martedì 31 agosto 2010

Non avete capito niente!

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Questo manifesto data al Maggio del 1968.
Oggi, qualche anno dopo, si sente dire che il conflitto capitale-lavoro, e operai-padroni, non ha più ragione di esistere. Peccato (per loro) che intanto la lotta di classe, di finire non ha punta intenzione né voglia. In paesi come la Cina e il Sud Africa, la classe operaia riscopre lo sciopero ad oltranza e si accorge che - per la miseria -  paga, e paga con aumenti salariali nell'ordine del 10% e, in Cina, addirittura con una legge che stabilisce che il mancato pagamento del salario è un crimine. Forse sarebbe il caso di riscoprirlo anche qui, lo sciopero ad oltranza!
Nell'ottocento, in cui amerebbero ricacciare il lavoro salariato, andava di gran moda.

lunedì 30 agosto 2010

Parresia

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"Ecco una recentissima istantanea del nostro inviato speciale in Spagna, Candido Testa in tenuta di comandante del Battaglione della Morte. Lo accompagna Emilio Strapellini, 2° comandante del Battaglione, trentino di Rovereto, ex-segretario della Lega dei diritti dell’Uomo di Parigi, ex-capitano degli alpini che ha al suo attivo una altissima onorificenza antifascista: è stato 54 mesi all’isola di Lipari. Tanto Testa che Strapellini attraverso i volti ilari non smentiscono la tempra d’acciaio dei combattenti de “L’Italia del Popolo”. - Così, sotto il titolo “Sorridenti dinanzi alla morte”, il 27 dicembre 1936 su “L’Italia del Popolo”, giornale degli esuli italiani in Sud America, stampato a Buenos Aires.
L'idea, all'origine, sembra fosse stata di Nicola Menna, un anarchico italiano che era già in Spagna fin dal 1931. Il "Batallón de la Muerte" venne messo in piedi allo scoppio della rivolta militare e vi si arruolarono molti anarchici italiani che si trovavano a Barcellona per assistere alle Olimpiadi Popolari e Operaie del 1936. La sua prima azione fu un completo fallimento. Attaccarono un caposaldo di Huesca, tenuto dalle truppe franchiste, in una tempesta di pallottole. Dopo alcune ore, i pochi superstiti che erano riusciti a riguadagnare i camion tornarono nelle retrovie!

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Quel che rimaneva del Battaglione, venne posto agli ordini di tale Candido Testa, un anarchico arrivato fresco fresco dall'Argentina, che godeva dell'appoggio e del sostegno finanziario di Diego Abad de Santillán, dirigente della FAI e consigliere dell’Economia della Generalitat catalana. Testa riorganizzò il battaglione sul modello degli arditi dannunziani.

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L'ultima apparizione data al 14 marzo 1937, quando il reparto sfila per le vie di Barcellona, alla presenza del Presidente Lluis Companys. Ben inquadrati, l'uniforme di panno nero e il pugnale alla cintola. Pochi giorni prima il 10 marzo, Libero Battistelli aveva scritto ad un dirigente di Giustizia e Libertà dicendo che diffidava di “Testa, un provato truffatore e del Battaglione della morte che nessuno prende sul serio”.
Nell'aprile, sempre del 1937, sul fronte di Aragona, il Battaglione subì l'ultima disfatta. Lo stato maggiore repubblicano decise di decretarne la fine, affidandone i resti a Francesco Fausto Nitti.

