mercoledì 16 febbraio 2011

Squamish Five

van5

E' un posto apparentemente pacifico, il Canada degli anni '80 del secolo scorso. Forse troppo, mentre negli Stati Uniti sono ancora attive le Pantere Nere e la California, più a sud, è scossa dalle bombe dell'attivismo anti-militarista. Ed è in tale contesto che i cosiddetti cinque di Vancouver decidono di passare alla clandestinità e di costituirsi nella "Wimmen's Fire Brigade" (laddove "wimmen", nato dalla fusione di "man" e "wife"  è una sorta di neologismo per includere uomini e donne) per poter scuotere la politica canadese. La lezione repressiva è stata appresa. Sulla costa Est degli Stati Uniti operano il Black Liberation Army, l'United Freedom Front e l'Armed Resistance Mouvement, con attacchi a edifici governativi e con obiettivi aziendali. Sulla costa ovest, il symbionese Liberation Army e il New World Liberation Front assaltano banche, collocano bombe e rapiscono la ricca ereditiera Patricia Hearst. Ci sono anche molti piccoli gruppi autonomi, come quello di Bill Dune e Larry Giddings, due anarchici che sono a tutt'oggi ancora in carcere, dopo essere stati arrestati nell'ottobre del 1979, in seguito ad una sparatoria che ebbe luogo per le strade di Seattle, quando cercarono di far evadere un loro compagno. Il più noto di questi gruppi era la George Jackson Brigade, costituita da anarchici e da marxisti, che portò a termine una serie di azioni, spesso a sostegno del movimento dei prigionieri, molto forte in quegli anni.
In Canada, tre riviste ("Open Road" a Vancouver, "Bulldozer" a Toronto e "Resistance" iniziata a Toronto per poi trasferirsi a Vancouver) si impegnano a coprire la resistenza armata negli Stati Uniti, e la successiva repressione: pubblicavano i comunicati che spiegavano le azioni, fornivano sostegno alla difesa, e davano uno sbocco agli scritti dei combattenti che erano stati catturati. La copertura divenne tanto più importante quando vennero sciolte le organizzazioni che davano sostegno negli Stati Uniti e quando la maggioranza del movimento intese prendere le distanze, per quanto poteva. I "5" furono il prodotto dell'ondata di lotta armata negli USA.
Nella primavera del 1982, una bomba distrusse quasi interamente la sottostazione idraulica di Cheekeye-Dunsmuir. Contro quel progetto c'era stata una forte opposizione dei residenti locali. Si riteneva che avrebbe portato all'industrializzazione dell'isola di Vancouver e alla costruzione di centrali nucleari per esportare energia negli Stati Uniti. Cento chili di dinamite misero fine a tale piano.
L'azione, avvenuta in un parco naturale, lontano da qualsiasi centro abitato non ebbe alcuna risonanza e venne fatta passare sotto silenzio. L'azione successiva non lo sarebbe stata!
Nel tardo pomeriggio del 14 ottobre 1982, un camion esplode davanti al settore impianti della Litton, a Rexdale, nordovest di Toronto. Milioni di dollari di danni, sette operai feriti, uno in pericolo di vita. Il comunicato che segue, dopo pochi giorni, fa autocritica per aver sopravvalutato le guardie di sicurezza e la polizia.
Doveva essere semplice: guidare un camion rubato, imbottito di dinamite, attraverso i cancelli della Litton, fino al parco antistante l'edificio. Abbandonarlo, e farlo esplodere dopo 35 minuti. Per essere sicuri che la cosa fosse presa sul serio, il camion viene lasciato di fronte alla cabina di controllo delle guardie. Solo che le guardie non se ne accorgono.Poi, la telefonata di allarme non viene capita. Eppure sul camion era stata posta una scatola, dipinta con vernice fluorescente arancione con sopra un foglio di carta che dava informazioni e istruzioni! Per sottolineare la gravità della situazione, era stato posto un candelotto di dinamite sulla scatola. Era stato un altro errore: le guardie non sapevano che il candelotto fosse disinnescato e se ne erano tenute lontane. L'evacuazione comincia solo venti minuti dopo che era stata ricevuta la telefonata. La bomba esplode prima del previsto, probabilmente attivata dai segnali radio provenienti dalle macchine della polizia che stavano arrivando nella zona.
Errori e perquisizioni non impediscono tuttavia che l'11 novembre 1982, meno di un mese dopo l'attacco, abbia luogo la più grande manifestazione mai organizzata contro la Litton: l'azione armata sortisce l'effetto di dare maggior incremento e visibilità alle altre forme di protesta, invece di renderle meno credibili.
La Wimmens' Fire Brigade non si ferma e attacca, di lì a poco, tre negozi della "Red Hot Video", catena che produceva videocassette a contenuto pornografico. Secondo la rivista "Open Road", "molti dei film non contenevano solo scene di sesso esplicito, ma le donne venivano imbavagliate, legate, picchiate, violentate e torturate, subivano dei clisteri per mano di persone armate, ed altre forme di degrado".
E' l'ultima azione, i cinque verranno catturati il 20 gennaio 1983. Intercettati dalla polizia, mentre su un furgone si stanno dirigendo a Vancouver. Il processo che ne seguirà si concluderà con pesanti condanne.

cinque

2 commenti:

Cirano ha detto...

grazie....non conoscevo questa storia; esiste qualche libro in materia???!

BlackBlog francosenia ha detto...

Sì, esiste diversa roba. Tutto in inglese. Ci sono almeno tre libri, di cui due di memorie di Ann Hansen e di Doug Stewart. E, in più, c'è anche un "docudrama" prodotto dalla tv canadese.