domenica 19 luglio 2009

catastrofi



T.R.M. (1766 - 1834)

Chi non mangia da molto tempo, è troppo debole, per parlare,
fruga fra i rifiuti, non poeta. Ciò che sappiamo della fame,
proviene dalla bocca dei sazi; quindi, molto non è.

Mai fu uomo più lieto: d'estate barca a remi, d'inverno
coi pattini sullo stagno paesano. In cinquant'anni
mai una sola volta lo vidi perdere la calma.

Paffuto, indolente, contraddisse con voce ferma la felicità.
La sua felicità? La felicità. Non era più un'idea nuova
in Europa: guerre non ve ne saranno più, niente crimini, niente
giurisdizione, niente governi; inoltre non vi sarà né malattia né dolore,
né malinconia né rancore. Risposta: quella padronanza sul mio intelletto,
che mi avrebbe consentito, senza evidenza alcuna, di credere in ciò che desideravo,
non l'ho mai raggiunta. (Saggio sul Principio della Popolazione
in riferimento a ogni futuro miglioramento della Società
con alcune note circa la Speculazione dei Signori Godwin e Condorcet).

Dolce di carattere, tenero di cuore. Genio e sregolatezza non erano cosa sua.
Viveva onestamente della sua sinecura, ma il trattato di Süssmilch
Dell'Ordine Divino nelle Trasformazioni del Genere Umano
non lo tranquillizzò. Prese a compulsare annuari statistici,
abbandonò la canonica, partì per la Russia e altre destinazioni.
Tutta l'Europa atterrì al risultato. Monotone affermazioni:
questa infinita sequela di comuni malattie ed epidemie,
di carestie, pestilenze, sommosse e cataclismi.

Il pastore delle anime pie di Albury s'infervora e si sdegna
dei godimenti lussuriosi, degli artifici contro natura,
delle passioni perverse; eppure il suo trattato è il primo a calcolare
la naturale violenza insita negli uteri e nei testicoli,
così come il fisico studia velocità e portata di un proiettile
in ambienti di diversa densità: tutto ciò
è necessariamente così e non muterà mai.

Svergognato sicofante della classe al potere, ignominiosa,
infame dottrina, cinismo, orrida blasfemia: facile a dirsi,
ma oggi come allora il tempo di duplicazione
si aggira sui trent'anni, oggi come allora vale: P(t) = P_0e^{rt}.

Ammettiamo pure che i suoi calcoli fossero troppo approssimativi. Una cosa
però sapeva: tutto cresce, aumenta, sempre più. Anche la crescita cresce,
anche la fame cresce, anche la paura. Con le sue gote rosate sedeva,
fregandosi le mani, davanti alla sua tazza di tè, facendosi porgere i suoi muffins

da una rosea signora, sempre la stessa, che egli, modesto e ritroso,
amava una volta al mese: un impavido cuor di coniglio,
un simulatore che, per un'intera vita, finse di esser sano.
Tra i profeti della catastrofe, mai fu uomo più lieto.

H.M. Enzensberger - Mausoleum -

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