venerdì 27 agosto 2010

Lotta

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La SPK (Sozialistiches Patienten Kollektiv) si forma da un gruppo di circa 40 persone della clinica psichiatrica di Heidelberg, seguito dal dottor Wolfgang Huber, il quale era stato radiato dalla clinica stessa a causa delle sue teorie. Huber, interpretava la malattia mentale come uno stato "politico", mettendola in relazione con la società capitalistica. La malattia venne interpretata come premessa e come risultato del processo produttivo capitalistico. Quindi, la malattia andava sviluppata come forma di protesta della vita contro il capitale! Il processo di accumulazione del capitale procede di pari passo con l'alienazione e con la frustrazione, provocate dallo sfruttamento del lavoro umano. Lo sviluppo e la sempre più crescente intensità di tale alienazione si chiama malattia. Il concetto di malattia venne formulato come, al tempo stesso, forma di protesta e forma di inibizione della protesta stessa. Bisogna far sì che l'inibizione scompaia e che la protesta diventi libera e possa esprimersi attraverso forme politiche altre dalla malattia. Questo porterebbe alla necessità di un'auto-organizzazione dei pazienti, anche come forma di resistenza alle cause della malattia.

S.P.K. - Fare della malattia un'arma - (Scaricabile e leggibile qui)

giovedì 26 agosto 2010

luoghi

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La concentrazione dei detenuti negli stadi e nelle arene, che tanto scalpore fece ai tempi del golpe di Pinochet in Cile, fu inventata dai franchisti. Fin dal 1936, nelle città che cadevano in mano alle truppe di Franco, si stipava la popolazione nelle arene dove si svolgevano le corride. Ma non solo. Può anche accadere di dormire in posti che sono stati dei veri e propri campi di sterminio, come l'Hotel di San Marcos a Leòn, tanto per fare un esempio! Inoltre, molti conventi e monasteri vennero donati dalla Chiesa per essere convertiti in carceri. Campi di concentramento, carceri, luoghi di detenzione e di lavoro forzato. In ogni città e in ogni provincia, si potevano contare decine e decine di luoghi dove i prigionieri repubblicani venivano rinchiusi. A soffrire, e a morire.

mercoledì 25 agosto 2010

buon natale!

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20 Dicembre 1936, Sottoscrizione per il Natale del soldato rosso!
Deve fare un freddo che pela, a giudicare dalle coperte che avvolgono le due ragazze! La guardia, invece, nel suo giaccone di panno, sembra perfettamente a proprio agio. Sorride, indifferente al clima rigido della Madrid invernale, i baffi ben curati, il fucile ad armaspalla, probabilmente è in servizio per tutta la notte. In buona compagnia, sicuramente!

lunedì 23 agosto 2010

Che dire?

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La sigla era F.I.S.T., proprio come nel film di Norman Jewison, con Sylvester Stallone! Era il sindacato autotrasportatori della cgil, di cui ho avuto la tessera per pochi mesi, fra il 1977 e il 1978. Non fu solo il fascino del nome, ma un fatto molto concreto, a procurarmi l'unica tessera sindacale della mia vita. Storie di padroni e di operai, e di impiegati, qual ero in quel periodo in una ditta di trasporti industriali. Il lavoro, mi era stato procurato tramite conoscenze. Amicizie comuni, un ispettore del lavoro che mi aveva procurato un "abbocco" col genero del proprietario della ditta. Una ditta solida e prospera, con più sedi in tutt'Italia, da Piombino a Sestri; insomma, nei posti dove girava il lavoro: dalla Magona alle Acciaierie. Molti dipendenti, soprattutto autisti, in attesa di essere trasformati in "padroncini", con relativo acquisto dei camion, via via che si deterioravano e con una bella spada di Damocle fatta di cambiali, a tenerli legati. Le solite cose. Il padrone, un omone che si era "fatto" - guarda tu -durante la guerra. Speculazione e mercato nero. La ditta, a dire il vero, la gestivano i generi delle figlie (solo figlie femmine, aveva avuto!) e lui si faceva vedere non troppo, dati anche i suoi 65 anni che si portava malissimo. Poi, un giorno, un piccolo diverbio. "Mi daresti una mano, a spostare delle gomme" - mi si chiese, gentilmente. "Perché no, ché un po' di movimento non fa troppo male". Solo che non intendevo sporcarmi, e la cosa venne sottolineata con un grosso copertone fatto rotolare con un po' troppa energia verso di me, da quel sessantacinquenne di cui dicevo prima, accompagnato da parole non propriamente gentili. Girare il culo e tornarmene al mio lavoro fu un attimo. Il giorno dopo, sempre gentilmente, il genero mi fece notare come la situazione economica del paese richiedesse un taglio al personale e, nella fattispecie, agli ultimi arrivati, di cui ero parte. Ecco, fu questo fatto concreto - come dicevo prima - che diede luogo all'iscrizione al sindacato, da parte della totalità dei dipendenti (salvo i generi!), e ad un conflitto che si trascinò per dei mesi, con scioperi degli autisti che scoprivano l'esistenza di integrativi al salario ed altri gadget, con i vertici locali del sindacato che facevano i soliti giochetti insieme ai padroni, insomma, con tutto il solito armamentario, compresa anche la proposta fattami, dal genero gentile, di mandarmi lo stipendio a casa, senza che mi disturbassi ad andare a lavorare la mattina. Del resto, se lo potevano permettere. Giuro che ci pensai sopra diverse settimane. Mi trasse d'impaccio l'aver vinto un concorso statale in cui mi si offriva una settimana lavorativa di 36 ore, a meno di metà del salario da privato. Me ne andai, confortato dal fatto che avrei visto molta più luce del sole ogni giorno, e una faccia di merda in meno!

