giovedì 27 settembre 2007

Canzoni Pesanti



Non so come sia cominciata, per quelli di voi per cui è cominciata, ma per me c'è un legame profondo e indissolubile fra la musica e quello che viene volgarmente chiamato "impegno".
Non è termine che amo particolarmente quest'ultimo.
Preferirei usare qualcos'altro; qualcosa tipo "cospirazione", nell'accezione, però, di "respirare insieme".
Trovatelo voi, se potete, il termine!
A me, a parlare di queste cose, più che le parole, vengono in mente le immagini.
E le canzoni, appunto!
Una fame di canzoni, quella che ci divorava.
Si cercavano conferme nelle canzoni.

"La cosa più penosa in giorni come questi
è ritrovar fra noi le facce di sempre
eppure sta cambiando la storia di ciascuno
perchè dai grandi fatti matura una lezione"

Si cercava di entrarci nelle canzoni, per pregustare quello che ancora non ci era stato dato di vivere.

"Ma oggi ho visto nel corteo
tante facce sorridenti
le compagne quindici anni
gli operai con gli studenti"

Laggiù, in fondo a sinistra, alla periferia dell'impero, "i nostri quindici anni erano pochi meno dei loro". Così ci accadeva che eravamo più che altro intenti a ricostruire il nostro "albero genealogico", a cercare riferimenti ovunque.
Li cercavamo nel cinema; "Easy Rider" di Dennis Hopper e "Cuore di mamma" di Salvatore Samperi, senza disdegnare Bellocchio e Pasolini, anche se il nostro cuore era più con "Il sorpasso" e con "Tutti a casa"!
E li cercavamo nelle canzoni che andavamo a cantare, la notte, nei "docks" del nostro antico porto.
Aldo era una miniera di canzoni. Le conosceva tutte, e ne trovava sempre di nuove.

"O ESSE TI ERRE U ZETA I O ENNE I ESSE EMME O
ostruzioni-i-i-smo
ostruzionismo e sabotaggio sono le armi di chi ha più coraggio"

Assuntino, Pietrangeli, Ciarchi, Della Mea. Ma anche Endrigo:

"Andava per i boschi con due mitra e tre bombe a mano
di notte solo il vento gli faceva compagnia"

oppure ancora Fo:

"La Gap quand'è che arriva non manda nè lettere né bigliettin
e non bussa alla porta
sei già persona morta ché il popolo ti ha condannà"

Aldo! Figlio di un maresciallo della p.s., orfano di madre. Viveva da solo col padre.
Immaginatevi i litigi! Non tornava a casa, spesso, la sera.
Dormiva un po' da uno un po' da un altro.
A quindici anni, "solidarietà" non è una parola. E' fatta di carne e di sangue.
E' "fratellanza"; quella vera, quella che non deve pagare nessun dazio alla paura, al timore della rinuncia.
Aldo, occhi scuri e sguardo calmo, la voce tranquilla.
Esile, lasciava trasparire una forza straordinaria.
Ancora oggi, dopo trentasette anni, non sapendo più nemmeno dove si trovi adesso,
quando dico "comunista", penso ad Aldo.
E penso a questa canzone di Ivan della Mea, per me la più bella fra tutte quelle che ha scritto e cantato.

A QUESTO PUNTO IL PREZZO QUAL E'

Si può amare la vite sul colle
il gioco di pietre lanciate alla roggia
il pane rotondo, l'ulivo che viene

ma l'importante è sapere
a questo punto il prezzo qual è.

Si può amare la casa sul monte
che ride alla valle tra lecci e castagni
l'umore antico di un uomo costante

ma l'importante è sapere
a questo punto il prezzo qual è.

Si può amare la pace leggera
del ceppo che canta nel vecchio camino
la noce che crocchia il sorso del vino

ma l'importante è sapere
a questo punto il prezzo qual è.

E posso amare il dubbio di dio
che mi prende in cuore guardando la sera
paura di stelle paura di terra

ma l'importante è sapere
a questo punto il prezzo qual è.

E posso amare la voglia borghese
di me uomo stanco che lasciò la guerra
per fare al'amore col grillo parlante

ma l'importante è sapere
a questo punto il prezzo qual è.

E posso amare la rabbia perdente
la stretta di angosce metropolitane
il grido più solo: ritorno al paese

a questo punto non serve sapere
ogni Pavese è da bruciar.

Per ogni stanco il prezzo è Guevara
è Inti Peredo ed è Marighella
Ceccanti e Avola e Battipaglia

brucia ragazzo brucia
la lotta continua ancora
brucia ragazzo brucia
continuerà.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma che cos'è la rivoluzione? chi si diletta coi libri di storia scopre con stupore che, di tanto in tanto, le comunità umane si ribellano all'ordine costituito preesistente e si attrezzano per ricrearne un altro.
Sul perchè ciò accada si possono versare fiumi di inchiostro ma la sostanza non cambia: accade e basta.
Non solo, accadrà ancora e anzi sta già accadendo e non ce ne stiamo rendendo bene conto fino in fondo.
Il popolo di Seattle, di Porto Alegre, di Genova, i resistenti, i disobbidienti, i migranti, i precari, quel che resta delle tute blu, ma anche i colletti bianchi, gli studenti con vecchie canzoni di protesta nell'i-pod, gli indipendentisti e tutti gli altri movimenti che provengono da ogni dove sono portatori di istanze legittime che devono essere soddisfatte.Prima o poi.
In un modo o nell'altro.
Verrà giorno che qualcunodi loro suonerà ai campanelli delle nostre villette a schiera interrompendo lo show del sabato sera e se non apriremo buttera giù la porta assieme a tutte le regole del nostro cosiddetto vivere civile.
meglio uscire allora e tendere le orecchie a quelle richieste, cercare di comprendere le esigenze degli altri e rendersi conto che la loro battaglia è anche la nostra battaglia. Di civiltà. Di dignità. Da combattere anche con i videofonini, i blog e con vecchie canzoni di protesta nell'i-pod.

Mauro