giovedì 16 luglio 2009

Gli anni di dicembre



Kris Kristofferson celebra gli "anni decembrini"
(da Randy Lewis - Los Angeles Times)

HOLLYWOOD - Buoni spiriti riverberano attraverso la sala dello studio di registrazione di West Los Angeles, dove Kris Kristofferson è al lavoro sul suo nuovo album insieme al produttore Don Was. Sono in piedi proprio dietro l'ingegnere Krish Sharma, che è seduto al suo posto davanti ad un mixer di 12 piedi di lunghezza.
C'è serietà di intenti, come una sorta di missione, dietro la conversazione conviviale, battute spensierate ed abbondanti storie di vita sulla strada di uno dei più rispettati cantautori degli ultimi cinquant'anni. Le battute rimbalzano per la stanza senza però distrarre dal potere della canzone su cui stanno lavorando, "Closer to the Bone", una celebrazione della vita quando si arriva in quel periodo in cui ogni momento diventa prezioso.
Come le altre canzoni del suo prossimo album, "Starlight and Stone", ha un arrangiamento scarno costruito sulla voce rauca del texano, un'armonica ansimante e finger-picking sparsi dalla sua chitarra acustica. Le uniche aggiunte sono un colorato mandolino suonato dal vecchio amico di Kristofferson, Stephen Bruton, il basso suonato da Was e le abili percussioni di Jim Keltner che segnano il ritmo.
Stanno chiudendo sul mix finale di questo brano; altri aspettano di apportare qualsiasi tocco strumentale il team decida, per meglio integrare i semplici versi di Kristofferson e le melodie da vecchia scuola country.

"Il trucco", dice Was, con le sue trecce color caffé che gli ricadono sulle spalle da sotto il cappello, "è quello di trovare qualcosa che possa definire il brano, piuttosto che riempire ogni spazio. ... Nell'era digitale, è possibile disporre di 300 tracce, e la tentazione è quella di utilizzarle tutte."
Ma non oggi. Non con questa canzone. Non per questo artista, la cui voce burbera diffonde dal monitor di studio:

"Coming from the heartbeat"

"Nothing but the truth now"

"Everything is sweeter"

"Closer to the bone"

Kristofferson e Was, che ha anche collaborato nel 2006 a "This Old Road" (il suo primo album in studio di canzoni inedite, dopo 11 anni), si sforzano di trovare un suono che corrisponda alle emozioni espresse nel nuovo materiale, la cui uscita è prevista per la fine dell'estate .

La canzone ci riporta a quella che è la forma mentis di Kristofferson dal 1972. E 'stato per molto tempo una voce singolare della musica americana, scrivendo centinaia di canzoni, negli ultimi cinquant'anni, molte delle quali sono state registrate più volte da altri artisti: “Sunday Morning Coming Down,” “For the Good Times,” “Help Me Make It Through the Night,” “Me and Bobby McGee,” “Why Me” and “Loving Her Was Easier (Than Anything I’ll Ever Do Again).”
Le sue canzoni hanno restituito l'immagine dei veloci cambiamenti sociali e dei costumi sessuali degli anni'60 con una raffinatezza e con un'onestà che Nashville non aveva mai conosciuto prima - e che conosce raramente anche oggi. "I miei cantanti country preferiti sono gli stessi che ho sempre amato: Willie e Merle e John Prine. ... E non possono certamente essere identificati con quello che sento nelle classifiche di musica country "dice Kristofferson.
L'establishment dapprima cercò di resistere, ma Johnny Cash riuscì ad aprirgli le porte, incidendo e portando al successo “Sunday Morning Coming Down”, prima, e poi introducendo il giovane cantautore ad una audience nazionale per mezzo del proprio show TV.
A modo loro, Kristofferson e Was si stanno muovendo su un percorso parallelo a quello che Cash prese nell'ultimo periodo della sua vita insieme al produttore Rick Rubin, abbandonando la produzione elaborata, tipica delle major.
"Qualche anno fa, dopo che Kris aveva suonato al festival "South by Southwest", a d Austin", racconta Was durante una pausa ", ha cominciato a fare concerti live da solo, e quando l'ho visto, ho pensato, 'Questo è il modo giusto di fare, invece di stare nascosti dietro un sacco di grande produzione. 'E' così che abbiamo fatto l'ultimo album. Il modo in cui egli suona e canta le sue canzoni la prima volta, solo lui e la chitarra, tende ad essere il più vicino possibile all'incisione finale."
Kristofferson ha trovato liberatorio, sebbene intimito, uscire fuori dal conforto della sua scena musicale. "Ho portato in giro una band per circa 30 anni", spiega. "Suonare da solo significa che posso fare un errore, senza causare un disastro totale."
Questo approccio più intimo consente a Kristofferson di portare le cose al punto in cui gli piace di più: il più vicino all'osso.

"Ain’t it kinda funny"

"Ain’t it just the way, though"

"Ain’t you getting better"

"Running out of time"


Quella del "tempo che è finito" non è certo l'immagine proiettata da Kristofferson, che dimostra forse tre quinti della sua età. E' agile, dotato di una risata calorosa e rimane sempre una bella stella del cinema - sembra ridicolo ma è così - con i suoi capelli sale e pepe e la barba un po' trasandata. Colui che è stato, una volta, Guanto d'Oro per il pugilato è ancora fisicamente in forma nella sua giacca di denim nero sbiadito indossato sopra una T-shirt e jeans, nelle cui tasche infila continuamente le mani.
Le considerazioni sulla durata limitata della vita, emergono regolarmente, nella conversazione e nelle nuove canzoni. Quando Bruton, un collega texano di una dozzina di anni più giovane di Kristofferson, compare ad una certa ora, cammina nello studio con l'aiuto di un bastone. Ha subito diversi cicli di chemioterapia per il cancro alla gola dal 2007. All'inizio di quest'anno, ha avuto un attacco particolarmente forte, da cui è tornato indietro, sebbene più lentamente di quanto avrebbe voluto.

"Quanti anni avevi quando hai cominciato a suonare con me?" Chiede Kristofferson.
"Venti", risposte Bruton, che adesso ne ha sessanta.
"Eri il ragazzino del gruppo" dice Kristofferson.
"La cosa divertente è", aggiunge Bruton, "che lo sono tuttora. Anche se non mi piace".

A un certo punto, i medici hanno detto a Bruton che la sua possibilità di sopravvivere più a lungo erano piuttosto scarse. In questo giorno, Bruton è felice di essere di nuovo in uno studio, con una chitarra in mano di nuovo.
"Cosa state facendo?", dice, rivolto a Kristofferson e a Was, "ve ne state lì seduti ad aspettare che vi gettino merda addosso?"
Kristofferson usa la stessa frase riferita a sé stesso, ora e prima, e sembra chiaramente sollevato dalmiglioramento di Bruton. Ha perso un sacco di amici, tra cui, non ultimi, due colonne del supergruppo degli Highwaymen: Waylon Jennings e Cash.
Il lungo e stretto rapporto di amicizia fra Kristofferson e l'uomo in nero è condensato in "Good Morning, John", un brano previsto per il nuovo album che è stato scritto negli anni'70, poco dopo che Cash era venuto fuori da un programma di riabilitazione per abuso di sostanze stupefacenti. Chiede di aggiungere delle voci che echeggino i vari saluti che canta in ogni strofa: “Good morning, John,” “You scared me, John,” “I know you, John” e “I love you, John.”

* Stephen Bruton è morto l'11 maggio del 2009

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