lunedì 23 dicembre 2013

il terzo uomo

norman

George Peter Norman quel giorno arrivò secondo (anche se, ancora oggi, molti giornalisti, rievocando quella giornata, lo danno per terzo) e così anche lui finì dentro quella fotografia destinata a diventare una delle icone di quell'epoca. Lui, bianco e australiano, quel giorno non alzò il pugno guantato e si limitò ad esibire, cucito sulla tuta sportiva, un adesivo con lo stemma dell'Olympic Project for Human Rights. Dicono che sia stato lui a suggerire a Tommie Smith e a John Carlos - visto che quest'ultimo aveva smarrito il proprio paio di guanti - di dividersi l'unico paio di guanti, uno sulla destra e l'altro sulla sinistra, quando avrebbero alzato i pugni, su quel podio che sarebbe passato alla storia.
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Venti secondi e 06, il suo record nei duecento metri, tutt'ora imbattuto in Australia, che tuttavia non gli sarebbe servito ad evitare il boicottaggio dei media australiani per quanto aveva fatto nel corso della cerimonia di premiazione a Città del Messico, nel 1968. Nel 1972, verrà escluso dai giochi olimpici di Monaco di Baviera, nonostante si fosse qualificato sia nei cento che nei duecento metri. Quando morirà, per un infarto, nel 2006, all'età di 64 anni, saranno proprio Smith e Carlos a portarne la bara, al suo funerale.

norman funerale

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