mercoledì 6 febbraio 2008

Tommy Bloome



Non so quanti si siano chiesti mai come sarebbe andato il mondo qualora Sylvester Stallone, in F.I.S.T., avesse avuto il potere di trasformarlo a proprio piacimento! Eppure il romanzo di Gordon Eklund, "Tutti i mondi possibili"(All time possible), riesce a dare una risposta, a questa domanda, semplicemente.
Tommy Bloome è un rivoluzionario degli anni '40 che, per uno strano scherzo del destino, viene trasportato inspiegabilmente in un universo parallelo dove il presente sono gli anni '20. Cossicché, conoscendo la storia futura, riuscirà ad organizzare un movimento di opposizione talmente efficace da arrivare, negli anni '30, a portare al potere il partito comunista degli USA.

"Io sono morto - sono stato colpito a morte - nel 1947. Quando mi sono risvegliato, ero nel 1923, nel giorno in cui sono nato. Questo mi è veramente successo, John, e tutto quello che ho fatto da allora l'ho fatto per questo. Perché il mondo cui sono morto la prima volta era un posto orribile e io ho dedicato tutta la mia vita - la mia seconda vita - ad assicurarmi che non potesse succedere più. E qui non è successo. A causa mia, questo mondo è differente da quello in cui sono vissuto prima. Ho preso la storia e l'ho rivoltata."

"Tutti i tempi possibili" ci parla dell'epopea della letteratura pulp, vista come conseguenza del fallimento del movimento rivoluzionario americano e del consguente tracollo del nuovo mondo. La letteratura pulp nasce proprio per compensare questa sconfitta. Il mondo reale si rifugia nell'infinità dei mondi immaginari. Tommy Bloome ci racconta il suo noviziato, fra ciclostili e giornali venduti all'angolo delle strade, e rende giustizia a quanto la fantascienza aveva sottaciuto per non allarmare le polizie del mondo!
La professione di fede di Tommy Bloome infatti potrebbe essere applicata, senza troppa enfasi, oltre che al mondo reale di cui tratta, anche ad uno dei tanti mondi ipotetici e oppressivi che la fantascienza ha descritto.

"Ho vissuto una vita intensa. Non riesco a concepire un uomo che sia riuscito più di me ad avvicinarsi alla realizzazione di tutti i suoi sogni e le sue ambizioni. Per me, non c'è stato mai più di un sogno. Non so, forse era meno di un sogno e più di un incubo. Ho sognato di vedere un mondo dominato da una ristretta élite grottesca di uomini diabolici, resi folli dal loro potere troppo grande: arricchiti ed ingrassati mentre milioni di persone morivano di fame per la mancanza dei beni indispensabili alla vita. Ho visto un enorme esercito di questi uomini marciare su tutto il mondo, inglobando un paese dopo l'altro. Ho visto un mondo intero vivere nella continua paura più completa, tremando sotto il tallone sollevato di un dio scuro ed invisibile. Questo era il mio sogno, il mio incubo, e avevo giurato che non avrebbe dovuto succedere qui.
E ci sono riuscito. Forse non così completamente come avrei desiderato. La guerra che ho cercato con la Germania - e certamente i nazisti sono creature venute alla luce dal mio mondo d'incubo - era temuta da me. Ma io ho salvato il mio paese, il mio popolo, Il nostro sistema non è perfetto. E' diretto da uomini, e gli uomini stessi sono lontani dalla perferzione, le mie stesse mani sono macchiate del sangue di migliaia di persone, molte delle quali colpevoli, sì, ma c'erano gli innocenti anche, e non sono meno morti dei colpevoli. Ma io dico che sono soddisfatto. E sono orgoglioso. Ho realizzato il mio sogno."

Le parole di Tommy Bloome, qui sopra, arrivano al cuore e al cervello, e dicono di più, di tutti i documentari sugli orrori della seconda guerra mondiale che ci vengono proprinati: "medicine civili" somministrateci da un mondo orribile! Gordon Eklund riesce a fornirci un libro che, più che un romanzo, è una chiave per accedere ai "segreti palesi" della fantascienza. E, per una volta, la distanza da Jack London, se non rimontata, viene quantomeno misurata.

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