venerdì 4 aprile 2008

Ultracorpi Ultranormali




"Lasciati andare. Sarai sostituito e conoscerai finalmente la pace."

E' così che parlano, ne "L'invasione degli ultracorpi" ("The invasion of the Body Snatchers") di Don Siegel (sceneggiatura di Sam Peckinpah), gli invasori, con tono ipnotico, rivolgendosi al protagonista del film!
Sono "copie", gli ultracorpi, anche troppo fedeli, degli umani, identici in ogni minimo particolare ai terrestri, di cui vorrebbero prendere il posto, proditoriamente. Brutta gente, gli ultracorpi. Ancora più malintenzionati, se possibile, degli umani. E più stolidi, più routinari, più sdolcinati. Terribili, perché non sono degli alieni, ma piuttosto degli umani al quadrato!
Crescono, si sviluppano, dentro grossi enormi baccelli vegetali (imperdibile la gustosa parodia che ne fa Steno, in "Totò sulla luna", con un bizzoso Ugo Tognazzi, nato nel film da un grembo vegetale, che viene chiamato direttamente "un fagiolone"). Ma cosa accidenti vogliono questi baccelloni? Niente meno che sostituirsi agli umani e viverne la vita senza mutarne nulla, continuarla dal punto preciso in cui hanno voluto interromperla. L'ultracorpo del farmacista continuerà a vendere aspirine, e l'ultracorpo del poliziotto insisterà a passeggiare per la strada con fare sommessamente poliziesco e pacioccone.
E' questa la cosa più agghiacciante della storia, scritta da Jack Finney!
Che tutto, a invasione riuscita, debba continuare come prima, come se niente fosse stato.
Don Siegel - si vocifera - sembra che volesse chiudere il film diversamente da come ha fatto, con gli ultracorpi vincitori, in uno stato di quiete spaventosa.
Fu la produzione che, astutamente, gli impose un lieto fine, con gli umani alla riscossa.
Meno male!
Che razza di gente, gli ultracorpi. Come sarebbe stato meglio, più rassicurante e gradevole, se avessero voluto trasformare la terra in un posto inabitabile. COme tutti gli alieni che si rispettano, come gli invasori de "I vampiri dello Spazio", la seconda avventura del Dottor Quatermass. Ma niente da fare, gli ultracorpi sono troppo malvagi: vogliono che tutto si conservi inalterato. Non solo all'apparenza, ma anche in profondità.
Un mondo identico a questo, piatto e conforme, sempre uguale.
Ultracorpi: nostri vicini di casa, e nostro prossimo.

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