sabato 21 agosto 2010

Riportando tutto, e tutti, a casa ...

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La categoria del nemico, sembra che in questo ultimo scorcio di agosto, mentre le mie vacanze volgevano al termine, abbia riguadagnato cittadinanza, per qualche lungo breve attimo. Già, il nemico, nelle sembianze di un vecchio signore che pronunciava parole, assai spesso rese incomprensibili dal condizionamento del dialetto, oltre che dal tempo. Adesso è morto, ma non riesco a riservargli né l'odio né l'onore che - magari - meriterebbe, per ragioni diverse e convergenti. Niente di tutto questo, per il semplice motivo che non è stato il "mio" nemico. Mi spiego! Col nemico - per quanto mi riguarda - bisogna misurarsi con gli occhi, negli occhi, interagire. Senza mediazioni. Il mio nemico era il padrone della ditta di autotrasporti industriali per cui lavoravo. Guglielmo Pampaloni! Il mio nemico era il commissario Fiorolli che mi buttava giù dal letto, alle sei del mattino. Veniva a controllare quanti coperti ci fossero ancora sul tavolo, in cucina, dopo avermi mostrato un foglio ciclostilato. Uno di quei circa ottocento mandati - tanti fossero, mi si diceva - a frugare nelle case delle "persone vicine" a chi aveva sequestrato - mille anni fa - un altro dei "grandi statisti" che questo nostro bel paese continua a produrre a ritmo forsennato. Già, il commissario Fiorolli, sempre preoccupato che non facessi troppo tardi, al lavoro, la mattina. Prima di lui, c'era stato il commissario Fasano. Una volta, me lo ricordo, in Piazza Strozzi, c'era una di quelle ridicole paratelle fasciste. Quattro gatti con otto aste di bandiere, messi lì solo per provocare l'inevitabile anti-fascismo. I quattro gatti fecero finta di abbozzare un tentativo di carica ai danni di qualche passante. Fasano - che era un omone di quasi due metri - ricordo, si scagliò contro i malcapitati nostalgici, afferrando due o tre delle loro bandiere, facendone sì un fascio, e ne fracassò le aste, sbattendole violentemente contro il selciato della piazza. Altri tempi, altri nemici. Oppure forse no. I nemici sono i soliti. Magari siamo noi, che siamo cambiati ...

