venerdì 3 giugno 2011

I denti di Brecht

berlino

Si dice che Aristotele fosse convinto del fatto che le donne avessero un numero di denti inferiore a quello degli uomini. Curiosamente, però, nonostante fosse stato sposato per ben due volte, mai che gli fosse venuto in mente di controllare in bocca ad una, o ad entrambe, delle sue mogli! Succede, e succede più spesso di quanto venga da pensarlo. Ad esempio, succede che si sostenga, senza aver mai guardato "in bocca" a chi di dovere, lo stalinismo, vero o presunto, di chi è, o è stato comunista. Stalinista, ovviamente, è diventato in modo retroattivo anche Marx. Per non parlare di Lenin, sul quale, mi pare, una volta, Barbara Spinelli, su "La Stampa", ebbe a scrivere che avesse, addirittura, concepito i campi di concentramento, al fine di segregarvi i reduci ... della Guerra Civile Spagnola!!!
Ragion per cui, non stupisce più di tanto sentire rivolgere la stessa accusa ad un Brecht. Probabilmente, la cosa sta scritta in qualche libro nero del comunismo. E poi, che diamine, ha ricevuto - mentre era in vita - il "premio Stalin", senza parlare del fatto che ha preferito trasferirsi a vivere nella Repubblica Democratica Tedesca, lasciando gli Stati Uniti d'America e Hollywood. Poco importa, se fa dire al signor Keuner, in una delle sue storie, che "tra un salotto elegante e una cucina, aveva scelto di stare in cucina, per mettere le mani in pasta insieme con le cuoche". Ed è in quella cucina che si trova Brecht, il 17 giugno del 1953, quando scoppia l'insurrezione operaia, a Berlino, nella Stalinallee. Riunisce la Berliner Ensemble, a casa sua, Brecht. Approvano lo sciopero, e alla domanda "che fare?" risponde: "Bisogna armare gli operai!" Sono in strada, dove si sentono anche slogan come "morte ai comunisti!". Forse sono provocatori, infiltrati provenienti da Berlino Ovest. Certo, c'è, ci può essere un pericolo fascista. Brecht discute con gli operai, li incoraggia a continuare, li mette in guardia. Sciopero! Prova a mediare con il governo. Scrive a Walter Ulbricht, dirigente comunista, ma della sua lettera verrà resa nota sola la chiusura, la solidarietà al partito. Scriverà e renderà pubblica, giorni dopo, a sugello, suggerendo al governo

La Soluzione (di B. Brecht)

Dopo la rivolta del 17 giugno
il segretario dell’Unione degli scrittori
fece distribuire nello Stalinallee dei volantini
sui quali si poteva leggere che il popolo
si era giocata la fiducia del governo
e la poteva riconquistare soltanto
raddoppiando il lavoro. Non sarebbe
più semplice allora che il governo
sciogliesse il popolo e
ne eleggesse un altro?

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