giovedì 30 dicembre 2010

vocabolari

schiavi in mano

“Nella loro mediocrità spirituale e morale essi non sono in grado di cogliere sé stessi e il momento della loro azione come momento della totalità del processo: la ‘sconfitta’ come via necessaria verso la vittoria” - Gyorgy Lukacs – da “Storia e Coscienza di Classe” -

Ci sono parole che solo parole non sono, sono termometri, cartine al tornasole. Indicano la predisposizione di chi le adopera, e accomuna, in qualche modo, coloro che ne fanno uso, a volte scialo, persino.
Sconfittismo, è la parola. O meglio, la categorizzazione! Per esempio, leggo che ne ha appena fatto uso Fassino, a proposito della fiom e della vertenza con la fiat. Praticamente, sembra che per non avere un atteggiamento votato alla sconfitta ... bisogna unirsi a coloro che si ritiene di non riuscire a battere, detto in soldoni! Per inciso, ammetto che non mi riesce ancora di capire se l'appello forcaiolo che lo stesso Fassino ha rivolto, a nome del pd, al presidente uscente Lula, lo renda un vittorista o un pareggista, o se, più realisticamente, lo precipiti nel ridicolo insieme ai La Russa che minacciano boicottaggi ed embarghi ... di pietra pomice e di acqua minerale. Ma tant'è! Oramai il termine, la categorizzazione, ha preso piede. In alcuni ambiti, è diventato l'insulto peggiore, e lo sconfittista quasi (?) un nemico, da fermare con ogni mezzo, dal momento che si ostina a perseguire atteggiamenti ... sconfittisti, per l'appunto. Va bene anche un bel colpo dato, con un casco da motociclista, sul muso.
Viene quasi da pensare che certi termini, come lo sconfittismo e gli sconfittisti, siano solo un tentativo di dare una nuova aggettivazione a quello che, una volta, veniva chiamato diversamente, ma con identico livore.

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