venerdì 6 agosto 2010

limiti

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«Il movimento operaio del Novecento non è stato schiacciato dalla repressione fascista né corrotto dai transistor e dai frigoriferi, ma si è autodistrutto in quanto forza di cambiamento, poiché esso mirava a conservare la condizione proletaria piuttosto che a superarla […] Il fine del movimento operaio era quello di impadronirsi del vecchio mondo e di gestirlo in modo nuovo: mettere gli improduttivi al lavoro, sviluppare la produzione, instaurare (quantomeno in teoria) la democrazia operaia. Soltanto una piccola minoranza, «anarchica» o «marxista», affermava che una nuova società avrebbe dovuto implicare la distruzione dello Stato, della merce e del lavoro salariato, benché soltanto raramente abbia definito tale distruzione come un processo, rappresentandosela, piuttosto, come un programma da mettere in pratica attraverso la conquista del potere […]»

G.Dauvé, Out of the Future, in Eclipse and Reemergence of the Communist Movement,

giovedì 5 agosto 2010

Interessa a qualcuno?

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Malatesta. Un film del 1970, un film tedesco per la televisione, con Eddie Costantine nel ruolo principale, quello di Errico Malatesta. e Peter Hirsche in quello di Carlo Cafiero. Racconta la Londra del 1910, e i suoi moti rivoluzionari. Il capo della polizia, Winston Churchill, riesce a sgominare il gruppo anarchico e a far deportare Malatesta in Italia. Il regista, Peter Lilienthal, è stato uno dei co-fondatori del "Filmverlag der Autoren".
Se qualcuno volesse guardarlo, lo può trovare qui, in tedesco e con sotto-titoli in italiano.

mercoledì 4 agosto 2010

storia

biblio

Marconigrammi del 15 Aprile 1912

Guerra di Tripoli. Dispute all'interno della socialdemocrazia. VII Congresso Internazionale della Tubercolosi. Cinesizzazione dei Tibetani. Violazione della legge sullo sciopero a Dortmund. New York. Il D.J. in chiusura a quota - 3,75 punti. Dollaro USA alla Borsa di Berlino n.q. 17 - 3/4. A Londra in contenuto recupero le Lt-oil (+1,3%).
Parigi. L'aerostato Fantasque è stato, secondo una comunicazione degli aeronauti, colto da una tempesta e scagliato in mare.
Berlino. In motivazione al progetto militare vien fatto presente che il trapasso dalla situazione di pace a quella di guerra deve essere facilitato. In che misura la popolazione debba essere mobilitata onde far fronte all'incremento della presenza effettiva è deducibile dalle tavole comparative allegate.
Cercasi persona attiva, anche senza capitale, purché decisa a rendersi indipendente facendosi strada al più presto. Non si richiede alcun tipo di preparazione.
Comunicazioni telegrafiche dei piroscafi. Approdato York a Napoli, Zeiten a Bremerhaven, Konigin Louise ad Anversa, Buloiw ad Aden, Konig Albert a Genova, Prinzess Alice a Colombo, Germanicus alla Avana, Prinz Eitel Friedrich ad Amburgo.
Noi nel tiepido giaciglio nulla ci tange, mentre fuori le creature in terra radicate tremano, allorquando, perfido, il notturno gelo d'Aprile con le sue ferali armi aguzze ogni tenera cellula dei precoci bocciuoli uccide. Di Robert Schwerdtfeger (Monaco).
Berlino. Sarà nominato Governatore del Togo, secondo quanto apprendiamo da attendibili fonti coloniali, il duca Federico di Mecklemburgo. Il Dr. Schnee dovrebbe sostituire il barone von Rechenberg nelle colonie tedesche dell'Africa Orientale.
Teatro. Augsburg (Teatro Comunale) Casta Susanna. Basilea (T. Com.) Pilastri della società. Brema (T. Com.) Sogno di un valzer. Dusseldorf (Filodramm.) Nora. Francoforte (Opera) Vispo Fanciullo. Friburgo (T.Com.) La cioccolataia. Colonia (T.Naz.) Europa ride.
Berlino. In apertura la Borsa si è mantenuta stabile. Molto seguite le notizie da New York e dal mercato del ferro e dei laminati dell'Alta Silesia.
Monaco. Tra la Baviera e il Reich le relazioni politiche sono attualmente corrette.
Parigi. I rappresentanti del Consorzio dei Sei hanno sospeso il prestito mensile accordato al governo cinese.
Wiesbaden. Lo sciopero degli stagnini e degli idraulici si è oggi concluso dopo essersi protratto per quattordici giorni. Ai lavoratori è stato concesso un aumento salariale di e cent. l'ora.
Servizio metereologico dell'Istituto di Scienze Naturali di Francoforte sul Meno. Si è stabilizzata su tutta l'Europa Centrale la zona di alte pressioni che lascia dunque prevedere anche per domani tempo sereno e temperature in lieve aumento.
Deutsche Bank 255.50, Motori Daimler 244.-, Siemens & Halske 241,90, Allg. Elektrizitat 262.-, Hochster Farbw. 575.-
Gote rosee e fresche sfoggeranno d'ora in poi tutti gli anemici, usando regolarmente i dadi da bagno Patermann.
Francoforte. Il consigliere commerciale tedesco a Calcutta attira l'attenzione sugli interessanti sbocchi offerti all'industria automobilistica dal mercato delle Indie Britanniche.
Nuova York. E' stato confermato questa mattina da un comunicato della Reuter che tutti i passeggeri del Titanic hanno trovato rifugio sui battelli di salvataggio in ottimali condizioni del mare.

