mercoledì 10 dicembre 2014

Scambiarsi le figurine

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Lo Stato si è fuso col capitale. L'uomo è diventato merce. Nella religione dell'economia, viene venerato un solo dio: il denaro. Un solo ideale: lo sviluppo. E questa società guidata dal sacrosanto criterio della redditività viene presentata come la migliore e la sola possibile: realtà indiscutibile, dove tutti gli individui, ridotti allo stato di risorse sorridenti, cercano di accedere ad un benessere egemonico. Come se la finalità dell'esistenza fosse quella di strozzarsi con una quantità sempre crescente di succedanei, di surrogati. "I beni del benessere hanno il sapore del vuoto", afferma con accento situazionista Agustin Garcia Calvo nel suo pamphlet. Per farla finita con il regime della falsificazione, basta smettere di crederci. Smettere di parlare il linguaggio dell'economia.
« Che cosa avverrebbe del denaro, della Banca, dell'enorme commercio della Rete Informatica Universale, se si diffondesse fra le persone una mancanza di fede, se ciascuno fosse assalito da un sospetto, con una certa frequenza ed intensità, un sospetto a proposito di quello che circola sulla Rete Informatica Universale, su quello che mantiene in piedi la Borsa, su quello che ogni giorno si va a comprare in Banca, come bambini che si scambiano delle figurine, con la più grande serietà, come se si giocassero la vita? Il denaro, per quanto potente, non potrebbe più niente. Tutte le forme di divinità hanno bisogno della fede: più la sua realtà è elevata, più è sublime, e più ha bisogno che si creda in Lui.»
Benché scritto nel 1993, l'ultima crisi del capitalismo globalizzato non ha fatto altro che confermare e rafforzare l'attualità della sua analisi sulla "Società del Benessere"; questa "utopia" capitalista fondata sullo sviluppo continuo, che si è rivelata una vera e propria truffa ed un terribile incubo. Non solo perché abbia aumentato il divario fra il mondo sottosviluppato ed il mondo sviluppato, insieme alle disuguaglianze nei due mondi, ma anche perché ha messo in pericolo l'avvenire delle generazioni attuali e future attraverso lo spreco irrazionale delle risorse del pianeta. Uno sviluppo che serve da miraggio e da esca per la fede nel progresso capitalista, per far credere alle menzogne su cui si regge il dominio e che, con la fede ed il denaro, ci impedisce di reagire nei confronti della sua azione devastatrice del mondo.
Per fare rinascere il desiderio di emancipazione, è "assolutamente necessario smontare gli artifici dialettici che ci hanno portato a questa impasse e, allo stesso tempo, mettere a nudo le contraddizioni del nostro stesso discorso e della nostra stessa pratica rivoluzionaria". E' necessario sviluppare un'attitudine conseguente alla negazione. Cioè a dire: non a favore degli oppressi, ma contro gli oppressori, quindi "contro il potere, contro le idee, contro lo Stato, contro il denaro, contro il Signore eterno e, di conseguenza, contro la sua attualità: contro il futuro, contro il progresso, contro la morte".
calvo libro

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