martedì 14 aprile 2009

"Non si può non vivere" - F. Kafka



Kafka era stato, per la prima volta, a Riva del Garda nel 1909, insieme ai fratelli Brod. Ospite nel sanatorio del dottor von Hartungen, amico di Thomas Mann. E lì aveva incontrato Carl Dallago, redattore della rivista "Brenner", sulla quale Trakl aveva pubblicato le sue poesie e alla quale si era rivolto Wittgenstein per la pubblicazione del Tractatus.
Il sanatorio è una casa di cura ed è strutturato come "luogo di cura", ovvero ambiente di custodia e protezione della malattia.
E sarà qui che, quattro anni dopo, Kafka tornerà, nel settembre del 1913, in una sorta di ... fuga. Una fuga dalla fidanzata, Felice, e dal mondo.
Il 1° luglio aveva annotato nei suoi diari: "Desiderio di inconscia solitudine. Trovarmi soltanto di fronte a me. L'avrò forse a Riva." E a Riva, quando ci sarà, non scriverà nemmeno una riga, per tutto il tempo. Né nei suoi Diari, né a Felice, interrompendo per una volta il flusso del carteggio ed ogni collegamento con il mondo da cui stava scappando.
A Riva, conosce e ama una ragazza svizzera, G.W., che rappresenterà una sorta di completamento della fuga. Di questa relazione non dirà mai niente, come se davvero il tempo e il luogo della cura fossero "lo spazio dove non si parla punto". Come aveva scritto Mann, ne "La montagna incantata".

1 commento:

Anonimo ha detto...

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- Murk