venerdì 2 marzo 2012

Contrabbando

contraband

"Contraband" era un termine comunemente usato nell'esercito degli Stati Uniti, durante la guerra civile americana, per descrivere un nuovo status per alcuni schiavi fuggiti, o per coloro che si arruolavano nelle forze dell'Unione dopo che l'esercito (e il Congresso degli Stati Uniti) aveva stabilito che gli Stati Uniti non avrebbero riconsegnato gli schiavi fuggiti ai loro ex padroni confederati, e perciò, in quanto tali, venivano classificati come ... contrabbando.
     Molti vennero usati come braccianti, per sostenere gli sforzi dell'Unione, e ben presto cominciarono a pagare loro un salario. Gli ex schiavi si installavano in dei campi, vicino alle forze dell'Unione, e l'esercito contribuiva a sostenere ed educare adulti e bambini, tra i rifugiati. Migliaia di uomini provenienti da questi campi si arruolarono nelle truppe di colore degli Stati Uniti, quando cominciò il reclutamento, nel 1863.
     Anche se diventare un "contraband" non significava la piena libertà, molti schiavi lo ritenevano un passo in tale direzione. Il giorno dopo la ""decisione di Butler" (di arruolare gli ex-schiavi), molti più schiavi fuggiti arrivarono a Fort Monroe e chiesero di diventare "contraband". Poiché il numero di ex-schiavi era diventato troppo grande per essere alloggiata all'interno del Forte, i "contrabands" eressero un accampamento all'esterno della base affollata, sulle rovine della città di Hampton, bruciata dai confederati. Chiamarono il loro nuovo insediamento, "Grand Contraband" (anche se fu soprannominato "Slabtown" ). Alla fine della guerra, nell'aprile del 1865, meno di quattro anni dopo, circa 10.000 schiavi fuggiti avevano ottenuto lo status di "contraband".

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