venerdì 11 febbraio 2011

metropolis

world

La metropoli è ovunque in quanto non c'è più città. In questo spazio indeterminato della folla, alcuni superuomini vivono senza morale, ed esercitano il loro potere sotto gli occhi di tutti. Sono fragili, ma come il monarca barocco, sono protetti dal fatto che a nessuno sia ancora venuta l'idea della loro decapitazione.
Stanno, pertanto, acquartierati nell'indifferenza delle loro vittime. Questo è il sistema chiamato "campo di concentramento", progettato da Hitler e da Stalin nella sua fase primitiva, e portato a perfezione da parte delle democrazie tecno-nichiliste. La visibilità assoluta della metropoli (essa è ovunque perché non c'è più la città), dove nulla sfugge all'occhio elettronico e al suo display immediato per le masse, crea un campo di oscurità all'esterno della metropoli.
Il mondo esterno viene dipinto, simbolicamente, di altri colori e di altre religioni: è un mondo nero, indù, cinese o islamico, è il mondo delle tenebre e dell'opacità. Non costituisce una minaccia in quanto i suoi abitanti vogliono soltanto entrare nella zona visibile in modo che possano relazionarsi con gli uni e con gli altri, al fine di distruggersi reciprocamente.

- Felix de Azua -

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