H.M. Enzensberger - da "La Fine del Titanic" -

martedì 3 agosto 2010

attualità (i giornali di oggi)

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La logica cosiddetta “antifascista” tende ad allinearsi, sempre, alle forze più moderate, e ad emarginare - se non a volgersi contro - le componenti più radicali. Questo, alla fine, si risolve in una competizione fra quelli che sono, a tutti gli effetti, due fascismi.
L'unica differenza sta nel fatto che uno appare meno inumano dell'altro. E quello meno inumano mette in guardia dai pericoli di quello più disumano. Da ora in poi - ci dicono - non si può che combattere per un fascismo meno cattivo.

lunedì 2 agosto 2010

contro la democrazia

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Nel 1968, dopo un primo sciopero (con occupazione) iniziato il 20 maggio, seguito da una ripresa del lavoro votata a forte maggioranza il 10 giugno, la fabbrica Peugeot di Sochaux era stata di nuovo occupata da una minoranza di scioperanti. Quando la mattina dell’11 i celerini sgomberarono violentemente gli occupanti, le squadre di non scioperanti che arrivavano in macchina per riprendere il lavoro si unirono agli scioperanti contro le forze dell’ordine. Gli scontri causarono due morti fra gli operai. Alcune voci evocarono l’uso di fucili da caccia da parte degli insorti e di alcuni morti fra i poliziotti che le autorità avrebbero tenuto segreti. Vere o false, voci del genere attestano la violenza degli scontri e il modo in cui sono stati vissuti: come un confronto diretto con lo Stato.
Così, dopo aver votato la fine dello sciopero, non solo un gran numero di operai non ritornarono al lavoro, ma si unirono agli estremisti rimasti fino a quel momento isolati: la prima occupazione aveva mobilitato solo un migliaio di persone su oltre 30.000 salariati, di cui 3.000 sindacalizzati. Si può certo far valere la scarsa democrazia delle assemblee manipolate dalla CGT, che si tenevano sotto la pressione dei media e sotto la minaccia di una polizia sempre presente. Ma il fatto di contraddire così massicciamente il proprio voto, e senza essersi riuniti nella buona e dovuta forma per deciderlo, mostra che lo spazio-tempo del voto non è mai primario né decisivo, contrariamente a quanto vorrebbe il principio democratico.

Gilles Dauvé e Karl Nesic - "Contribution à la critique de l'autonomie politique"