto dalle: Linee guida per il programma federale di studi di storia, modulo otto: la Seconda guerra civile. Compendio ( di Omar El Akkad ) (© 2017 Rizzoli Libri S.p.A./ Rizzoli, Milano) -

Nessun commento: