domenica 24 agosto 2014

La guerra del pane

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Agustín Guillamón firma un nuovo libro, il secondo volume di una trilogia sulla fame e la violenza nella Barcellona rivoluzionaria, appena pubblicato in Spagna: "La guerra del pan. Hambre y violencia en la Barcelona revolucionaria. De diciembre de 1936 a mayo de 1937”. (Aldarull/Dskntrl, Barcelone, 564 pagine, 15 euro, da ordinare a dskntrl_ed@riseup.net). Il libro è la continuazione de "La revolución de los comités" e parla dell'approvvigionamento alimentare a Barcellona, tra il dicembre del 1936 ed il maggio del 1937, visto come una questione di potere: la guerra del pane.
La lotta fra il PSUC e la CNT, da dicembre 1936 a maggio 1937, fu un conflitto ideologico, ma fu soprattutto il confronto fra due politiche opposte di rifornimento e di gestione economica della grande città catalana. Comorera, del Ministero dei Rifornimenti, dava priorità al potere del PSUC riguardo alla fornitura di pane e di latte per la città di Barcellona: meglio senza pane e senza latte, piuttosto che pane e latte fornito dai sindacati della CNT! La fame e la penuria dei barcellonersi, era il prezzo da pagare per far crescere il potere del PSUC e della Generalidad, a scapito della CNT. Il PSUC, in una città sottomessa ai disagi e alle privazioni della guerra, oppose la libertà di mercato alla distribuzione alimentare razionale che veniva efficacemente portata avanti dai comitati di rifornimento dei quartieri.
La fame dei lavoratori fu il risultato di una manovra cosciente dei partiti borghesi e controrivoluzionari, dall'ERC (sinistra repubblicana) fino al PSUC (stalinista), al fine di indebolire e sconfiggere i rivoluzionari. Il disarmo degli operai era l'obiettivo fondamentale di questi partiti. Ma anche i Comitati Superiori Libertari vedevano nei comitati di quartiere i loro peggiori nemici, quando questi rifiutarono di obbedire al decreto di disarmo concordato dalla CNT col governo.
Alla fine di aprile del 1937, i comitati rivoluzionari perdono la pazienza con i comitati superiori della CNT. L'insurrezione dei lavoratori non venne sconfitta militarmente, ma politicamente, quando i leader anarcosindacalisti diedero ordine di cessare il fuoco.
La fame ed il disarmo erano i due obiettivi necessari per poter dare inizio al processo controrivoluzionario che poi, nell'estate del 1937, scatenerà tutta la sua forza repressiva contro i militanti della CNT e contro le minoranze rivoluzionarie.

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fonte: La Bataille socialiste

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