martedì 28 maggio 2013

insurrezioni

Natta

Agosto 1874:
Nel frattempo si diffondevano in città voci allarmistiche sull'arrivo di una banda romagnola nel Mugello: truppe furono inviate dalle autorità a Borgo S. Lorenzo, Scarperia, Marradi e numerose perlustrazioni vennero eseguite sui monti dell'Appennino, ma delle "bande armate di tutto punto" nessuna traccia. Il giorno 12 il Natta spedì dall'Emilia la parola d'ordine per l'inizio dell'insurrezione. Immediatamente il Grassi ed il Lovari, componenti il Comitato rivoluzionario, riunirono alcuni degli affiliati fuori la Porta a Prato, decidendo di iniziare la sommossa alle ore 21 dello stesso giorno.
Il piano degli internazionalisti sembra fosse il seguente: al segnale dato da un incendio provocato in un punto della città, mentre il grosso degli internazionalisti si sarebbe riversato nelle vie dei quartieri popolari per chiamare a raccolta gli operai ed organizzarli, una banda armata avrebbe preso la via di S. Casciano per impadronirsi dei fucili della guardia nazionale depositati in quel comune; quindi, ingrossata da nuovi elementi, si sarebbe data alla campagna per richiamare le truppe di presidio in Firenze e distrarre l'attenzione delle autorità. Allo stesso modo una banda armata si sarebbe formata in Pontassieve per dirigersi a Firenze, interrompendo lungo la via le comunicazioni telegrafiche e ferroviarie.
In città gli insorti, organizzati per squadre in ogni quartiere, avrebbero dato l'assalto alle carceri per liberare tutti i detenuti, poi avrebbero attaccato, col getto di materie incendiarie e al grido di "fuoco!", il Palazzo Vecchio, la prefettura, la questura, il gazometro e le botteghe degli orefici sul Ponte Vecchio.

da: Elio Conti, Le origini del socialismo a Firenze, Rinascita, 1950

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