mercoledì 16 dicembre 2009

Anni luce



C.M. (1730-1817)

M. La lettera M sulla mappa del cielo: M 42
in Orione; M 57, la nebulosa nella lira; anche le Pleiadi,
M 45; e la nuova stella dei cinesi, la supernova, M 1:
Incandescenti nubi di gas, bombe cosmiche, fonti radio.
Al-Sûfi, falco celeste! O Swedenborg, sognatore extragalattico!

Costui invece: disponibile, meticoloso, modesto.
Un morto di fame. A ventun'anni reca con sé a Parigi
una garbata calligrafia e nulla di più.
Cinquecento franchi l'anno, offre vitto e alloggio.
Delisle gli fece ricopiare la sua pianta di Pechino

e i suoi disegni della Grande Muraglia.
Un ignorante. La sua prima cometa la cercò
diciotto mesi invano: i calcoli di Halley erano
imprecisi (perturbazioni dovute alla massa di Giove).
Il re l avrebbe poi chiamato il furetto delle comete.

Una volta sua moglie lo derubò di un'intera notte:
era in punto di morte. Egli pianse le comete,
che si era perse. Mentre a Londra il vecchio Herschel
i suoi enormi riflettori fondeva, poliva e montava,
lui vegliava alla lucerna, sprovvisto di teorie. Un ignorante.

Occhi aguzzi, orologio a pendolo. Un piccolo quadrante,
un misero telescopio (sette pollici). Tutto qui.
Non dormiva. Cercava. Eclissi, macchie solari.
Una notte d'autunno di duecento anni fa
notò nei pressi di Zeta Tauri un fioco bagliore.

Una cometa che cometa non era, poiché non si muoveva.
L'apparizione, una galassia, lo disturbò. Vide, fece
uno schizzo, non capì nulla. Membro della Royal SOciety,
delle Accademie di Pietroburgo, Berlino, Stoccolma
e infine Parigi. Un contabile, un copista. Quanto fu cieco!

Sotto la sua finestra incedevano cortei e processioni,
matrimoni e funerali. Lungo la Rue Saint-Jacques
ferveva la storia. Le prostitute adescavano, piovevano colpi,
le tirate avvampavano e si estinguevano: virtù, terrore e bene.
Cieco e sordo. La penna scricchiolava. L'olio divenne scarso.

Del re decapitato non sentì la mancanza, né dei birrai
e delle lavandaie, degli accalappiatopi e dei banchieri
che l'equanime scure tranciò. Gli astronomi si erano
dati alla fuga. Ne trovò uno solo. Bochard de Saron,
l'amico di Laplace. La Conciergerie puzzava d'urina.

Nella sua cella questi gli calcolò la traiettoria di una cometa,
prima di salire al patibolo. E il vecchio proseguì, senza sonno
né soldi, inosservato e gottoso, la sua vita all'Hotel de Cluny.
La città era oscura. Fame, paura, usura e inflazione.
Un quarto d'ora di silenzio, poi di nuovo raschia la penna.

Catalogue de nébuleuses et des amas d'étoiles
que l'on découvre parmi les étoiles fixes. Testardo,
placido e incurante come un bambino.
Soltanto una lettera ci ricorda di lui. M
era un ignorante. Due milioni di anni luce distante

passa una galassia, più lentamente che noi,
M 31. QUando lo smog lo consente, quando prescindo
dal riverbero di Manhattan e dalla storia,
la scorgo, minuscola, a occhio nudo, nel cielo nordico,
tra Mirach, Sirrah e Schedir, nell'Andromeda.

H.M. ENZENSBERGER - Mausolemum -

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