giovedì 12 giugno 2008

tenebre



"Io non ci credo in Dio. Lo capisce, questo? Si guardi intorno, amico mio. Non lo vede? Il frastuono e le grida della gente che soffre saranno musica per le orecchie di Dio. E io rifuggo queste discussioni. Il discorso dell'ateo del villaggio che ha come unica passione quella di vilipendere dalla mattina alla sera qualcosa di cui nega innanzitutto l'esistenza. La comunanza di cui lei parla è basata solo e soltanto sul dolore. E se quel dolore fosse veramente collettivo invece che soltanto ripetitivo, il suo peso basterebbe a staccare il mondo dalle pareti dell'universo e a farlo precipitare in fiamme in mezzo a quel po' di notte che saprebbe ancora generare prima di ridursi ad un nulla che non è neppure cenere. E la giustizia? La fratellanza? La vita eterna? Santo cielo, amico mio. Mi mostri una religione che prepari l'uomo alla morte. Al nulla. Quella sarebbe una chiesa in cui potrei entrare. La sua prepara solamente ad altra vita. Ad altri sogni, illusioni e bugie. Se si potesse bandire la paura della morte dal cuore degli uomini, non vivrebberoun giorno di più. Chi sarebbe disposto a sopportare questo incubo, se non per paura dell'incubo che lo seguirà? Sopra ogni gioia pende l'ombra dell'ascia. Ogni strada porta alla morte. O peggio. Ogni amicizia. Ogni amore. Tormenti, tradimenti, lutti, sofferenza, dolore, vecchiaia, umiliazione, malattie orrende e lunghissime. E alla fine di tutto una sola conclusione. Per lei e per ogni persona e ogni cosa a cui ha scelto di legarsi. Ecco la vera fratellanza. La vera comunità. Di cui tutti sono membri a vita. E lei mi viene a dire che nel mio fratello sta la mia salvezza? La mia salvezza? Be', allora lo maledico. Lo maledico sotto ogni forma e sembianza. Mi ci rivedo, in lui? Sì che mi ci rivedo. E quello che vedo mi disgusta. Mi capisce? Riesce a capirmi?"


Cormac McCarthy - Sunset Limited - Einaudi

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