martedì 21 maggio 2013

Scacco matto!

Duchamp

La storiella, l'ha raccontata Man Ray, e dev'essere davvero andata più o meno così.
Siamo nel 1927 e Marcel Duchamp se n'è andato un'altra volta a giocare a scacchi. Lydie, la moglie, è rimasta sola; si è sposata da poco con quest'artista famoso che ha sovvertito l'ordine dell'arte. Solo che lui, invece di dipingere, sembra vivere solo per il gioco degli scacchi. E' stanca di questa storia, Lydie, e così escogita una vendetta. Incolla, uno ad uno, tutti i pezzi degli scacchi, ciascuno sulla casella dove si trova, pensando al pedone che non è stato mangiato, e che non verrà mai più mangiato nella prossima partita. Dopo aver effettuato con estrema cura tutto il lavoro, Lydie se ne va a letto.
E' tardi, la casa è al buio, quando Marcel torna. Si siede, si accende uno dei suoi sigari e si lascia andare contro lo schienale della sedia, davanti alla scacchiera. Comincia a riflettere. Pensa a come aprire la partita che dovrà giocare la mattina dopo. Vediamo - pensa - forse un'apertura di pedone di re. Si piega leggermente in avanti, verso la scacchiera, e si dispone a portare avanti di due caselle, con la stessa mano con cui tiene il sigaro, il pedone di re. Niente da fare. Il pezzo non si muove. Uno ad uno, li prova tutti, e tutti si rifiutano di essere spostati. Si rifiutano di fare quello per cui sono stati fatti: muoversi da una casella all'altra. Marcel riflette, e conclude: una scacchiera con i pezzi incollati è come un orinatoio nel bel mezzo di un museo!

Duchamp-y-su-fuente

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