martedì 21 aprile 2009

Cocktail e Patti



V.M.M.(1890-1986***)

Alitando affannoso sotto il melo fiorito
dietro la dacia, dondola avanti e indietro
sulla sua poltrona in vimini Vjačeslav Michajlovič,
il sopravvissuto. In pensione, in pensione, in pensione.

Anche il suo culo di ferro non è più quello
di una volta. Solo il temperalapis appeso
alla sua catena d'orologio rammenta i gloriosi anni
del Politburo. Adesso rimugina, fa schioccare le dita.

Come bolscevico insignificante, gruppo dei "chimici".
Sono stato anch'io in galera! (Giustificazioni)
Pronto alla rivolta e alla morte. Circondato da souvenirs.
I fatti non sono comunque altro che propaganda.

Per esempio ai suoi tempi nella Reichskanzlei, la pioggia
di novembre batteva alla finestra. L'amicizia tra noi
è cementata con il sangue. Ha veramente detto questo?
Brindisi editoriali promemoria: la storia?

una storia? Chi mai saprà la differenza?
Chi saprà mai tenerla a mente? Le mosche ronzano
nei retrobottega e nelle celle. Nel protocollo si legge:
Feccia. Cani idrofobi. Pericolosa carogna.

La propria moglie, deportata come tutti gli altri:
i suoi occhi erano verdi o marrone? E i bambini?
Insignificante: cosa significa dopotutto? Pusillanime!
Gridava Lenin. Al sole di maggio siede una mummia.

Le mosche ronzano come sempre. Sopravvissuto, sorpassato.
Sopito, soppressato. Nei suoi sogni
confonde compiti di scuola e condanne a morte.
Fu sempre un bravo alunno. Soltanto il suo inglese

si è deteriorato. Cocktail per esempio, una parola estranea,
incomprensibile. Nelle sue orecchie che più non orecchiano
nessuna detonazione rimbomba. Schiocchi di dita.
Si sforza di ascoltare. Sono forse le mosche? Tediosi

ritornano i tenui studi. Réverie, Un sospiro,
che soleva ai suoi tempi suonare, quand'era a Kukarski,
distretto di Nolins, anno millenovecentotre,
con intensità espressiva e mosso da nobili sentimenti.

da H.M. ENZENSBERGER - Mausoleum -

*** Nota: Quando è stata scritta, la poesia, nel 1975, Molotov era ancora vivo.

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