lunedì 5 luglio 2010

via durruti (in che senso?)

viadurruti01

E' il primo luglio del 1937, quando, in una Barcellona ancora nel bel mezzo della guerra civile, e subito dopo gli eventi del maggio di quello stesso anno che hanno aperto un solco insanabile all'interno del fronte delle forze antifasciste; dicevo, è il primo luglio quando si decide di rendere un tributo pubblico a Buenaventura Durruti, morto il 20 novembre del 1936.
La Via Laietana (oggi si chiama ancora di nuovo così), una delle strade principali della città, viene ribattezzata ufficialmente col nome di "Via Durruti". L'evento - che avrebbe già dovuto compiersi il 27 giugno e che era stato rinviato a causa del maltempo - è organizzato dal Consiglio dei lavori pubblici del Comune col sostegno del Sindacato Unico della CNT di Barcellona. Viene scoperta una lapide allegorica, realizzata in marmo, opera dello scultore Enric Boleda, che viene collocata di fronte alla "Casa CNT-FAI".
A seguire, i discorsi commemorativi. Muñoz, consigliere comunale di Barcellona, Severino Campos, a nome della Federazione Anarchica Iberica, Josep Xena Torrent, rappresentante locale della CNT, Joan Garcia Oliver, del Comitato Regionale della Catalogna della CNT, Frederica Montseny Mañé, per il Comitato Nazionale Confederale.
E, a grande richiesta di pubblico, Ricard Sanz, il quale non avrebbe voluto salire sul palco, a causa della sua posizione di Comandante della Ventiseiesima Divisione.
La cerimonia si svolge nella più completa normalità!

1 commento:

Anonimo ha detto...

La tua è una ricostruzione storica obbiettiva e tranquilla, senza affermazioni superficiali ed antistoriche che lascerei agli stalinisti ed ai borghesi di allora e di oggi. Ho conosciuto molti di quei "personaggi al Congresso Internazionale di Parigi; era presente anche Marzocchi (con rispetto parlando), Balkanski (George Grigorov per la Bulgaria) oltre a compagni di tanti paesi. Sembrava di essere ad un Congresso Nazionale della FAI italiana e ...piansi lacrime amare nel vedere la deriva inqualificabile dell'anarchismo. Conosci il mio punto di vista riguardo alla sconfitta degli anarchici in Spagna, ma non mi posso allineare a colpevolizzare la "dirigenza" anarchica riguardo alla disfatta, pur avendo una pessima opinione di gente come Marzocchi, Marzucchelli, padre e figlio, Mario Mantovani, Gemignani, Euro Spadoni , Gino Cerrito e purtroppo anche Alfonso Failla che trovava bebish la rivolta studentesca del 1968 sia sul piano nazionale che locale ( leggasi "i fatti della Bussola in Versilia ove partecipai e fui denunciato come organizzatore insieme ad Adriano Sofri), Scusa lo sfogo e sempre avanti, come Lello Valitutti !;) ;)