mercoledì 10 settembre 2008

Oro, oro: ce l'hanno tutto loro!



Quello che segue è un importante documento di Indalecio Prieto, ministro socialista della Marina e dell'Aviazione del governo Negrin, durante la Guerra Civile Spagnola, che è stato pubblicato anni fa in Messico dal OSP. Prieto riassume in poche pagine il modo in cui operarono i dirigenti del partito comunista francese e che cosa accadde all'oro della Banca di Spagna. La storia rivela una verità che i dirigenti stalinisti hanno cercato di nascondere per molti anni.
"Affermo - ha detto riferendosi al sostegno ricevuto nel corso della guerra - che gli effetti lucrativi possono annullare o attenuare la nostra gratitudine per l'aiuto ricevuto dall'URSS e dai partiti comunisti ad essa fedeli".
Sono otto punti di cui già si sapeva nel 1939 e che nessuno ha smentito.


1.-Il Partito comunista francese aveva amministrato, per acquisti di attrezzature militari, duemilacinquecento milioni di franchi per conto di Negrín, senza che la gestione di una somma così enorme somma fosse controllata, né poco né molto, da nessun funzionario dello Stato
spagnolo.

2. Il partito comunista francese aveva trattenuto per sé, forse come intermediario di prestazioni, una notevole parte della somma di denaro consegnatagli da Negrín.

3. La propaganda, prima pubblica e dopo clandestino, del partito comunista francese veniva pagata con il denaro procurato dal Stato spagnolo, poiché gli aiuti della Terza Internazionale erano inesistenti e l'ammontare dei contributi era di gran lunga molto inferiore della spesa enorme per la propaganda.

4. Avido di denaro, il partito comunista francese, correggeva costantemente i suoi bilanci che nessuno esaminava, richiedendo frequentemente maggiori somme ai signori Negrín e Mendez Aspe, (quest'ultimo, ministro delle Finanze).

5. Lo splendido quotidiano comunistoide "Ce Soir", degno di "Paris Soir", era finanziato con fondi forniti da Negrín

6 .- La flotta, composta di dodici navi, appartenenti alla compagnia di navigazione francese, era di proprietà della Spagna, dal momento che erano state acquistate con denaro spagnolo tutte le imbarcazioni, e tuttavia i comunisti francesi, amminastratori della suddetta compagnia, rifiutarono di restituire le navi, considerandole loro .

7 .- Uno dei battelli della Navigazione Francia, il "Winnipeg",venne noleggiato dalla S.E.R.E. (ente di soccorso per gli espatriati istituito da Negrín) per il trasporto di esiliati in Cile, aumentando
così le entrate dei comunisti francesi, attraverso un nuovissimo sistema che prevedeva il noleggio, a prezzo elevato, agli spagnoli di una nave che apparteneva agli spagnoli.

8. Parte del tesoro spagnolo saccheggiato dal nostro territorio quando venne evacuata la Catalogna venne preso in custodia da comunisti francesi.

Per quanto riguarda il margine di profitto della Russia, è utile raccontare una storia davvero sorprendente:

Il giorno 25 Ottobre 1936 vennero imbarcate a Cartagena, con destinazione Russia, settemilaottocento casse piene d'oro, monete e lingotti. L'oro costituiva la maggior parte delle riserve della Banca di Spagna.
In precedenza, il Sig. Negrin, come ministro delle finanze (non era ancora presidente del Consiglio), aveva ottenuto l'accordo del governo, firmato dal Presidente della Repubblica, per un decreto che autorizzava le misure di sicurezza ritenute necessarie per quanto riguardava l'oro della Banca di Spagna. In qualità di membro del governo accetto la responsabilità che spetta a me per l'accordo, anche se né io né gli altri ministri conoscevano la destinazione. Non so se ne fosse a conoscenza l'allora Presidente del Consiglio, Francisco Largo Caballero.
La spedizione venne condotta con grande mistero. Se ne sono venuto a conoscenza è stato per puro caso, perché ero a Cartagena per affari di servizio - come ministro della Marina e dell'Aviazione - quando la spedizione ha avuto luogo sotto la direzione personale di Negrín e
Mendez Aspe.
Quattro dipendenti della Banca si imbarcarono sulla nave che è trasportava il prezioso carico. Essi non erano stati informati su dove fossero diretti. Credevano che sarebbero sbarcati a Port Vendres, a Sete o a Marsiglia e si ritrovarono ... a Odessa. Il 6 novembre arrivarono con il nostro oro a Mosca. E lì accadde qualcosa che merita di essere raccontata. I funzionari della Grosbank guardarono e riguardarono per interi minuti ogni pezzo, e una volta pesato lo ripesavano. I dipendenti della Banca di Spagna, abituati alla grande celerità di simili operazioni, non riuscivano a spiegarsi così tanta lentezza, la quale avrebbe richiesto vari mesi per il conteggio. Ma
questa lentezza era dovuta al desiderio di giustificare la permanenza in Russia di tutti quelli che avevano custodito la mercanzia. A tutti i costi si cercava di impedire il loro ritorno in Spagna al fine di non rendere noto l'invio dell'enorme carico d'oro. Le famiglie dei passeggeri erano inquiete e cercavano di sapere dove si trovavano i loro cari, e per placare la loro ansia anch'esse vennero imbarcate, senza sapere per dove, e portate in Russia.
La consegna dell'oro, così accuratamente pesato e misurato, doveva pur concludersi un giorno, e si concluse. I dipendenti della Banca di Spagna credettero allora che, portata a termine la loro missione, sarebbero tornati in Spagna. Ma le loro richieste in tal senso, al nostro ambasciatore, don Marcelino Pascua, furono inutili. Non si consentiva loro di partire; erano confinati, con i loro familiari, in Russia. Dopo due anni, quando la guerra era finita, l'incaricato dei negoziati, Don Manuel Martinez Pedroso, riuscì a rompere quel confino.
Ma i quattro bancari non vennero rimpatriati. In Spagna avrebbero potuto parlare della consegna. E così, al fine di evitarlo, vennero sparsi per tutto il mondo: uno venne mandato a Buenos Aires, un altro a Stoccolma, uno a Washington e un altro in Messico.
Contemporaneamente venivano fatti sparire dalla scena gli alti funzionari sovietici che si erano occupati dell'affare: il ministro delle Finanze Grinko, il direttore della Grosbank, Marguliz, il
direttore aggiunto, Cagan, il rappresentante del ministero delle Finanze nello stesso istituto di credito, Ivanoski; Il nuovo direttore del Grosbank, Martinson ...
Tutti vennero rimossi dai loro incarichi, Marguliz, Cagan e Ivanoski vennero mandati in Siberia e Grinko venne fucilato.
Nel frattempo, una rivista grafica, "L'URSS in costruzione", dedicava un numero speciale sull'aumento delle scorte d'oro in Russia, atribueondone il merito allo sviluppo dello sfruttamento di giacimenti d'oro in Russia. Era l'oro della Spagna.
La Russia non ne ha mai restituito una sola oncia.

Indalecio Prieto

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