lunedì 13 giugno 2011

Rosa di fuoco

rosa

Clara Zetkin, socialista e femminista oltre ad essere la più cara amica di Rosa Luxemburg, ritornò in Germania, dopo una visita a Mosca, con chiare istruzioni impartitele da Lenin. Doveva curare la pubblicazione di tutte le opere della Luxemburg. Dal momento che, a prescindere dai suoi "errori" - affermava Lenin - era un'aquila della rivoluzione. Tuttavia, secondo Lenin, un manoscritto doveva essere letteralmente bruciato: "La Rivoluzione Russa", il saggio che la Luxemburg aveva scritto nel 1918 quando si trovava nella cella di una prigione (lei aveva sempre accolto le sentenze che la imprigionavano come un'opportunità per meglio riflettere, ed alcune delle sue lettere più eloquenti sono state scritte dalla prigione). Il saggio sarebbe stato pubblicato nel 1922 da Paul Levi, il suo avvocato e, secondo alcuni, anche il suo amante, per qualche tempo. Egli scelse con cura il momento più adatto, dopo la rivolta di Kronstadt, una delle prime contro il regime bolscevico.
Rosa Luxemburg aveva già ammonito Lenin a proposito del fatto che le rivoluzioni non permettono a nessuno di giocare con esse al maestro di scuola. L'anno prima lo aveva accusato di stare subordinando la Russia "allo spirito servile di uno Stato poliziesco". Così, affermava ne "La Rivoluzione Russa" che nessuno meglio di Lenin sapeva che "il socialismo richiede un completa trasformazione spirituale nelle masse", ma - continuava con disinvolta spregiudicatezza - Lenin "sbagliava completamente nella scelta dei mezzi che per lui dovevano essere: i decreti, la forza dittatoriale del sorvegliante di fabbrica, pene draconiane, il governo del terrore."

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