martedì 6 novembre 2007

Menestrello e Professore



Cantante, insegnante, in parte, forse, "predicatore". L'erede vivente di Woody Guthrie - come l'ha definito l' "AllgemeineZeitung Main" - che attravero le sue corde riesce ad evocare la passione e il fuoco di Steinbeck.
Forse un po' esagerato, ma Bucky Halker è il leader di una band da bar con in tasca un dottorato e in mano una valigia piena di canzoni. Una birra, una tequila e la storia del movimento operaio da insegnare all'università del Minnesota. Nato nel 1954 ad Ashland, Wisconsin, dove è cresciuto. Una di quelle cittadine sul Lago Superiore che si sono spopolate quando hanno chiuso le miniere di ferro ed hanno smesso di tagliare gli alberi.
Pesce fritto il venerdì, musica country, svedesi e polka, finlandesi e riserve indiane.
Barche da pesca da 12 piedi, ragazze con grosse radio a transistor e 40 bar sulla strada principale.
A 13 anni Bucky comincia a suonare la chitarra. A 16 scopre Woody Guthrie, il piano blues e comincia a scrivere canzoni. Va in Idaho, al college e si appassiona alla caffeina, alle sigarette e ai libri di storia. Divide il suo tempo fra i ritornelli e le note a piè di pagina. Ritorna nel Midwest nel 1976. Menestrello e professore, vagabonda per gli stati uniti centrali per una decina d'anni, suonando, scrivendo, insegnando e facendo lavori saltuari, e innamorandosi e disamorandosi. Nel 1984 pubblica il suo primo disco, "A Sense of Place", un misto di blues e folk originale.
Si unisce a "The Remainders", una band elettrica di Chicago che suona zydeco, tex-mex, rythm an blues new orleans e le canzoni di Bucky. Si appassiona anche allo studio della musica di protesta della classe operaia. Nel 1994 torna a Chicago e pubblica "Passion, politic, love", un disco che mischia country, folk, blues e rockabilly. Dopo aver partecipato, con Ella Jenkins, ad un progetto per lo Smithsonian Institute ed essersi guadagnato una nomination al "Grammy" per il miglior disco per bambini del 1999, incide "Don't want your Millions", nel 2000, e "Welcome to the Labor Land" nel 2003.
Di adesso sono "Wisconsin 2-13-63, vol. 1", un disco di alt-country, cui dovrebbe seguire il secondo volume, e una serie di tre cd sulla musica folk dell'Illinois.
Da "Passion Politics Love" questa canzone (che si può ascoltare - e vedere - qui!). Si chiama "Emma Goldman", ma non è celebrativa. Non parla della Goldman, eppure sono certo che Emma, che se non poteva danzare, non avrebbe voluto far parte della nostra rivoluzione, l'avrebbe apprezzato questo modo di chiamarla in ballo!


Emma Goldman
di Bucky Halker

Ho provato a chiamarti un milione di volte, senza avere risposta
Dio, sono stanco di quelle ragazze attraenti
Non puoi metter via i tuoi libri per un momento?
Taglia il filo delle tue preoccupazioni
Laffuori c'è un mondo che non fatto solo di confusione
C'è tanto da vedere

Dovresti venir fuori a divertirti con me
Emma Goldman dice che ne vale la pena

Camminando vicino a casa tua, ho guardato alla tua finestra
I tuoi occhi e il tuo naso immersi in una pagina
Ho potuto vedere che avevi il volume più pesante
Le persone colte leggono
Lo so, conosco la complessità dell'opera, e il genio
Però ti voglio dire

Dovresti venir fuori a divertirti con me
Emma Goldman dice che ne vale la pena

Dovresti prenderti una pausa e far riposare il cervello
Hai bisogno anche di svago
Potremmo andare a guardare le vetrine e bere un caffé
Attardardonci
Più tardi potremmo fare una cena a lume di candela dopo un cocktail
E potremmo consumare qualche peccato

Dovresti venir fuori a divertirti con me
Emma Goldman dice che ne vale la pena

1 commento:

BlackBlog francosenia ha detto...

Emma Goldman
[ Bucky Halker/Revolting Music (BMI), ©1996 ]


Tried to ring you up a million times, no answer
God, I’m sick of those machines
Don’t you ever put your books down for a moment?
Pack your heady thoughts away
There’s a world out there that’s more than a distraction
There’s so much to see

Refrain:
You should come outside and play with me
Emma Goldman says it’s fine

Walking by your house, I looked up at your window
Your eyes and nose are in a page
I could see you had the latest weighty volume
Every learned person reads
Yes, it’s true the author’s complex, and a genius
Still I have to say

Refrain

You should take a little break and let your brain rest
You need liberation too
We could windowshop and buy a cup of coffee
Linger by the hour
Later we can stop for candlelight and cocktails
You could use some sin

Refrain