martedì 19 maggio 2009

Morire dentro!



Se non ricordo male, la prima volta che lo lessi avevo assai meno anni di adesso ed era stato pubblicato - credo - da una casa editrice che non esiste più. Un libro strano, per l'epoca, come strano è sempre stato il suo autore, Robert Silverberg. Sempre stanco, deluso, arrabbiato col mondo del fandom fantascientifico, sempre a minacciare di abbandonare il "genere", e sempre pronto a tornarci a scrivere. Un libro cupo, questo "Morire Dentro" (Dying Inside), e per molti versi di una sua attualità inquietante, oggi in questo mondo informatizzato dove i pensieri di tutti sono rintracciabili sulla grande rete, pronti ad aprirsi davanti alla mente di chi li vuol sapere!

Il protagonista, David Selig, è un fallito. Un uomo che, a quarant'anni, ha fallito tutto: la professione universitaria, la vita affettiva. Schiacciato dal suo potere, la capacità di leggere i pensieri altrui, che lo ha condizionato fin da bambino, facendogli sperimentare, con chiarezza accecante, debolezze e ipocrisie dei genitori, la mediocrità degli insegnanti, l'astio della sorella, il timore e il disgusto delle amanti. A quarant'anni, Selig si ritroverà senza una lira in tasca, incapace com'è di usare il suo potere per arricchirsi, e, in più, con la consapevolezza di star perdendo le sue capacità. E comincerà a morire. Morire dentro, aggrappandosi ai ricordi più intensi della sua vita.

Morire dentro di Robert Silverberg (Dying Inside, 1972)
Fazi Editore, collana Le Strade 122, pag. 285, euro 16,50.

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