mercoledì 15 ottobre 2008

Desire




Una Jam Band dal nome buffo, "Gandalf Murphy and the Slambovian Circus of Dreams".
Un disco, tredici canzoni. Una, la prima, quella che apre le danze. "Desire", scritta da Joziah Longo, songwriter di razza. Ci mette in guardia, sulle note di una canzone che non si dimentica,
da chi ci vuole spaventare con discorsi a proposito di "terroristi stranieri che bussano già alle nostre porte". Non per niente il titolo del disco suona come "The Great Unravel" (Il grande chiarimento).
"I fantasmi dell'Americana si sono radunati tutti qui, per sognare insieme e nel sogno trovare un modo di riportare in auge la speranza che un tempo era parte di noi."
Così comincia "Desire" aperta dalla voce di Longo seguita, con discrezione, dalla fisarmonica di sua moglie Tink Lloyd (che suona anche violoncello, theremin e glockenspiel), a proclamare che
il desiderio è che si torni alla "terra di latte e miele, terra dove non si ha paura, costruita sull'amore e non sui soldi, terra aperta a tutti".

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